di Giancarlo Liuzzi e Marco Montrone

Dagli Illiri al Piano Urban: le tappe fondamentali della millenaria storia di Bari Vecchia
BARI – Quattromila anni di vita, decine di dominazioni, assedi, “traslazioni”, distruzioni e ricostruzioni: tutto questo è Bari Vecchia, la parte più antica del capoluogo pugliese. Ecco le tappe fondamentali della sua lunga storia.   

La nascita di Bari - I primi insediamenti sul territorio barese sono fatti risalire a 2000 anni avanti Cristo, quando alcune popolazioni autoctone si stanziarono nell’odierna area di San Pietro, posta nella parte più settentrionale del centro storico. Ma è con l’arrivo in Puglia degli Illiri dall’area balcanica (intorno al 1600 a.C.), che Bari inizia ad assumere l’aspetto di un vero e proprio villaggio. Leggenda vuole che Bari sia stata fondata da due condottieri venuti dal mare: Iapige e Barione. Sul nome sono invece tante le ipotesi avanzate dagli esperti, anche se la più accreditata lo fa derivare dal termine messapico baorra, ovvero casa o riparo. Parola che poi si trasformò in Barion con gli elleni, Barium con i romani e infine in Bari. Con la venuta dei greci, durante la colonizzazione dell’Italia meridionale (a partire dall’VIII secolo a.C.), la città diventa un centro abitato fortificato, con tanto di edificazione di una prima cinta muraria intorno al IV secolo a.C.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bari municipio Romano  È il 326 a.C. quando i baresi chiedono aiuto ai Romani per difendersi dalle invasioni sempre più pressanti dei Sanniti, popolazione proveniente dall’Appennino. Bari entra così a far parte della Repubblica Romana, riuscendo a ottenere il titolo di municipium: può eleggere i propri rappresentanti al governo della città, avere leggi proprie e coniare monete. Tra le opere più importanti realizzate: la via Appia-Traiana, che collegava Benevento a Brindisi passando per il capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le prime dominazioni Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C. la Penisola si sgretola e Bari vive un lungo periodo di guerre, distruzioni e differenti dominazioni. Prima l’invasione degli Ostrogoti (dal 476 al 554), poi la conquista della città da parte dei Bizantini (554-668) e infine l’arrivo dei Longobardi nel 668 che fecero di Bari un importante “gastaldato” (circoscrizione amministrativa) del regno sino al 847, la cui sede si suppone fosse il Portico dei Pellegrini situato in piazza San Nicola. 

I Saraceni – Seppur solo per ventiquattro anni (dall’847 all’871), Bari divenne un Emirato a seguito della conquista della città da parte dei saraceni. Si trattava di berberi provenienti dall’Egitto che fecero della città la capitale di un piccolo Stato islamico con tanto di moschea (non più esistente), prima di essere scacciati da Ludovico II, imperatore del Sacro Romano Impero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I Bizantini – Nell’871 Bari fu quindi prima riaffidata a un gastaldo longobardo (sino all’876) e poi a uno “stratega” bizantino. E così la città per i due secoli successivi trovò stabilità, divenendo dal 975 sede del Catapanato d’Italia, il maggior centro politico, militare e commerciale italiano dell'Impero Romano d'Oriente. Durante questo periodo furono eretti numerosi edifici: torri, palazzi, monasteri e chiese, tra cui San Gregorio, la Vallisa e Santa Maria del Buonconsiglio. Si dovette però far fronte a svariate incursioni, tra cui quella dei Saraceni, che nel 1002 posero sotto assedio la città poi salvata grazie all’aiuto della flotta Veneziana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

San Nicola  - Il 1087 è l’anno dell’arrivo delle reliquie di San Nicola, “traslate” da 62 marinai dalla città di Myra, nell’attuale Turchia. Per conservare le spoglie di quello che diverrà l’amatissimo Patrono di Bari, venne realizzata una Basilica nell’area occupata dal vecchio Palazzo del Catapano. I resti del santo sono ancora presenti nella cripta della grande chiesa, consacrata nel 1197.


