Il Bari calcio? In Italia è l'unico club importante a non aver mai vissuto un momento di gloria
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giovedì 19 giugno 2025
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di Francesco Sblendorio e Marco Montrone
Nel capoluogo pugliese infatti non solo non si è mai vinto un campionato o una coppa vera ma non si è mai riusciti a ottenere né un piazzamento prestigioso in serie A né la partecipazione a una competizione europea.
Ad oggi i migliori risultati raggiunti si limitano a un settimo posto in campionato (nel lontano 1947), a tre semifinali di Coppa Italia (l'ultima nel 1984) e alla Mitropa Cup del 1990. Quest’ultimo è l’unico trofeo conquistato dai biancorossi, ma in verità assai poco prestigioso. Basti pensare che la finale contro il Genoa venne seguita allo stadio della Vittoria da sole 3.600 persone e che il Bari, per via di numerose assenze, giocò in finale con un calciatore appartenente al Lecce: Ubaldo Righetti.
Possiamo quindi affermare che il Bari nella sua storia non ha mai vissuto un momento di vera gloria. E questo nonostante rappresenti la nona città più popolosa della Penisola, sia al 19esimo posto nella classifica perpetua della serie A e al 16esimo per numero di partecipazioni al massimo campionato. Parliamo quindi di una realtà importante nel panorama calcistico italiano, che però ha immancabilmente, sempre, sprecato la “sua” occasione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E questo a differenza di tutte le compagini del livello del Bari (tranne forse il Brescia, che comunque almeno l'Intertoto l'ha fatta). Società che hanno vissuto più la B che la A, che spesso sono state invischiate nella lotta per non retrocedere, ma che almeno una volta nella loro vita hanno potuto affermare di “avercela fatta”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Basti pensare al Cagliari e al Verona campioni d’Italia, al Parma che fece incetta di coppe negli anni 90, all’Atalanta vincitrice dell’Europa League, al Perugia e al Vicenza secondi in campionato negli anni 70. Si legga la tabella di sotto per avere la conferma di come anche piccole squadre come l’Empoli o il Chievo siano riuscite a raggiungere risultati per ora preclusi al Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il segreto del successo di queste squadre? Semplice: presidenti ambiziosi che hanno messo nel calcio soldi, progetti e passione. Il tutto diversamente dal Bari, che invece non è mai riuscita ad avere un proprietario che gli assicurasse un’agognata stabilità.
Del resto il periodo più lungo di permanenza in serie A dei biancorossi risale ormai a 90 anni fa (1935-41), nei quali tuttavia il Bari raccolse al massimo un 11esimo posto, prima che le carenti liquidità portassero alla retrocessione. In quel periodo la società era gestita dall’Opera Nazionale Balilla e il Fascio cittadino ne nominava annualmente il presidente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo la guerra il club si ricostituì e fu affidato a Tommaso Annoscia, commerciante di materiale elettrico. Con lui i Galletti raggiunsero l’apice della loro storia: il settimo posto del 1947. Ma nel 1950 il patron, dopo essere stato squalificato per aver accusato pubblicamente la classe arbitrale, abbandonò il sodalizio deluso e risentito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Iniziò quindi una fase di commissariamento comunale dovuta all’assenza di un’azienda che sostenesse la società sportiva. Per oltre un decennio l’imperativo fu ridurre le spese e la conseguenza fu che dal 1951 al 1963 il Bari vide la A solo tre volte, conoscendo anche l’onta della retrocessione in IV Serie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La fase di commissariamento terminò nel 1963 quando a prendere le redini del club fu nominato Angelo De Palo: di professione ginecologo, amato dal pubblico, ma anch’egli costretto per carenza di fondi a gestire la società in modo poco dispendioso. Con lui il Bari non andò oltre la partecipazione a due campionati di serie A, nel 1963-64 e 1969-70. Negli anni successivi le ristrettezze finanziarie obbligarono poi ad aprire a nuovi soci e a ringiovanire la rosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1977 l’improvvisa morte di De Palo portò all’avvento della famiglia Matarrese. Con gli imprenditori edili, Antonio prima e Vincenzo poi, il Bari visse però oltre 30 anni di ulteriori alti e bassi, senza riuscire mai a “elevarsi” a un livello adeguato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un paio di occasioni ce ne furono pure. Come nel 1991-92, quando dopo l’oneroso acquisto del trequartista della Nazionale inglese David Platt, la società affermò di aver l’ambizione di portare la squadra in Europa. Purtroppo però tra acquisti sbagliati (Farina), grandi sfortune (l’infortunio occorso a Joao Paulo), l’incapacità di trovare sul mercato di riparazione un valido sostituto in attacco e la decisione di affidare la panchina all’inesperto Zibì Boniek, portarono a una cocente retrocessione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In quel caso emerse un po’ di dilettantismo nella gestione della società. Mentre è da attribuire alla non volontà di investire il mancato salto di qualità della fine degli anni 90.