Rosa, Loredana, Lina, Stella: le poche ma raffinate ville storiche affacciate sul mare di Bari
Letto: 2794 volte
mercoledì 16 luglio 2025
Letto: 2794 volte
di Giancarlo Liuzzi - foto Rafael La Perna
Prima di quel tempo, tra l’800 e il 900, i baresi avevano infatti preferito costruire residenze estive nelle contrade di campagna. Il motivo era semplice: a sud del murattiano erano presenti una serie di arterie (come le attuali via Amendola, via Fanelli e corso Alcide De Gasperi) che collegavano i paesi limitrofi al centro cittadino. I ricchi decisero quindi di edificare le loro case nei pressi di queste strade, così da potersi muovere più facilmente in caso di impegni lavorativi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al contrario la costa barese all’inizio del secolo era quasi del tutto impraticabile. Mancava una via litoranea (che fu realizzata solo a partire dal 1926), molte aree erano paludose e altre occupate dalle foci delle lame. In più c’è da considerare che quartieri come Santo Spirito, Palese e Torre a Mare non facevano ancora parte di Bari e quindi la porzione di litorale a disposizione per costruire era molto limitata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi però tra gli anni 20 e 30 tutto cambiò. Venne realizzato il lungomare, aperto il Canalone, bonificata la zona di San Francesco, inaugurati stabilimenti balneari, edificata la Fiera del Levante, costruito lo stadio della Vittoria. E così perlomeno l’area costiera compresa tra San Cataldo e San Girolamo cominciò a popolarsi. Alcune ricche famiglie iniziarono quindi a costruire dimore lì per godere d’estate della vista dell’Adriatico all’ombra del Faro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Naturalmente, come avvenuto nel resto della città, molte ville a partire dal secondo dopoguerra furono poi abbattute per far spazio a moderni e più funzionali edifici. E così oggi di quelle raffinate dimore storiche ne sono rimaste molto poche: una decina in tutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo così andati a scovarle aiutati dalle ricerche dell’esperto Mariano Argentieri, pubblicate sul sito comunicazione-plurale.blogspot.com. (Vedi foto galleria)
Il nostro viaggio parte dal Cus (Centro universitario sportivo) attivo dal 1947. Di fronte a noi si apre via Adriatico che cominciamo a percorrere inbattendoci subito sulla destra in una villetta bianca su due livelli sovrastata da un torrino merlato. Costruita negli anni 30 da Giacinto Lorusso è da tempo adibita a ristorante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla nostra sinistra invece si trovava la raffinata Villa Aurora, eretta a inizio 900 dal conte altamurano Vincenzo Sabini con giardino vista mare, patio balaustrato ed eleganti fregi. Fu però abbattuta (assieme all’adiacente villa De Luzio) per far posto, nel 1948, all’ospedale Cto (Centro traumatologico ortopedico).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proseguiamo per qualche metro per imbatterci, ad angolo con via del Faro, nel muro di cinta di Villa Loredana: l’unico edificio degli anni 10 esistente a San Cataldo. L’accesso principale presenta un cancello in ferro con elementi floreali racchiuso tra due colonne con teste leonine. «Loredana è mia moglie ma il nome originario della dimora è Villa Giselda – ci spiega il proprietario Antonio Giusta -. Fu costruita dall’avvocato Vittorio Gargano nel 1914. Noi l’abbiamo acquistata e restaurata nel 1994, conservando tutti gli elementi originari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel periodo bellico la villa fu requisita prima dalle truppe tedesche e poi dagli anglo-americani. La giallognola facciata principale, con decori e fregi vegetali, si innalza su due livelli e mostra una balconata che crea un ombroso portico al livello inferiore. Elemento caratteristico è il torrino belvedere ad archi con fini colonnine, sovrastato da un terrazzino balaustrato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proseguiamo su via Adriatico e, dopo pochi passi, un rosso torrino “moresco” attira la nostra attenzione. Fa parte di una dimora non abitata costruita nel 1931 dal giudice Ignazio Faenza in stile eclettico, con decori liberty sulle finestre e nella veranda laterale. Oltre l’ingresso principale, ornato da vasi antropomorfi, scorgiamo una graziosa fontanella e una scaletta che conduce alla porta di accesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dal lato opposto della strada invece, tra le fronde degli alberi, notiamo il nome in corsivo di Villa Stella. Si tratta di una piccola residenza degli anni 30 contraddistinta da un torrino quadrangolare con finestre, suddivise da snelle lesene, e da un cornicione rosso sorretto da mensolette.