I Normanni – Nel frattempo Bari nel 1071 era stata conquista dal normanno Roberto il Guiscardo. Nonostante opere importanti avvenute durante la dominazione del popolo venuto dal nord Europa (vedi la realizzazione del Castello nel 1131), i baresi continuarono ad avere nostalgia dei Bizantini, tanto da appoggiarne il ritorno nel 1155. Fu così che nel 1156, Re Guglielmo detto “Il Malo”, decise di radere al suolo la città per punizione, lasciando in piedi solo la Basilica e scacciando i baresi dal centro storico. Soltanto dieci anni dopo venne dato loro il permesso di ritornare, per andare a ricostruire la Bari distrutta. È di questo periodo, tra l’altro, l’inizio dei lavori per la riedificazione della Cattedrale (poi finita di realizzare nel 1292).

Isabella d’Aragona e Bona Sforza – Dopo un passaggio di potere tra Normanni e Svevi nel 1189, con conseguente ricostruzione del Castello da parte dell’Imperatore Federico II (nel 1233), la città nel 1268 passa agli Angioini, entrando in un periodo oscuro e instabile dal punto di vista politico. Cambia tutto con l’avvento degli Aragonesi, che nel 1442 avevano conquistato il Regno di Napoli. Nel 1464 Bari diventa così territorio amministrato dagli Sforza, casata milanese che aveva aiutato gli aragonesi nella guerra di successione. Nel 1501 Isabella d’Aragona, moglie di Galezzo Maria Sforza, diviene duchessa di Bari: città che governerà fino al 1524 influendo notevolmente sulla sua storia. A lei si devono, tra le altre cose, la riedificazione del Fortino e l’avvio di grandi lavori nel Castello, praticamente rifatto e dotato di una cintura di bastioni e di poderose torri. Alla sua morte il ducato passa alla figlia Bona Sforza, che continuerà il lavoro intrapreso dall’energica madre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli spagnoli - Dopo la morte di Bona Sforza avvenuta nel 1557, Bari rientra nei possedimenti della corona spagnola, cui il regno di Napoli era ormai soggetto da decenni. La città, feudo non ereditario e quindi non appetibile, ritorna ad inabissarsi in un periodo oscuro fatto di soprusi, violenze e prevaricazioni. La popolazione viene lasciata in balìa di turchi, saraceni e pirati che si aggiravano per le coste, ma ciò che la colpisce maggiormente è la peste del 1656 che, uccidendo 12mila anime, riduce a soli 6mila gli abitanti della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Settecento e Ottocento – Nel XVIII e nel XIX secolo con l’arrivo in successione degli Asburgo, dei Borbone e dei Francesi (e ritorno dei Borbone), la città antica rimane pressoché la stessa, almeno dal punto di vista architettonico. Bari infatti si sta ormai espandendo fuori dalle mura, che tra l’altro verranno anche demolite per due terzi alla metà dell’800 per favorire la fusione tra borgo nuovo e città vecchia.

Il 900  - Tra gli anni 20 e 30 del 900, Bari Vecchia, città da sempre affacciata sull’Adriatico, viene separata dall’acqua per via della realizzazione del lungomare. In quegli anni viene anche restituito alla Basilica e alla Cattedrale il loro aspetto romanico, venuto meno dai forzati “imbarocchimenti” seicenteschi. E nel Dopoguerra il centro storico subisce numerosi abbattimenti di chiese e palazzi che, danneggiati da bombardamenti ed esplosioni, non verranno più ricostruiti. La fine del secolo è però segnata dal Piano Urban: fondi europei che, tra il 1994 e il 1999, attraverso grandi ristrutturazioni e fornitura dei servizi essenziali, doneranno nuova vita alla città antica di Bari.

In foto la Carta scenografica di Bari: disegno di Lapegna del 1770 custodito nella Biblioteca De Gemmis


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Giancarlo Liuzzi
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Marco Montrone
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