di Ilaria Palumbo

Da N-dèrr'a la lanze al trullo, dalle due colonne al "motel agip": è la costa sud di Bari
BARI – Bassa, scogliosa, non particolarmente pulita e attraente, ma estremamente “profumata” e ricca di storie. Di che parliamo? Della costa barese, che con i suoi 58,9 chilometri si estende da Santo Spirito fino a Torre a Mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo i dati del Comune si tratta di una costa libera solo per il suo 58%, visto che tutto il resto è occupato dal grande porto, da una ventina di lidi e da altre opere antropiche come rimessaggi e edifici privati. E’ qui che ogni estate si riversano migliaia di baresi, magari giusto per fare un bagno ed evitare così di mettersi in auto per raggiungere il più ambito mare di Cozze, Polignano o Monopoli. Si tratta però di una costa perlopiù rocciosa (e ricoperta da “odorose” alghe): solo il 10% è formato da sabbia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra soprannomi, aneddoti e curiosità siamo andati a perlustrare il litorale barese. Dopo aver parlato del tratto a nord del centro (che va da Santo Spirito all’ingresso del porto), oggi ci occuperemo di quello a sud, che dal porto si spinge fino al confine con Mola. (Vedi foto galleria)

BARI VECCHIA – Il litorale sud di Bari inizia nel punto in cui la strada che fiancheggia la costa diventa nuovamente un lungomare (Imperatore Augusto) e agli occhi dei cittadini si riapre l’orizzonte blu dell’Adriatico. Da questo momento la strada si fa “monumentale”, puntellata da panchine e dai caratteristici e antichi lampioni in ferro nero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La via costeggia la muraglia di Bari Vecchia, fino a incontrare il Fortino Sant’Antonio di fronte al quale si staglia l’omonimo molo che ospita da una quindicina di anni il mercato del pesce. Davanti al molo, a duecento metri dalla riva, si troverebbe il leggendario Monte Rosso, un isolotto sommerso su cui secoli fa sarebbe sorto un monastero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

QUARTIERE UMBERTINO – Superato lo storico teatro Margherita, il lungomare cambia nome in Araldo di Crollalanza e affianca il cosiddetto “quartiere Umbertino”, quella zona di Bari contraddistinta da imponenti palazzi in stile liberty ed ecclettici

Ma prima dell’eleganza c’è spazio per il folklore, rappresentato dal molo San Nicola, meglio conosciuto come N’-dèrr’a la lanze. Qua da sempre i piccoli pescatori vendono il pesce appena catturato con i loro gozzi, le piccole e colorate barchette in legno, ormeggiate a pochi metri dal Circolo Canottieri Barion, fatto costruire dal Comune tra il 1932 e il 1935.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sera poi il molo si trasforma in un luogo di ritrovo per i giovani, che si affollano attorno allo storico baretto qui presente almeno dal Dopoguerra e che una quindicina di anni fa ha preso il nome di “El Chiringuito”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

MADONNELLA – Oltrepassato largo Luigi Giannella (la cosiddetta “rotonda”), l'arteria si trasforma in lungomare Nazario Sauro e spalleggia il quartiere Madonnella, il cui affaccio al mare è rappresentato da grandi edifici istituzionali sorti duranti il Fascismo, tra i quali si distingue la torre del palazzo della Provincia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’altezza del ponte Giuseppe Garibaldi, la strada si modifica prima in via Armando Perotti e poi in corso Trieste. In questo punto, di fronte a numerose saracinesche abbassate, si apre la grande spiaggia libera di Pane e Pomodoro, praticamente il primo punto balneabile dopo chilometri di cemento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Inaugurata nell’estate del 1998, è contraddistinta da sabbia fine e un fondale basso, ideale per sport acquatici come il kitsurf e il sup. Il “lido” però è sempre a rischio chiusura in caso di pioggia a causa degli scarichi fognari del “troppo pieno” qui presenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


JAPIGIA – Superato il parco Perotti e il torrente Valenzano, si entra nel territorio del rione Japigia. In realtà qua si è a Japigia solo amministrativamente, visto che il centro abitato del quartiere è separato dalla costa dai binari della ferrovia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il lungomare prende il nome di via Di Cagno Abbrescia e costeggia la spiaggia pubblica di Torre Quetta (separata dalla strada da un grande parcheggio), aperta nel 2010 dopo un’intensa bonifica dall’amianto. Accanto al lido si dispiega un tratto di costa dominato dai ciottoli e ben tenuto, anche grazie alla presenza di una delle due scuole di surf della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poi per 3,5 chilometri il lungomare (che cambia in seguito nome in via Alfredo Giovine), fiancheggia un litorale roccioso e poco curato e diventa desolato e “indecente”, tra scheletri di capannoni abbandonati, scarichi della fogna a cielo aperto e massiccia attività di prostituzione.