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra il 1997 e il 2000 il Bari si era infatti stabilizzato in serie A, ma i proventi delle cessioni miliardarie di Ventola e Zambrotta non furono mai reinvestiti. E alla fine, dopo una campagna acquisti all’insegna del risparmio e il mancato alzamento del monte ingaggi, il campionato 2000-2001 venne affrontato con una squadra di bassa caratura che non riuscì a evitare la serie B.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E come dimenticare il periodo tra il 2008 e il 2011? Quello in cui la società trovò nel ds Giorgio Perinetti un uomo in grado di portare a Bari allenatori di livello come Conte e Ventura e campioni come Barreto, Almiron, Donati e Bonucci. In quegli anni i tifosi respirarono un’aria diversa: finalmente in città c’era la reale speranza di poter ambire a qualcosa di importante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma niente, i Matarrese decisero “che il divertimento era finito” e che non sarebbero stati investiti altri fondi. Non fu quindi trovato l’accordo per il rinnovo di Perinetti, il quale andò via, portando la sua esperienza a Siena. E così nel 2010-2011 un Bari assente a livello societario naufragò, scendendo mestamente in serie B e andando pure a invischiarsi nella triste vicenda del calcioscommesse.
Dal 2014 poi, dopo la dichiarazione di fallimento dei Matarrese, il Bari è caduto dalla padella alla brace, passando dal dilettantismo dell’ex arbitro Gianluca Paparesta alla bancarotta dell’imprenditore Cosmo Giancaspro (con conseguente secondo fallimento).
Ripartita dalla serie D la società è stata rilevata dai De Laurentiis: una ricca famiglia di imprenditori che, dopo aver riportato la squadra in B, ha però dichiarato di considerare il Bari solo come “la seconda squadra” del loro Napoli. Un club quindi non degno di investimenti e programmazione che, ancora una volta, è stato lasciato a navigare nella totale mediocrità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il tutto mentre l’Atalanta si è qualificata nuovamente per la Champions, il Como ambisce all’Europa e il Lecce resterà per la quarta stagione consecutiva in serie A.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella tabella i “momenti di gloria” vissuti da squadre storicamente del livello del Bari (dal 1930 ad oggi):
Club | Patron | Anno | Massimo obiettivo raggiunto |
Atalanta | Turani | 1963 | Vincitrice Coppa Italia |
Atalanta | Bortolotti | 1988 | Semifinalista Coppa delle Coppe |
Atalanta | Percassi | 2024 | Vincitrice Europa League |
Cagliari | Corrias | 1970 | Campione d’Italia |
Cagliari | Cellino | 1994 | Semifinalista Coppa Uefa |
Cesena | Manuzzi | 1976 | Qualificazione Coppa Uefa |
Chievo | Campedelli | 2006 | Qualificazione Champions League |
Empoli | Corsi | 2007 | Qualificazione Coppa Uefa |
Genoa | Culiolo | 1937 | Vincitrice Coppa Italia |
Genoa | Spinelli | 1992 | Semifinalista Coppa Uefa |
Livorno | Spinelli | 2006 | Qualificazione Coppa Uefa |
Palermo | Zamparini | 2006 | Ottavi di finale Coppa Uefa |
Padova | Pollazzi | 1958 | 3° posto in Campionato |
Parma | Tanzi | 1993 1999 |
Vincitrice Coppa della Coppe Vincitrice Coppa Uefa Vincitrice Coppa Uefa |
Perugia | D’Attoma | 1979 | 2° posto in Campionato |
Perugia | Gaucci | 2003 | Vincitrice Coppa Intertoto |
Sassuolo | Squinzi | 2016 | Qualificazione Europa League |
Venezia | Bennati | 1941 | Vincitrice della Coppa Italia |
Verona | Guidotti | 1985 | Campione d’Italia |
Vicenza | Farina | 1978 | 2° posto in Campionato |
Vicenza | Dalle Carbonare | 1997 1998 |
Vincitrice Coppa Italia Semifinalista Coppa delle Coppe |
Triestina | Brunner | 1948 | 2° posto in Campionato |
Udinese | Pozzo | 2009 | Quarti di finale Coppa Uefa |
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I commenti
- antonio arky - non ci resta che lo Stadio, unica Icona che distingue Bari nel calcio, peraltro incompiuto come infrastrutture da progetto...una Vergogna.