di Gaia Agnelli e Marina Alfieri - foto Paola Grimaldi

Bari, in un lussureggiante cortile di Madonnella si cela la galleria d'arte di Francesco Granito
BARI – Un laboratorio d’arte a cielo aperto tra il verde di un sorprendente cortile di Bari. È la descrizione del “rifugio” del 71enne Francesco Granito, artista originario di Apricena, che dal 2019 ha fatto di un giardino incastonato tra i caseggiati del quartiere Madonnella la sua casa-galleria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di questo inedito “chiostro urbano” ne avevamo già parlato anni fa: è posto tra corso Sonnino, via Durazzo, via Libia e via Dieta di Bari, nascosto da alti palazzi. La sua particolarità sta nel fatto che, a differenza di quasi tutti i cortili del capoluogo pugliese, non è stato destinato a grigio parcheggio per le auto ma al contrario è diventato terreno fertile per alberi di limoni, nespole, albicocche e banane.  

Sei anni fa il giardino (precedentemente curato dal signor Giuseppe De Filippis) è stato rilevato da Francesco, il quale si è disfatto della voliera qui presente ma ha arricchito l’area di opere. Lo scultore ha infatti scelto questa “area rurale” per dare sfogo alla sua arte, utilizzando anche un seminterrato per raccogliere decine di sue creazioni.  

Granito è un artista attivo da più di cinquant’anni e vive a Bari dal 1968. La sua arte si basa sulla contraddizione tra la pesantezza della pietra e la leggerezza degli oggetti che rappresenta. Nel corso degli anni ha allestito mostre in tutta Italia e anche in Europa e oggi è uno degli artisti pugliesi più quotati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo quindi andati a trovarlo nella sua lussureggiante bottega (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci troviamo al civico 21 di via Durazzo, a pochi passi dalla chiesa di San Giuseppe. Superiamo l’ingresso di una palazzina del 1923 per accedere a un adrone che cela una bassa porta in legno. Quest’ultima dà accesso a un locale posto sotto il livello stradale: la casa di Francesco Granito, il quale ci viene subito incontro accompagnandoci nel giardino interno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci ritroviamo in un luogo che non pare essere situato a Bari città (vedi video). Siamo infatti immersi nel verde, tra agave, alberi di cachi, limoni, nespole, mandarini e bouganville. A dominare l’ambiente c’è un ricco bananeto con tanto di caschi di frutti gialli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho deciso di trasferirmi a Madonnella proprio per questo cortile – ci spiega Francesco –. Sono stato colpito dalla sua rigogliosità e ho capito subito che avrebbe avuto un grande potenziale, favorendo l’ispirazione della mia arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Granito ci mostra il suo laboratorio: un piccolo gazebo che protegge un tavolino su cui sono posati vari attrezzi. Attualmente l’artista è alle prese con la realizzazione di una piccola lampada di sale rosa dell’Himalaya che vediamo posata sul piano di lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Amo creare all’aria aperta, in questo “chiostro urbano” di cui mi prendo quotidianamente cura», afferma Francesco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una sua opera è esposta proprio nel giardino. Si tratta di due foulard realizzati in pietra di Apricena mossi dal vento e “intrappolati” in quattro sottili tronchi in legno. «L’ho realizzata nel 2010 – illustra l’autore –. In origine l’avevo installata all’interno del lago di Lesina: i tronchi, come palafitte, partivano dall’acqua e rappresentavano i pali dei pescatori. La scultura pesa 80 chili. Il filo conduttore della mia arte è proprio questo: la leggerezza assoluta che voglio trasmettere lavorando al contrario materiali pesanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal giardino si apre una scalinata che ci conduce a un ambiente sotterraneo. Con il gatto Sirio che ci fa da cicerone, ci catapultiamo così nell’atelier di Granito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le opere, quasi tutte in pietra, sono ovunque. Ci colpiscono le “buste” di pietra, i castelli di “carte napoletane”, la trottola girevole di 60 kg, il libro pop-up. Ci soffermiamo poi sugli otto aeroplani di carta e gesso di “Ti lancio un pensiero” e infine su una mano in marmo dalla quale sembra prendere il volo una piuma in gesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il marmo mi ha cambiato la vita – confessa Francesco prima di salutarci – . Iniziai infatti come pittore, quando mi resi conto che la mia città natale possedeva una grande ricchezza: la pietra calcarea di Apricena. Così, chiamandomi anche “granito”, lo presi come un segno e iniziai a modellarla. Da lì non mi sono più fermato. E ancora oggi continuo a scolpire, in questo mondo nascosto tra i palazzi di Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gaia Agnelli) la nostra visita al laboratorio d'arte a cielo aperto di Francesco Granito: 



 


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Ci troviamo al civico 21 di via Durazzo, a pochi passi dalla chiesa di San Giuseppe
Superiamo l’ingresso di una palazzina del 1923...
...per accedere a un adrone che cela una bassa porta in legno
Quest’ultima dà accesso a un locale posto sotto il livello stradale: la casa di Francesco Granito...
...il quale ci viene subito incontro accompagnandoci nel giardino interno
Ci ritroviamo in un luogo che non pare essere situato a Bari città
Siamo infatti immersi nel verde, tra agave...
...palme, alberi di cachi, limoni...
...nespole e mandarini
«Ho deciso di trasferirmi a Madonnella proprio per questo cortile – ci spiega Francesco –. Sono stato colpito dalla sua rigogliosità e ho capito subito che avrebbe avuto un grande potenziale, favorendo l’ispirazione della mia arte»
A dominare l’ambiente c’è un ricco bananeto con tanto di caschi...
...di frutti gialli
Granito ci mostra il suo laboratorio: un piccolo gazebo che protegge un tavolino...
...su cui sono posati vari attrezzi
Attualmente l’artista è alle prese con la realizzazione di una piccola lampada di sale rosa dell’Himalaya che vediamo posata sul piano di lavoro
«Amo creare all’aria aperta, in questo “chiostro urbano” di cui mi prendo quotidianamente cura», afferma Francesco
Una sua opera è esposta proprio nel giardino
Si tratta di due foulard realizzati in pietra di Apricena mossi dal vento e “intrappolati” in quattro sottili tronchi in legno
Dal giardino si apre una scalinata che ci conduce a un ambiente sotterraneo
Con il gatto Sirio che ci fa da cicerone...
...ci catapultiamo così nell’atelier di Granito
Le opere, quasi tutte in pietra, sono ovunque. Ci colpiscono le “buste” di pietra...
...i castelli di “carte napoletane”...
...la trottola girevole di 60 kg...
...il libro pop-up
Ci soffermiamo poi sugli otto aeroplani di carta e gesso di “Ti lancio un pensiero”...
...e infine su una mano in marmo dalla quale sembra prendere il volo una piuma in gesso



Gaia Agnelli
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Marina Alfieri
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