Verso la fine della strada sono comunque presenti “Il Trullo”, spiaggia privata attiva dagli anni 40 e il lido dell’Acquedotto Pugliese. 

SAN GIORGIO – Superato il lido predetto, il tragitto prosegue verso l’interno per circumnavigare il villaggio turistico “Baia San Giorgio”, attivo dal 1957. Una viuzza sterrata permette poi l’ingresso a “cala pantano”, la foce di Lama San Giorgio. Si tratta di un porto naturale molto famoso: è qui che nel 1087 sbarcarono i marinai baresi con le reliquie di San Nicola. Ed è da questa insenatura che il 7 maggio di ogni anno salpa la “caravella” con il quadro del Santo che viene portato via mare fino al molo Sant’Antonio. 

Dal pantano si ritrova il tratto asfaltato entrando in strada della Marina, il “boulevard” di San Giorgio, quello che è una sorta di quartiere marinaro con due chiesette e qualche esercizio commerciale. In questa zona a partire dagli anni 70 sono state costruite una serie di villette una attaccata all’altra a ridosso del mare. Sulla costa rocciosa, oltre ad alcune note pescherie, si trova il piccolo “lido San Giorgio” e la spiaggia della Polizia, attualmente non in funzione.  

TORRE A MARE – E finalmente a Torre a Mare, il quartiere più a sud del capoluogo, si ritrova un po’ di sabbia. Tra il lido della Polizia e il complesso residenziale “Parco Atlantide”, è ubicata la piccola Cala Scizzo, caratterizzata dalla presenza di una delle tante grotte che tra il VI e il III millennio a.C furono abitate dai “primi” baresi. Proseguendo si delinea il tratto di costa di Punta della Penna, denonimato “bunker" per via della struttura militare di fortificazione qui presente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo aver superato una serie di pizzerie, sale ricevimenti e ristoranti, ci si ritrova al centro del borgo, caratterizzato da un pittoresco porticciolo frequentato da anziani e “leggendari” pescatori e racchiuso da un lungo molo che si staglia in mare all’ombra di “Torre Pelosa”, un edificio di  avvistamento del 500.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oltrepassato il porto si apre un lungo segmento roccioso fiancheggiato dal lungomare di via Trulli. Dopo aver superato il piccolo lido privato “Azzurro”  e un colorato baretto, la scogliera prosegue costeggiando una serie di cale sabbiose: cala Colombo, cala Settanni e cala Sant’Andrea (detta anche “dei Matarrese” per la vicinanza della grande villa dell’omonima famiglia di costruttori).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da questo punto in poi il tragitto asfaltato si interrompe ed è possibile proseguire solo a piedi, in quella che è chiamata la zona delle “due colonne”, per l'esistenza dei resti di un’antico edificio in tufo che sembra fare da guardia al mare. Qui si trovano altre tre spiaggette appartate e incorniciate dagli scogli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attraverso una viuzza si arriva poi davanti all’entrata del lido dell’Aeronautica e si costeggia una graziosa insenatura stretta tra il predetto lido e quello “del Carabiniere”. Superato quest’ultimo stabilimento ci si ritrova su quel tratto di costa denominato “Motel Agip” (per via della presenza di un hotel che domina dall’alto il mare). E in questo punto, al confine con Mola, termina dopo quasi 50 chilometri il lungo litorale di Bari

(Vedi galleria fotografica)


