Nuoto, ciclismo e corsa: sul lungomare di Bari alla scoperta del Triathlon
Letto: 1528 volte
lunedì 21 luglio 2025
Letto: 1528 volte
di Angela Martoccia - foto Paola Grimaldi
Nel barese sono ben 12 le associazioni affiliate alla Fitri (Federazione italiana triathlon) per un totale di 400 iscritti. «Questo sport sta prendendo sempre più piede al Sud – racconta Antonio Tondi, presidente del comitato regionale Fitri Puglia –. Del resto è formativo sotto ogni aspetto. Il momento in cui si passa da una disciplina a un’altra è quello più importante della gara, perché in una situazione di stress devi necessariamente abbassare il battito cardiaco ed essere presente a te stesso per compiere correttamente tutti i passaggi. É una metafora della vita, in cui bisogna essere sempre lucidi e concentrati quando bisogna compiere dei passi importanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il triathlon olimpico include una combinazione di 1500 metri di nuoto, 40 km di bici e 10 km di corsa. Ci sono però varianti più leggere (vedi lo “sprint” in cui le distanze sono dimezzate) e altre ancora più dure come il “medio”, il “superlungo” e soprattutto l’“Ironman”. Quest’ultima specialità, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, prevede addirittura 3,8 km di nuoto, 180 km di bici e 42,2 km di corsa.
Noi passeggiando sul lungomare barese abbiamo incontrato alcuni atleti di triathlon intenti ad allenarsi. Dopo averli osservati li abbiamo quindi avvicinati per conoscere meglio questo affascinante mondo sportivo. (Vedi foto galleria)
Ci troviamo in uno spiazzale situato di fronte alla spiaggia del quartiere San Girolamo, sul lungomare IX Maggio. Qui gli atleti hanno posto una sorta di rastrelliera dove sono posizionate le biciclette. «Questa è la “zona cambio” detta anche “campo gara” – ci dicono i cinquantenni Franco Mannese e Fabrizio Rossiello –. Da qui si parte per poi ritornare e ripartire alla fine di ogni disciplina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli sportivi che si stanno allenando sono cinque e sono tutti provenienti dalla polisportiva “Amici di Marco” di Bitonto. Indossano una divisa aderente chiamata “body”, specifica per il triathlon: è dotata infatti di fondello, ovvero un’imbottitura che protegge le parti del corpo che appoggiano sul sellino della bici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta ora che attendere il “via”. Si parte dal nuoto. Vediamo quindi i cinque mettersi cuffia e occhialini, prendere la rincorsa sul bagnasciuga, per poi andarsi a tuffare in mare iniziando a sbracciare forte, in stile libero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Usciti dall’acqua corrono subito verso la zona cambio per mettersi il casco, le scarpette, inforcare la propria bici e partire sul lungomare in direzione nord. Questo passaggio di transizione da uno sport ad un altro è detto “T1”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo circa mezz’ora li vediamo tornare, scendere dalla bici, posizionarla nella rastrelliera, togliersi il casco, indossare le scarpe da corsa e ripartire a piedi, in tutta velocità, per l’ultima frazione dell’allenamento. Questo secondo passaggio è chiamato “T2”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E infine, passata una ventina di minuti, c’è il ritorno definitivo al campo gara, ovvero al traguardo. (Vedi video)
Ci avviciniamo così agli atleti per parlare con loro di questo particolare sport. «Perché pratico il triathlon? Non sapevo scegliere fra le tre discipline e quindi mi sono detta: perché non farle tutte?», ci dice sorridendo la 48enne Chiara Morgese, che non ha partecipato all’allenamento perché infortunata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutti ci dicono però che non è facile trovare il tempo per allenarsi. «Sì – conferma Chiara – . Dovendo allenare tutti gli sport è necessario programmare almeno due sedute per disciplina alla settimana. Per chi lavora e ha famiglia non è semplice».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma tra nuoto, bici e corsa qual è la specialità più dura? «É molto soggettivo – risponde Franco –, perché ci sono persone che prediligono o sono più portate per uno dei tre sport. Forse la parte più difficile da allenare è comunque il nuoto: se non si è praticato sin da piccoli non è una competenza che si acquisisce da un giorno all’altro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutti sono però d’accordo sul fatto che il triathlon abbia benefici sulla vita quotidiana. «Vedo maggiori risultati negli studi, perché grazie a questo sport si impara a focalizzare gli obiettivi e a rimanere sempre concentrati», afferma il 15enne Giovanni Pierro. «Mi aiuta molto a scaricare una giornata lavorativa pesante», aggiunge il 46enne Vittorio Nunziante. «E poi allenarsi all’aria aperta, a contatto con la natura, è impagabile», sottolinea la 50enne Mariapia Stragapede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tra l’altro – conclude Fabrizio – praticando tre sport non ci si annoia mai: è questo il bello del duro ma appagante triathlon».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video di (Paola Grimaldi e Gaia Agnelli) gli atleti del Triathlon che si allenano sul lungomare di Bari:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita