Il Bari a Vivarini? Tra successi e flop ecco tutti i mister tornati ad allenare i biancorossi
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lunedì 9 giugno 2025
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di Francesco Sblendorio
Non sarebbe però il primo “cavallo di ritorno” a Bari, città che in passato ha registrato il “rientro a casa” di ben 14 mister. Con risultati però raramente soddisfacenti. Nella maggior parte dei casi infatti, i mister tornati a sedere sulla panchina dei Galletti, non sono riusciti a raccogliere gli stessi risultati della “prima volta”. Più flop che successi insomma. (Vedi foto galleria)
É il caso questo dell’ungherese Ferenc Plemich. Già giocatore e allenatore dell’Ideale nel 1927-28, dopo la fusione di quest’ultimo con il Bari FC (ex Liberty) e la nascita dell’US Bari, guidò la neonata squadra nel girone finale della Prima Divisione (la serie B di allora). Tornò a Bari poi nella serie A 1947-48, ma racimolò solo sette punti in 11 giornate. Ancora più effimero il suo ritorno l’anno seguente: una vittoria e due sconfitte, di cui una addirittura per 9-1 contro l’Inter.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un altro magiaro a tornare alla guida del Bari fu Ernő Erbstein. Condusse i pugliesi nella Divisione Nazionale 1928-29, l’ultima Serie A articolata su due raggruppamenti Nord-Sud prima dell’introduzione del girone unico. Ma le cose non andarono bene: con soli 22 punti in 30 partite i biancorossi arrivarono quart’ultimi e rientrarono nella Serie B dell’anno successivo. Erbstein fu poi richiamato nel 1932 con il Bari nel frattempo tornato in massima divisione. Tuttavia nelle prime sei partite del torneo 1932-33 il tecnico racimolò solo 4 punti e fu sostituito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Diverso l’impatto avuto dall’italo-austriaco Tony Cargnelli. Nel campionato cadetto 1933-1934 sfiorò l’immediato ritorno in A, mancando il pass per la massima serie solo dopo lo spareggio perso con la Sampierdarenese. Cargnelli lasciò la squadra, ma vi tornò nell’estate 1936, con i Galletti che intanto avevano riconquistato la massima divisione. Il tecnico viennese ottenne due salvezze con un 11esimo posto nel 36-37 e un 13esimo nel 37-38. Un buon cavallo di ritorno insomma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ben cinque, con tanti successi e un paio di delusioni, furono invece le parentesi baresi di András Kuttik. A lui si deve la conquista della Serie A del 1934-35 appena ricordata, a cui seguì l’anno successivo una sofferta salvezza. L’ungherese tornò in Puglia all’inizio del massimo campionato 1939-40, ma i soli 9 punti nelle prime dieci partite portarono alla sua sostituzione. Il rendimento dei biancorossi in occasione della terza esperienza di Kuttik a Bari fu più soddifacente: la squadra, nel frattempo ripiombata in Serie B, ottenne 27 punti nelle prime 18 giornate della stagione 1941-42, anche se il tecnico non riuscì a concludere la stagione. Anni dopo Kuttik fu parte di quel Bari che ottenne il suo miglior piazzamento di sempre in serie A: il settimo posto nel 1946-47. Fu confermato per la stagione successiva ma Kuttik fu prima sostituito e poi richiamato, garantendo comunque al Bari un piazzamento a metà classifica e la soddisfazione di aver battuto nello stesso campionato Inter, Juventus e Milan. La quinta e ultima avventura del tecnico magiaro in Puglia si concluse dopo un solo punto in quattro giornate all’inizio del campionato 1948-49.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il recordman dei ritorni alla guida dei Galletti è però un barese doc: Raffaele Costantino, bandiera del Liberty e del Bari negli anni 20 e 30. La società biancorossa si rivolse a lui per ben otto volte, con esiti altalenanti, spesso anche per brevi periodi, chiedendogli di risollevare le sorti della squadra. La prima nel 1939-40 quando contribuì alla salvezza in serie A. Dopo il fugace passaggio nella serie B 1941-42, il Bari si affidò di nuovo a Faele nella seconda parte della stagione 1942-43, senza però ottenere la permanenza in A. Tra il 1944 e il 1946 fu incaricato di guidare la squadra nei primi campionati post-bellici a carattere interregionale. Ci fu poi anche la sua firma nel settimo posto in serie A del 1946-47 e per ben tre volte venne richiamato nella stagione 1950-51 nel vano tentativo di salvare il Bari dalla retrocessione in C. Al termine di quell’annata, Costantino fu confermato per il campionato seguente, nel corso del quale fu però esonerato nonostante cinque vittorie e quattro pareggi nelle prime undici partite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella stagione 1950-51 si succedettero alla guida del Bari addirittura sette allenatori. Il primo della serie fu Federico Allasio che lasciò dopo sette partite in cui la squadra subì quattro sconfitte e ben 16 gol. Il tecnico torinese fece ritorno in Puglia nel biennio di Serie B 1956-58, quando ottenne prima una tranquilla salvezza e poi la promozione in A. Meno positiva la sua terza esperienza: nel campionato cadetto 1961-62 conquistò solo 19 punti in 21 partite e fu sostituito da Onofrio Fusco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Va annoverato tra i tecnici