di Gaia Agnelli - foto Adriano Di Florio

Sogni, provini, allenamenti e divertimento: alla scoperta del mondo delle scuole calcio
BARI – Rappresentano il luogo dove i ragazzini imparano a giocare a pallone, sperando di diventare un giorno dei campioni. Sono le scuole calcio, strutture nelle quali tecnici del settore insegnano i fondamenti dello sport più amato al mondo, in alcuni casi accompagnando i giovani verso il professionismo. (Vedi foto galleria)

Le scuole però non ci sono state sempre. Prima si giocava nelle piazze, negli oratori e sui campi di periferia in “brecciolina”. I più bravi poi si proponevano alle squadre giovanili che, attraverso un provino, selezionavano i migliori talenti della città. Tra i club dilettantistici del capoluogo pugliese ricordiamo la Minafra, il Club Paradiso, la Nuova Bari e la ancora esistente Pro Inter di Tonino Rana (lì dove si formò Antonio Cassano).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma negli ultimi vent’anni tutto è cambiato. Per strada non si sta quasi più, gli spazi per i piccoli si sono ridotti e sono proliferate di conseguenza le scuole calcio, che con i loro campi in erba sintetica accolgono i bambini desiderosi di confrontarsi con la sfera di cuoio. Scuole in cui poi vengono composte squadre che permettono ai partecipanti di confrontarsi in tornei e campionati di categoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di fatto quindi oggi ci si forma direttamente all’interno dei centri sportivi, che accettano iscritti già a partire dai 4 anni di età. Naturalmente questo ha un costo per i genitori, ma rende più facile il percorso nel mondo del calcio per i ragazzini, a cui viene anche regalata la possibilità di farsi notare dai club professionistici.  

Quasi tutte le scuole sono infatti “affiliate” a società quali Bari, Milan o Juventus, che impongono un certo tipo di didattica e allenamento, inviando regolarmente sui campi osservatori capaci di intuire se ci sono talenti da portare nel proprio vivaio.  

Il Bari ad esempio ha attivato dal 2014 il progetto “Academy”, con cui controlla centinaia di ragazzi. «Siamo in contatto con diverse scuole presenti in tutta la provincia con le quali collaboriamo per accompagnare gli allievi nel percorso di crescita tecnica – conferma Giuliano Antonicelli, responsabile scouting del club biancorosso  -. I più in gamba di loro li portiamo poi nei nostri settori giovanili, rilasciando un premio di preparazione economico alla società dilettantistica che li ha formati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel capoluogo pugliese oggi sono presenti una ventina di scuole, nate per la maggior parte negli ultimi 10-15 anni. Anche se alcune di esse possono definirsi delle pioniere del settore, perché fondate tra gli anni 80 e 90. Vedi ad esempio il “De Palo” (centro sportivo che a causa del Covid ha per ora sospeso l’attività di formazione), lo “Snupy” e il “Di Cagno Abbrescia”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultimo si trova all’interno dell’omonimo complesso scolastico privato sito in via Onofrio Lattanzio, traversa in corso Alcide De Gasperi. Siamo andati a visitarlo guidati dal 35enne Christian Tomasicchio, che assieme ai fratelli Francesco e Stefano lo gestisce dal 2007.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Fu mio padre Nicola ad avere l’idea di aprire qui un centro sportivo negli anni 80 – afferma il responsabile –. Oggi contiamo centinaia di allievi di età compresa tra i 4 e i 17 anni che competono nei principali tornei giovanili cittadini, regionali e interregionali. Nel Di Cagno Abbrescia sono “usciti” tra gli altri il centravanti Pietro Cianci, oggi al Catanzaro e l’attaccante Giacomo Manzari, che nel 2020 ha esordito in serie A con il Sassuolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Christian ci porta all’interno della struttura. Notiamo che qui tutto, dalla reception alle divise, è tinto di rosso e nero. «Dal 2012 abbiamo abbracciato il progetto Milan Academy, diventando struttura del prestigioso club – spiega la nostra guida -. Durante gli allenamenti vi sono sempre tecnici collegati al “Diavolo” che hanno il compito di aiutarci a formare ragazzi. La loro speranza che tra gli allievi ci possano essere talenti da inserire nel settore giovanile lombardo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I campi in erba sintetica sono quattro, di varie dimensioni: a 5, a 6, a 7 e a 11, occupati dai bambini che si stanno allenando. In quello più grande sono impegnati i “Pulcini” (di età massima di 11 anni) e gli “Esordienti” (dagli 11 ai 13 anni), guidati dai responsabili Oronzo Signorile e Giuseppe Sgaramella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tra dribbling, tiri e parate, ci viene incontro l’11enne Alessio. «Il calcio è la mia passione da quando sono nato – afferma –: mi alleno con costanza per inseguire il sogno di diventare un campione come Federico Chiesa». Il 12enne Giovanni ci dice invece di essersi innamorato del pallone guardando in tv il suo mito Lionel Messi, mentre il 13enne Michele si è avvicinato a questo mondo «solo per provare l’emozione di giocare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Perché qui non si iscrivono solo aspiranti professionisti – sottolinea Signorile –. Del resto il compito primario di noi maestri è quello di far crescere i ragazzi all’interno di un gruppo. È il senso dello sport, che permette di socializzare imparando nel contempo a rispettare gli altri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel quartiere Carbonara, in via Vaccarella 53, si trova invece il centro sportivo “Snupy”, situato all’interno dell’omonima scuola dell’infanzia. Qui i colori dominanti sono il giallo e verde, riportati sulle maglie dei bambini che si allenano nei campi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A venirci incontro è il presidente dell'attività, il 37enne Francesco Mastroviti. «I miei genitori Maurizio e Linda – racconta - aprirono un asilo a Bari città e, una volta trasferitisi nel 1991 in questa sede decisero di aggiungervi una scuola calcio. Attualmente contiamo circa 170 iscritti che vanno dai “tigrotti” nati nel 2018, ai giovanotti del 2005. Ci stiamo ingrandendo e da quest’anno possiamo annoverare tra i nostri “mister” anche l’ex terzino del Bari Michele Armenise».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Snupy non è affiliata a una particolare società professionistica, pur essendo in contatto con realtà come Lecce e Sassuolo. «Siamo noi, quando riteniamo che un allievo abbia talento, a richiedere un provino ai grossi club – afferma Francesco -. In più collaboriamo con il Centro tecnico federale. Il rappresentante locale, Vincenzo Tavarilli, viene sempre a farci visita per visionare le partite e valutare la crescita dei ragazzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui i campi sono tre: a 5, a 6 e a 7. Quando li visitiamo sono tutti occupati dai “Pulcini”. Avviciniamo Claudio, 10 anni, che sta aspettando di entrare sul rettangolo di gioco. «Il mio mito è Pelè – dichiara –, ma non punto a diventare un calciatore. Per me il pallone rimane solo puro divertimento».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ed è giusto così – interviene Mastroviti –. Almeno fino a una certa età lo sport deve essere vissuto solo nel suo aspetto ludico ed educativo. Anche se purtroppo la nostra idea si scontra con quella di tanti genitori che pretendendo di ottenere subito dei risultati mettono pressione ai propri figli, spesso rovinando il loro percorso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di salutarci chiediamo a Francesco qual è il segreto per individuare un futuro campione. «Lo riconosci dalla personalità – dichiara –. Quando un bambino non ha paura di affrontare gli altri, nemmeno dal punto di vista fisico e se prova a mettere in difficoltà l’avversario con finte e dribbling, si è probabilmente di fronte a un talento in erba».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché lo dice anche la canzone…“un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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