di Gaia Agnelli - foto Francesco De Leo

Bari, la storia di Liberty e Ideale raccontata dagli ex calciatori delle due gloriose squadre
BARI – «Bari non è stata sempre e solo biancorossa: c’è stato un tempo in cui in città hanno sventolato anche i gloriosi colori nero-verde e bianco-blu». Parole degli 84enni Franco Casalino e Pino De Palma, ex attaccanti di Liberty e Ideale: le due squadre di calcio baresi che fino agli anni 60 infiammarono con le loro partite il Campo degli Sports del rione Carrassi. (Vedi foto galleria)

Facciamo un passo indietro. L’Ideale, dalla divisa nero-verde, nacque nel 1908, mentre il Liberty (con i colori bianco e blu) nel 1909. Entrambe si andarono ad affiancare al team “ufficiale” della città, quel Bari Foot-Ball Club fondato nel 1908 che sciolse però nel 1915. Le due “sorelle minori” continuarono invece a giocare sino agli anni 20, prima al Campo San Lorenzo, situato all’interno della Caserma Rossani e poi dal 1925 sul Campo degli Sports da 10.000 posti, posto sul tratto di Viale Papa Giovanni XXIII che costeggia il Carcere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I due club furono persino ammessi in Prima Divisione nel 1922, fino a quando nel 1928 si andarono a fondere nell’Unione Sportiva Bari che diventò l’unica squadra del capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo però fino agli anni 50, decennio che vide la rinascita delle due compagini. Il Liberty (che in realtà era stato ricostituito nel 1944 ma per soli due anni), si riaffacciò nel mondo del pallone nel 1952, seguita tre anni dopo dall’Ideale. I club diedero così vita a una nuova pagina di storia calcistica barese, che terminò però per sempre negli anni 60.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi, tra maglie d’epoca e foto in bianco e nero, è possibile rivivere le imprese delle due mitiche squadre nel Museo dello Sport del rione Japigia. Si tratta di un tempio del calcio barese fondato proprio da due ex giocatori del Liberty: il 75enne Vito e il 72enne Vincenzo Antonacci, che ne vestirono la maglia poco prima dello scioglimento. E sono stati loro a farci conoscere due leggende del calcio barese: si tratta dei già citati Franco Casalino (del Liberty) e Pino De Palma (dell’Ideale), centravanti delle due squadre negli anni 50.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Avevo 16 anni quando nel 1955 fui preso nelle giovanili dell’Ideale – racconta Pino mostrandoci alcuni scatti in cui si vede lui, ragazzino, al Campo degli Sports –. Fui notato da un osservatore mentre giocavo nell’oratorio del Redentore. Una volta entrato fui però chiamato subito in prima squadra, con la quale partecipai alla Seconda Divisione. La nostra era una rosa non formata per vincere. Eppure nella stagione 1956-1957 ci classificammo primi e volammo in Prima Divisione, dove tra l’altro già si destreggiava il Liberty».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Liberty di cui faceva parte Franco Casalino. «Io invece ero nell’Altamura quando fui reclutato dai bianco-blu – rammenta il signore –: quel giorno li battemmo e il mister avversario mi fermò per chiedermi di giocare con loro. Per me, nato e cresciuto a Bari, si trattava di un sogno e ovviamente accettai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le due compagini però non si incontrarono in quel campionato perché furono inseriti in due gironi diversi. E se il Liberty nel torneo andò alla grande, l’Ideale ebbe parecchie difficoltà. «Ci salvammo per miracolo – sottolinea Pino–. Ma l’annata successiva fu memorabile. Grazie all’arrivo del grande mister Luigi Volpicella raggiungemmo la vetta del girone, diventando Campioni Dilettanti. Perdemmo però poi le Interregionali per l’accesso alla serie D». Stessa sorte del Liberty, che sempre nella stagione 1958-59 si posizionò primo nel proprio girone perdendo però gli spareggi per la promozione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La stagione successiva fu poi quella del derby, visto che le due squadre vennero finalmente inserite nello stesso girone. Se ne disputarono due in quella stagione e due nel torneo dell’anno dopo. I nostri testimoni purtroppo non ricordano date e risultati, ma rammentano bene l’atmosfera che si respirava in quelle sfide stracittadine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il Campo degli Sports era sempre colmo di tifosi di entrambe le fazioni – rammenta Casalino –. La maggior parte dei supporters del Liberty proveniva dal rione Carrassi, mentre gli “idealisti” erano principalmente di Bari Vecchia. I balconi delle palazzine adiacenti brulicavano di persone affacciate per godersi la partita. Non mancarono “battibecchi” tra le accese tifoserie, sulla scia dei derby degli anni Venti che finivano con invasioni di campo e risse. Si trattava del resto di una rivalità molto sentita perché se il Bari rappresentava la città, il Liberty e l’Ideale simboleggiavano la propria zona d’appartenenza e anche un po’ la classe sociale: “operaia” quella dell’Ideale, più “borghese” quella del Liberty».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’ultimo derby, nel 1961, vide imporsi per 2-1 l’Ideale sul Liberty alla fine del campionato. Quella partita segnò però uno spartiacque: da quel momento infatti le vicende dei club si divisero. L’Ideale retrocesse in Seconda Categoria e fallì pochi mesi dopo per mancanza di finanziamenti economici, scomparendo così per sempre dal panorama calcistico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E questo a differenza del Liberty, che fu finalmente promosso in Serie D, categoria in cui rimase per ben sette stagioni. Di quel periodo d’oro nel Museo sono conservati non solo immagini ma anche scarpini e divise originali di alcuni atleti dell’epoca, quali Alessandro Rausa e Orlando Tucci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un pezzo di vita che Casalino ricorda bene, soprattutto per le faticose trasferte in giro per il Sud Italia. «Solitamente si partiva il sabato con il treno e si arrivava in tempo per la partita – spiega –. Poi si tornava il giorno stesso. Anche se una volta al termine di un match in Calabria fummo avvisati dello sciopero dei mezzi. Tornammo alternando lunghe camminate ad autostop. Io mi presentai a lavoro il giovedì e il capo mi ordinò di scegliere tra l’azienda e il calcio. Non mi restò che optare per la prima».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma esattamente come accadde qualche anno prima all’Ideale, a segnare il destino dei bianco-blu fu una retrocessione: quella del 1967 in Prima Categoria, che sancì la vendita del titolo sportivo a Palo del Colle, scrivendo la parola fine alla storia della squadra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà quarant’anni dopo il Liberty rivide per un attimo la luce nel 2007, ma solo per un paio di stagioni, quando il titolo sportivo venne riportato nuovamente a Palo. Fu lasciata però a Bari una scuola calcio, che porta ancora oggi il nome e i colori della secolare e leggendaria società del rione Carrassi. In più nel 2012 è nata nel capoluogo pugliese una squadra che pur non c'entrando nulla con la vecchia Ideale ha la sua stessa denominazione, per rifarsi ai genuini valori che animavano il calcio di periferia che fu.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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