di Silvia Di Conno

Bari, la storia della Muraglia: dalle origini nel IV secolo a.C. alle distruzioni ottocentesche
BARI – È uno dei simboli del capoluogo pugliese e se oggi lungo il suo perimetro baresi e turisti passeggiano godendosi la vista del mare e degli scorci della città antica, un tempo rappresentava l’ultimo baluardo per difendere Bari dagli attacchi nemici. È la Muraglia, alta fortificazione che circonda parte del centro storico da piazza del Ferrarese sino al Museo di Santa Scolastica. (Vedi foto galleria)

Le mura attualmente visibili in realtà costituiscono solo una piccola parte di quella che era originariamente la cinta. Nel XIX secolo furono infatti demoliti gli altri due terzi della Muraglia, la quale un tempo circondava completamente la città vecchia. La fortificazione tra l’altro, oltre a essere bagnata dall’Adriatico, era dotata di quattro bastioni posti ai suoi angoli, dei quali oggi sono sopravvissuti solo quello di Santa Scolastica e il Fortino di Sant’Antonio Abate.

La sua storia è del resto antichissima. Il primo nucleo fu infatti costruito durante l’Età Ellenistica nel IV secolo a.C. nella zona più a nord del centro storico, quella dell’area di San Pietro. Nel bastione di Santa Scolastica è possibile ancora ammirare i millenari blocchi originari.  

La prima testimonianza che abbiamo della sua esistenza è quella del poeta romano Quinto Orazio Flacco, che nelle Satire parla di Bari moenia piscosi, ossia “Bari città dalle mura fortificate e dal mare pescoso”.

Ma fu con il Medioevo che la struttura si espanse notevolmente. Il Chronicon, scritto tra l’VIII e il IX secolo dal monaco Benedetto di Monte Soratte, segnala a quell’epoca quattro torri angolari fatte costruire dall’imperatore longobardo Ludovico II tra l’827 e l’829. Mentre il monaco Bernardo tra l’864 e l’866 narra della presenza di due mura solide e larghe sia dalla parte del Mezzogiorno (l’attuale Corso Vittorio Emanuele) sia da quella della marina (l’odierno lungomare Imperatore Augusto).

La città era infatti difesa da un doppio ordine di mura, uno più esterno (muro) e l’altro più interno (muricino), con tanto di fossato.

Di certo poi nel 1600 la cinta era già provvista di quatteo baluardi. I due visibili ancora oggi (Fortino di Sant’Antonio e Santa Scolastica), un terzo posto all’altezza del monastero di San Francesco della Scarpa e il quarto nei pressi dell’attuale Palazzo della Prefettura (ex convento di San Domenico).

Il Fortino fu fatto ricostruire da Isabella d’Aragona tra il 1501 e il 1524, dopo la sua distruzione avvenuta durante i disordini del 1463. In quell’anno infatti i baresi occuparono e rasero al suolo la torre-castello fatta erigere dall’odiato principe di Taranto Giannantonio Orsini del Balzo, divenuto duca di Bari nel 1440 sotto gli Angioini. Del precedente edificio si salvò solo una cappella del XII secolo chiamata prima San Nicola al Porto e poi dedicata a Sant’Antonio Abate: una struttura i cui resti sono ancora oggi visibili.


Anche il bastione del monastero medievale Santa Scolastica è cinquecentesco: fu voluto dalla duchessa Bona Sforza per scopi difensivi e si andò a integrare con l'antica cinta della città.

La ristrutturazione operata da Isabella e Bona trasformò la fortificazione in un vero e proprio approdo per le barche. Ai piedi di essa, sul lungomare Imperatore Traiano, ancora oggi sono conservate alcune colonne che rappresentavano gli antichi attracchi, così come sono visibili delle porticine murate: i vecchi ingressi dei depositi dei marinai. Nel 1602 fu poi creato il Molo Sant’Antonio che, andandosi a unire alla Muraglia, definì meglio la geografia del porto vecchio di Bari.

Due erano poi le porte di accesso, poste in corrispondenza di altrettanti ponti levatoi che permettevano di passare al di sopra del fossato pieno d’acqua. Una si trovava nei pressi del Castello, nell’odierna area di piazza Massari, l’altra sull’attuale Piazza del Ferrarese. Il primo varco, documentato già dall’anno Mille, si chiamava Porta romana o Vetus (vecchia) e costituiva l’ingresso monumentale utilizzato anche dai sovrani. Fu abbattuto nel 1819.  

La seconda era invece denominata meridionale o Nova e, aperta nel 1612, fu demolita nel 1817. Nell’Ottocento infatti, come detto, venne rasa al suolo grande parte della fortificazione allo scopo di collegare la città vecchia al suo hinterland agricolo, artigianale e commerciale. Venute meno le necessità militari che ne giustificavano la presenza, le mura sui versanti sud e ovest costituivano infatti, come affermò lo storico Giulio Petroni, «un’inutile barriera tra la città vecchia e la nuova».

Gli scavi realizzati nel 2004 per la canalizzazione fognaria in corso Vittorio Emanuele hanno fatto riaffiorare un tratto dell'antica struttura sacrificata due secoli prima.

L’ultima modifica importante si ebbe infine tra gli anni 20 e 30 del 900 quando venne realizzato il lungomare Imperatore Augusto, che andò a dividere Bari Vecchia dall’Adriatico. Il Fortino di Sant’Antonio Abate venne separato dall’omonimo molo, furono aperti dei grandi archi sotto la Muraglia per permettere l’accesso alla città vecchia dal lato del mare e si decise di abbattere la graziosa Santa Maria della Portella che sorgeva sull’attuale largo Vito Maurogiovanni. Fu anche rimosso il lungo muraglione in pietra che un tempo univa il Bastione di Santa Scolastica al Molo Borbonico del porto.

Oggi, seppur ridotta, la Muraglia rappresenta però ancora uno dei simboli di Bari. E la passeggiata su via Venezia, la strada di mattoncini bianchi che permette la salita sull’antica fortificazione, rimane la più bella e caratteristica della città.

(Vedi galleria fotografica)

Foto di copertina di Francesco De Leo 


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  • Luca - Non ci sono foto di come potevano essere le antiche porte di Bari? È l'unica città a non avere come monumento un'antica porta
  • Loulou - LA MURAGLIA E' PER ME IL POSTO PIU' BELLO DI BARI, I MIGLIORI RICORDI INDIMENTICABILI, I VICOLI DELLA CITTA' VECCHIA CI ACCOLGONO IN UN ABBRACCIO SONO UNA VERA POESIA...


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