che si sono seduti sulla panchina del Bari a distanza di poco tempo anche Paolo Giammarco. Nella stagione 1950-51 fu allenatore per due sole partite a poche settimane l’una dall’altra: quelle contro Pisa e Modena, conclusesi entrambe a reti bianche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E nella travagliata annata 1950-51 fu chiamato a dirigere la squadra, per una sola partita, Francesco Capocasale. L’ex centrocampista biancorosso tornò in panchina altre tre volte. Nel triennio 1953-56 conquistò due promozioni consecutive dalla IV Serie alla B e un piazzamento a metà classifica in cadetteria. La seconda esperienza risale al 1960 in serie A: a metà campionato rilevò Tabanelli ottenendo la salvezza, mentre all’inizio della stagione 1960-61 fu sostituito dopo sei sconfitte in sette giornate. L’ultimo ritorno di Capocasale sulla panchina del Bari avvenne nella parte centrale della stagione 1964-65 in B: ma con soli 22 punti in 24 giornate non riuscì a invertire la rotta di una squadra destinata a retrocedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In due riprese è stato mister biancorosso anche il citato Paolo Tabanelli. Nel 1958-59 ottenne un buon 11esimo posto in serie A, che non riuscì a replicare l’anno dopo quando venne sostituito dopo aver conquistato solo 13 punti in 19 partite. Andò peggio la sua seconda esperienza barese: nel 1963-64 rilevò Maestrelli dopo un terzo di campionato, ma i Galletti terminarono ultimi tornando in serie B. Nonostante ciò, fu confermato per la stagione seguente, perdendo però il posto dopo soli sette punti ottenuti in otto incontri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Abbiamo già menzionato Onofrio Fusco, che visse tre momenti alla guida del Bari negli anni 60, tutti sostanzialmente discreti. Il primo in realtà coincide con una sola partita, il 2-0 casalingo alla Spal nella serie A 1960-61. La stagione successiva, in B, subentrò ad Allasio e marciò quasi a ritmo da promozione, con 22 punti in 17 giornate. La sua ultima parentesi biancorossa risale invece al campionato cadetto 1964-65, in affiancamento a Capocasale: in 11 incontri i due ottennero 12 punti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Meno frammentari furono i periodi a Bari di Lauro Toneatto, anche se il secondo non fu certo all’altezza del primo. Il triennio 1966-69 al timone dei biancorossi fu positivo. Vinse prima il campionato di serie C e l’anno dopo da neoproposso in B mancò la promozione in A per un solo punto, per poi centrare il salto di categoria nella stagione seguente. Lasciò poi il Bari per il Pisa per ritornare in Puglia nel 1970-71, con la squadra di nuovo in B. Le cose però non andarono benissimo: i Galletti fallirono l’immediato ritorno in A agli spareggi, mentre il torneo successivo si chiuse con un deludente 11esimo posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un tecnico rimasto nel cuore dei baresi è Enrico Catuzzi, che dopo aver fatto sognare i tifosi non riuscì però, una volta tornato, a replicare le imprese precedenti. Le sue prime due esperienze in biancorosso risalgono a quando, da tecnico della Primavera, fu chiamato a salvare la prima squadra che navigava in cattive acque in serie B. Accadde nel 1979 e poi nel 1981 e in entrambi i casi l’impresa riuscì. La società decise di confermarlo al timone della prima squadra e la scelta si rivelò azzeccata: nel 1981-82 il suo “Bari dei baresi” sfiorò la promozione in A. Al sogno mancato seguì tuttavia l’amara delusione della retrocessione in C1 nel 1982-83, con Catuzzi esonerato dopo la 25esima giornata. Tornato a Bari per un altro biennio, tra il 1986 e il 1988 in serie B, il mister emiliano non andò però oltre un nono e un settimo posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Arriviamo al campionato di Serie B 1992-93 quando il Bari ingaggiò a metà torneo Giuseppe Materazzi che non riuscì a invertire la rotta di una squadra che languiva a metà classifica. Confermato comunque per la stagione successiva, il tecnico sardo portò i biancorossi in serie A dove nel 1994-95 ottennero una tranquilla permanenza. L’anno dopo però iniziò male e il mister fu sostituito da Fascetti dopo 12 partite. Il suo ritorno in Puglia risale all’inverno del 2007, quando fu chiamato a risollevare le sorti dei biancorossi dopo l’esonero di Maran. Beppe ottenne però solo una risicata salvezza. La sua esperienza barese proseguì nella stagione successiva, ma giunse al capolinea dopo il pesante 0-4 subito nel derby con il Lecce prima di Natale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’ultimo cavallo di ritorno registrato sulla panchina del Bari è quello di Gaetano Auteri. Chiamato a rilevare proprio Vivarini nel 2020-21 in serie C, il mister siciliano guidò il Bari fino alla 23esima giornata, perdendo via via terreno dalla capolista Ternana. Sostituito da Massimo Carrera, fu poi richiamato a due giornate dal termine, ma il suo ritorno si rivelò un flop: una vittoria e una sconfitta, prima dei playoff in cui il Bari venne eliminato al secondo turno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica - immagini dal libro Bari 1908 1998 di Gianni Antonucci)
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