di Vincenzo Drago

Bari, contro il calcio moderno c'è l'Ideale: il club gestito dai tifosi
BARI - Giocatori coinvolti in scommesse illecite, rigide restrizioni per entrare negli stadi, scandali finanziari d'ogni tipo: quanti colpi bassi deve subire la passione dei tifosi italiani, ogni giorno messa alla prova da notizie che non dovrebbero riguardare il pallone. E va a finire che qualcuno di questa situazione si stufa per davvero. Chiedetelo a quella trentina di supporter del Bari che hanno abbandonato gli spalti del San Nicola, esasperati da quello che loro chiamano il "calcio moderno", per dar vita a una loro squadra amatoriale, genuina, pulita. Anzi "Ideale", così come l'hanno chiamata nel 2012. (Vedi foto galleria)

«Tutto prese forma più di tre anni fa - racconta il 29enne Gianluca De Cesare, presidente di questa particolare società - quando confrontandomi con alcuni amici, tutti fan sfegatati dei "galletti", ci rendemmo conto che la pazienza era ormai giunta al culmine. Bari era stata l'epicentro dell'ennesimo scandalo legato a partite truccate e cominciammo a pensare che non valesse più la pena sopportare ancora tessere del tifoso, trasferte vietate e assurde limitazioni della libertà personale per essere partecipi di un sistema così marcio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Era venuto meno l'amore per lo sport? No, anzi, l'esatto contrario: allontanarsi da scommesse, pay tv e biglietti nominali sembrava il modo migliore per riscoprirne i veri valori. «Una decisione non facile - ammette il giovane patron -, molti di noi avevano alle spalle decenni di militanza biancorossa. Alla fine però trovammo il coraggio di dire basta con lo stadio di Renzo Piano e di metterci in proprio. Fu così che il 28 maggio 2012 vide la luce la nostra creatura, l'asd Ideale Bari calcio: una squadra fondata, guidata e diretta dai suoi stessi tifosi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un nome che non è certo nuovo nel capoluogo pugliese: l'Us Ideale era infatti uno dei due club cittadini che fondendosi il Fc Liberty dette vita nel 1928 all'amata As Bari. E infatti i colori sociali della nuova Ideale non furono scelti a caso: prima maglia biancorossa ma seconda maglia neroverde, proprio come quella indossata dai calciatori della vecchia Ideale agli albori del ventesimo secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Risolte le questioni "cromatiche", venne il momento di darsi delle regole e di formare una rosa. «La società si dotò di un organigramma solo per motivi burocratici - spiega De Cesare -. In realtà sin dall'inizio la voce di tutti i componenti ha avuto sempre ugual peso: si cerca di ogni decisione all'unanimità, altrimenti è logico ricorrere alla maggioranza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per formare la squadra non ci fu bisogno di un direttore sportivo: il metodo dello spargere la voce tra "gli amici degli amici" fu più che sufficiente. D'altronde per l'esordio ci si preparava ad affrontare un torneo provinciale dell'Uisp, l'Unione sport per tutti, non certo un campionato professionistico. Ma tant'è, vincere fa sempre piacere, e così la nuova società, giocando i match casalinghi al campo sportivo del quartiere San Pio, si classificò prima nel suo girone, venendo eliminata solo nella fase successiva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto ciò con una cornice di pubblico alquanto insolita per competizioni di così basso livello. Nell'Ideale i "dirigenti" del club sono allo stesso tempo i suoi tifosi e danno sfoggio nei campi di provincia della loro "esperienza" maturata negli stadi di serie A e B. Cori possenti, fumogeni, striscioni e (tanta) birra conquistarono così anche i polverosi rettangoli di gioco del barese, dando una spinta in più agli atleti biancorossi che nella stagione 2013/2014 furono premiati con l'affiliazione alla Figc e l'iscrizione al campionato di Terza categoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nel frattempo si vinceva anche lontano dagli impianti sportivi: iniziative di solidarietà in collaborazione con alcune associazioni del territorio, stretti contatti con la Caritas e gli orfanotrofi, aiuti concreti alle popolazioni colpite dal terremoto dell'Emilia. Nacque persino un gruppo di donatori di sangue intitolato a Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un poliziotto in un'area di servizio autostradale nel 2007.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Con l'approdo nelle competizioni federali la squadra comincia a disputare gli incontri in casa su un altro terreno sintetico, il "Francesco Capocasale", nel quartiere San Girolamo, dove la mancanza della pista atletica fa sì che i goliardici supporter facciano sentire il fiato sul collo agli avversari di turno. Il salto in Seconda categoria però non arriva, nè al primo tentativo, nè nell'annata 2014/2015, quando però i ragazzi allenati dall'esperto mister Pippo Graziosi giungono in fondo alla coppa di categoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È storia di qualche giorno fa. L'Ideale, dopo aver superato 3 a 0 in semifinale il Real Sannicandro, ha un solo ostacolo verso la conquista del trofeo, la finale del 30 maggio con il Borgorosso Molfetta. L'atto conclusivo riassume forse appieno la filosofia della società. «Per la partita decisiva è stato designato il campo di Loseto - racconta De Cesare - che ha accolto un pubblico incredibile. Circa 200 spettatori, non solo simpatizzanti e amici, ma anche delegazioni di tifosi dell'Fc Bari e dei paesi limitrofi come Gravina, Mola di Bari, Spinazzola e Andria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sui gradoni saltano e cantano alcuni ragazzi tedeschi provenienti da Lipsia, in Germania, anche loro proprietari di un club "popolare". D'altronde di esperimenti simili se ne contano diversi, anche in Italia: a Roma ci sono l'Ardita San Paolo e l'Atletico San Lorenzo, a Firenze il Centro Storico Lebowski, a Padova la San Precario, ad Ancona la Konlassata, a Cosenza la Britium, nella "nemica" Lecce lo Spartak e così via.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Loseto, inutile dirlo, il clima è rovente: gli spalti remano a favore di una sola squadra. A sbloccare il risultato però sono gli ospiti, che chiudono il primo tempo in vantaggio. La ripresa è un assalto dell'Ideale che cerca disperatamente di pareggiare il conto: niente da fare, il portiere avversario e la traversa fissano il risultato finale sull'1 a 0 per il Borgorosso. I molfettesi acciuffano il piccolo sogno ma rendono omaggio ai sostenitori presenti, rivolgendosi alla tribunetta stracolma con un inchino simbolico. Come dire che in questo calcio vanno in campo 22 giocatori ma a trionfare è prima di tutto il tifoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma se un giorno l'Ideale vincesse così tanto da essere ammessa ai campionati professionistici? Accetterebbe di far parte di quel sistema che tanto combatte? «Non ci abbiamo mai pensato - rivela sorpreso De Cesare - e con le risorse a disposizione crediamo si tratti di un’utopia. Di certo se avvenisse la prima preoccupazione non sarebbe il risultato, ma l’evitare di scendere a compromessi con tutto ciò contro cui lottiamo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Qui il sito dell'Ideale Bari

Il ringraziamento dei giocatori dell'Ideale ai propri tifosi dopo sconfitta in finale di coppa:



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