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Il litorale sud di Bari inizia nel punto in cui la strada che fiancheggia la costa diventa nuovamente un lungomare (Imperatore Augusto) e agli occhi dei cittadini si riapre l’orizzonte blu dell’Adriatico. Da questo momento la strada si fa “monumentale”, puntellata da panchine e dai caratteristici e antichi lampioni in ferro nero
La via costeggia la muraglia di Bari Vecchia, fino a incontrare il Fortino Sant’Antonio di fronte al quale si staglia l’omonimo molo che ospita da una quindicina di anni il mercato del pesce
Superato lo storico teatro Margherita, il lungomare cambia nome in Araldo di Crollalanza...
...affianca il cosiddetto “quartiere Umbertino”, quella zona di Bari contraddistinta da imponenti palazzi in stile liberty ed ecclettici
Ma prima dell’eleganza c’è spazio per il folklore, rappresentato dal molo San Nicola, meglio conosciuto come N’ dèrr’a la lanze. Qua da sempre i piccoli pescatori vendono il pesce appena catturato...
...con i loro gozzi, le piccole e colorate barchette in legno, ormeggiate a pochi metri dal Circolo Canottieri Barion
Oltrepassato largo Luigi Giannella (la cosiddetta “rotonda”), l'arteria si trasforma in lungomare Nazario Sauro e spalleggia il quartiere Madonnella, il cui affaccio al mare è rappresentato da grandi edifici istituzionali sorti duranti il Fascismo, tra i quali si distingue la torre del palazzo della Provincia
All’altezza del ponte Giuseppe Garibaldi, la strada si modifica prima in via Armando Perotti e poi in corso Trieste. In questo punto, di fronte a numerose saracinesche abbassate, si apre la grande spiaggia libera di Pane e Pomodoro, praticamente il primo punto balneabile dopo chilometri di cemento (foto di Nicola Velluso)
Superato il parco Perotti e il torrente Valenzano, si entra nel territorio del rione Japigia. Il lungomare prende il nome di via Di Cagno Abbrescia e costeggia la spiaggia pubblica di Torre Quetta. Accanto al lido si dispiega un tratto di costa dominato dai ciottoli e ben tenuto, anche grazie alla presenza di una delle due scuole di surf della città (foto di Gennaro Gargiulo)
Poi per 3,5 chilometri il lungomare (che cambia in seguito nome in via Alfredo Giovine), fiancheggia un litorale roccioso e poco curato e diventa desolato e “indecente”, tra scheletri di capannoni abbandonati, scarichi della fogna a cielo aperto e massiccia attività di prostituzione
Verso la fine della strada sono è comunque presente “Il Trullo”, spiaggia privata attiva dagli anni 40
Superato il lido predetto, il tragitto prosegue verso l’interno per circumnavigare il villaggio turistico “Baia San Giorgio”, attivo dal 1957. Una viuzza sterrata permette poi l’ingresso a “cala pantano”, la foce di Lama San Giorgio
Dal pantano si ritrova il tratto asfaltato entrando in strada della Marina, il “boulevard” di San Giorgio, quello che è una sorta di quartiere marinaro con due chiesette e qualche esercizio commerciale. Sulla costa rocciosa sono presenti alcune note pescherie
E finalmente a Torre a Mare, il quartiere più a sud del capoluogo, si ritrova un po’ di sabbia. Tra il lido della Polizia e il complesso residenziale “Parco Atlantide”, è ubicata la piccola Cala Scizzo, caratterizzata dalla presenza di una delle tante grotte che tra il VI e il III millennio a.C furono abitate dai “primi” baresi(foto di Nicola Velluso)
Proseguendo si delinea il tratto di costa di Punta della Penna...(foto di Nicola Velluso)
...denonimato “bunker per via della struttura militare di fortificazione qui presente (foto di Nicola Velluso)
Dopo aver superato una serie di pizzerie, sale ricevimenti e ristoranti, ci si ritrova al centro del borgo, caratterizzato da un pittoresco porticciolo frequentato da anziani e “leggendari” pescatori
Oltrepassato il porto si apre un lungo segmento roccioso fiancheggiato dal lungomare di via Trulli. Dopo aver superato il piccolo lido privato “Azzurro” e un colorato baretto, la scogliera prosegue costeggiando una serie di cale sabbiose: cala Colombo...
...cala Settanni...
...e cala Sant’Andrea (detta anche “dei Matarrese” per la vicinanza della grande villa dell’omonima famiglia di costruttori)
Da qui in poi il tragitto asfaltato si interrompe ed è possibile proseguire solo a piedi, in quella che è chiamata la zona delle “due colonne”, per l'esistenza dei resti di un’antico edificio in tufo che sembra fare da guardia al mare(foto di Ilaria Palumbo)
Qui si trovano altre due spiaggette appartate e incorniciate dagli scogli (la prima)...
...(la seconda spiaggetta delle "due colonne")
Attraverso una viuzza si arriva poi davanti all’entrata del lido dell’Aeronautica e si costeggia una graziosa insenatura stretta tra il predetto lido e quello “del Carabiniere”
Superato il lido del Carabiniere ci si ritrova su quel tratto di costa denominato “Motel Agip” (per via della presenza di un hotel che domina dall’alto il mare). E in questo punto, al confine con Mola, termina dopo quasi 50 chilometri il lungo litorale di Bari



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