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superiamo ora dei moderni palazzi per raggiungere, sempre su via Adriatico, una graziosa residenza color salmone. Costruita nel 1929, mostra sulla facciata una finta arcata sorretta da doppie lesene e sovrastata da un elemento a timpano. Sulla parte destra del fabbricato, fino al 2014, sorgeva un altro corpo di fabbrica con simili decorazioni, demolito per edificare un alto immobile bianco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed eccoci sul lungomare Starita, di fronte alla spiaggetta di San Cataldo. Voltando lo sguardo ci appare una delle ville simbolo di tutto il rione: Villa Rosa. Progettata nel 1932 dall’ingegnere Oronzo Santalucia per volere del commerciante barese Vito Tomasicchio, fu realizzata in stile razionalista, su più volumi e con un asse architettonico diagonale, per dare maggior impatto scenografico a chi la vedesse dalla spiaggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’ingresso si trova infatti ad angolo ed è contraddistinto da un cancello in ferro battuto, cinto da possenti colonne. La scenografica scala conduce ad un ampio porticato con pilastri scanalati che reggono la balconata superiore. Il prospetto è poi impreziosito da bassorilievi con figure antropomorfe in stile classico: un volto maschile, uno femminile e una donna in riva al mare posti nella parte frontale. Sul fianco è invece raffigurata una donna con un levriero, quasi a ridosso dell’alto torrino belvedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La villa per decenni ha ospitato il ristorante Kilimangiaro e successivamente altre attività di ristorazione. È ora in ristrutturazione.
C’è da dire che sul lato sinistro dell’immobile vi era un tempo un’altra residenza: Villa Ippolita Attolico, costruita nel 1928. L’eclettica dimora, che vediamo in alcune foto d’epoca, era caratterizzata da raffinate monofore e bifore in stile neo-gotico veneziano. Demolita alla fine del secolo scorso è stata sostituita da un alto e moderno palazzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Costeggiando l’ingresso monumentale della Fiera del Levante raggiungiamo infine via Umberto Giordano, dove ha inizio l’ampia spiaggia del lido San Francesco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superiamo la storica pizzeria Zio Peppe (attiva dal 1952) e, al civico 22, ci imbattiamo in una costruzione color ocra, la cui facciata appare interamente erosa dall’aria salmastra. Si tratta di Villa Lina, costruita alla fine degli anni 20 su progetto dell’architetto Cesare Corradini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul prospetto, nonostante i rimaneggiamenti, sono però riconoscibili alcuni eleganti elementi: i capitelli delle colonnine che delimitano la veranda e un torrino a cupola con un ampio cornicione sorretto da mensole. In alcune foto d’epoca riusciamo a vederla nella sua originaria bellezza, priva delle costruzioni che oggi la circondando e delle modifiche fatte negli anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Trovando il cancello aperto riusciamo a raggiungere la scala di accesso “vegliata” da due statue di sfingi, che conduce a un patio con battuto alla veneziana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La villetta è affiancata da una palazzina su due livelli, anch’essa con evidenti rimaneggiamenti fatti nel tempo. Si tratta di Villa Iole, residenza degli anni 30 che anticamente presentava un aspetto razionalista, con forme squadrate dai colori chiari e scuri e con un torrino che svettava sul terrazzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nostro viaggio si conclude alla fine di via Giordano con la residenza più elegante di tutta la zona: Villa Rosa, costruita nei primi anni 30 sempre su progetto di Corradini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’edificio color ocra, recentemente restaurato, si innalza su due livelli con un torrino centrale. La facciata eclettica, con cantonali in bugnato, si compone al livello stradale di un porticato con cinque arconi ogivali, sorretti da pilastrini con fini capitelli, chiusi da ampie vetrate. Il primo livello è contraddistinto da finestre ad arco, con decori a dentelli e a rosette, da un’elegante balconata centrale e da una merlatura sul parapetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Avvicinandoci alle vetrate scorgiamo all’interno degli splendidi candelabri in ferro battuto: pendono da un soffitto ligneo con elementi vegetali su sfondi dorati e celesti disegnati dal pittore Nicola Colonna. Un piccolo capolavoro affacciato sul mare che ha resistito all’edificazione selvaggia che ancora oggi caratterizza la città di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita