di Mattia Petrosino

 Da Costantino a Caputo: chi sono i 18 calciatori pugliesi che hanno giocato in Nazionale
BARI – Sono solo 18 (su 827), ma hanno segnato la storia calcistica contribuendo in alcuni casi a importanti vittorie. Parliamo di quei giocatori nati in Puglia che hanno fatto parte della Nazionale maggiore disputando con l’Italia almeno una partita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra di loro ci sono sei leccesi (Causio, Conte, Moriero, Materazzi, Miccoli, Pellè), cinque baresi (Costantino, Cassano, Legrottaglie, Mesto, Caputo), tre foggiani (Carapellese, Rizzitelli, Padalino), un tarantino (Costagliola),  un brindisino (Benarrivo) e due della Bat (Delvecchio, Castrovilli).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra statistiche e curiosità abbiamo ripercorso la carriera dei “magnifici 18” (in ordine di esordio in Azzurro). Calciatori che in un ipotetico undici ideale starebbero in campo così: 1 Costagliola; 2 Mesto; 3 Benarrivo; 4 Conte; 5 Legrottaglie; 6 Materazzi; 7 Costantino; 8 Causio; 9 Rizzitelli; 10 Cassano; 11 Miccoli. (Vedi foto galleria)

Primo calciatore di serie B a essere convocato in Nazionale, l’ala destra Raffaele Costantino (Bari, 1907- Milano, 1991) detto “Reuccio”, vestì solo le maglie di Bari e Roma, oltre che dell’Italia con la quale  totalizzò 23 presenze e 8 reti, di cui due realizzate al leggendario portiere spagnolo Ricardo Zamora. Memorabile il match contro l’Ungheria del 1930 in cui distribuì tre assist per il compagno Meazza, andando poi anche a segno.

Nato a Cerignola ma cresciuto nelle giovanili del Torino, l’attaccante Riccardo Carapellese (Cerignola, 1922-Rapallo, 1995) esordì in A nel 1946 con il Milan. Dopo aver giocato in diverse squadre, tornò nei granata nel 1950, a qualche mese dalla tragedia di Superga, diventando capitano al posto di Valentino Mazzola. In Nazionale ha collezionato 16 presenze e 10 marcature, di cui due ai Mondiali brasiliani del 1950.

È l’unico portiere pugliese che può vantare di aver indossato la maglia della Nazionale. Si tratta di Leonardo Costagliola (Taranto, 1921-Firenze, 2008), estremo difensore sceso in campo per tre volte con la maglia azzurra, di cui due durante le qualificazioni ai Mondiali del 1954. Subì in tutto due gol (entrambi dall’Egitto). Per la sua agilità veniva soprannominato “gatto magico” e fece la fortuna di Fiorentina e in precedenza del Bari, con cui disputò sei campionati compreso quello del settimo posto del 1946-1947: il miglior piazzamento in A della storia dei biancorossi.

Chiamato “il Barone” per via del suo elegante stile, Franco Causio (Lecce, 1949) è stato uno dei più forti centrocampisti italiani di sempre. Ala destra dotata di grande fantasia, dopo aver mosso i primi passi nella squadra natale venne ingaggiato dalla Juventus con cui vinse sei scudetti, una Coppa Uefa e una Coppa Italia. Fu una delle colonne portanti dell’Italia che arrivò quarta ai Mondiali del 78 e quarta agli Europei del 1980. Si laureò infine campione del mondo in Spagna nel 1982, seppur scendendo in campo solo per due spezzoni di partita. Con la selezione azzurra ha collezionato 63 presenze e 6 reti.

Rizzi-gol era invece il nomignolo di Ruggiero Rizzitelli (Margherita di Savoia,1967). Attaccante veloce ma anche abile di testa, iniziò la sua carriera con il Cesena per poi passare alla Roma con la quale conquistò la Coppa Italia del 1991 e al Torino dove realizzò 30 reti in due stagioni. Per lui anche una blasonata esperienza all’estero con il Bayern Monaco. Con gli Azzurri giocò invece dal 1988 al 1991 disputando nove match e segnando due reti. Alcuni ricorderanno il palo da lui colpito negli ultimi minuti contro la Norvegia, che decretò la mancata qualificazione dell’Italia agli Europei del 1992.

Brevilineo ma velocissimo, fu l’arma segreta della Nazionale di Sacchi che raggiunse la finale a USA 94 persa ai rigori contro il Brasile. È Antonio Benarrivo (Brindisi, 1968), terzino a tutta fascia che poteva giocare con disinvoltura sia a destra che a sinistra. Esordì con la squadra della sua città per poi passare al Padova e al Parma di Tanzi e Scala dove lasciò il segno vincendo 6 trofei tra cui la Coppa Uefa e Supercoppa Europea. Per lui 23 presenze in Nazionale. 

Motorino del centrocampo, Antonio Conte (Lecce, 1969) crebbe nel settore giovanile del Lecce rimanendo in giallorosso per nove anni e contribuendo anche alla mitica promozione in serie A del 1986. Si trasferì poi alla Juventus dove divenne anche capitano. In maglia bianconera vinse 5 Scudetti, una Coppa Uefa e la Champions League del 1996. Venti presenze e due reti con gli Azzurri, selezione con cui prese parte ai Mondiali del 1994 e agli Europei del 2000. Il suo nome oggi è legato alla sua figura di allenatore che lo sta portando a vincere campionati in Italia e all’estero.

Inizialmente centrocampista, Pasquale Padalino (Foggia, 1972)  fu spostato da Zeman nel ruolo di centrale difensivo diventando così pedina importante di quel Foggia che fece divertire l’Italia negli anni 90. Passò in seguito alla Fiorentina facendo coppia fissa prima con Lorenzo Amoruso e  poi con Giulio Falcone. Nel 1996 conquistò con i Viola la Supercoppa italiana, anno in cui disputò da titolare la sua unica gara da azzurro nell’amichevole contro la Bosnia.

Ala destra abile nei dribbling, Francesco Moriero (Lecce, 1969) iniziò nella squadra della sua città per poi trasferirsi all’Inter dove disputò tre stagioni giocando anche assieme a Ronaldo “il Fenomeno”. Soprannominato “sciuscià” perché omaggiava i compagni che facevano gol mimando il caratteristico gesto del lustrascarpe, in neroazzurro conquistò la Coppa Uefa segnando in quella competizione anche una rete in rovesciata. In Nazionale disputò 8 gare (tra cui quattro ai Mondiali del 1998), condite da due reti.


Centrale difensivo duro e falloso, Marco Materazzi (Lecce, 1973) detiene ancora il primato di gol per un difensore nel torneo di serie A: nella stagione 2000-2001 buttò infatti la palla in rete per 12 volte. Non si tratta di un pugliese “doc”: nacque infatti a Lecce solo perché il padre giocava all’epoca in Salento. Legò il suo nome all’Inter dove vinse 5 campionati consecutivi e una Champions League. Soprannominato “Matrix” per via delle sue qualità fische “sovrannaturali”, ha partecipato a due Europei e a due Mondiali, tra cui quello vinto nel 2006. Di lui rimarrà indelebile il ricordo della testata subita da Zidane nella finale con la Francia che valse l’espulsione al n.10 transalpino. In azzurro 41 presenze e 2 reti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nato a Gioia ma cresciuto a Mottola, in provincia di Taranto, Nicola Legrottaglie (Gioia del Colle, 1976) dopo gli esordi nelle giovanili del Bari debuttò in A con il Chievo eseguendo ottime prestazioni che gli valsero la chiamata in Nazionale. Con l’Italia ha disputato 16 partite andando anche a segno una volta (in un’amichevole contro la Svizzera nel 2003). Arrivò in seguito alla Juventus, prima nell’annata 2003-2004 e dopo per quattro stagioni consecutive tra il 2007 e il 2010.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fantasista rapido e dal tiro potente, Fabrizio Miccoli (Nardò, 1979) dopo essersi fatto le ossa nel Milan che lo acquisto per dieci milioni di lire dal San Donato, vestì numerose maglie (anche Juventus e Benfica) consacrandosi infine con quella del Palermo di cui rappresenta il miglior marcatore di tutti i tempi con 81 reti. In Nazionale ha preso parte a 10 match segnando due reti, senza però mai partecipare a Europei e Mondiali.

È forse il più talentuoso tra i calciatori nati in Puglia. Parliamo di Antonio Cassano (Bari, 1982), barivecchiano “doc” cresciuto nella Pro Inter del quartiere Carbonara di Bari. Con i Galletti realizzò il primo gol in A mettendo alla berlina la difesa dell’Inter confusa dai suoi dribbling ubriacanti. Pur avendo fatto parte di squadre blasonate come Roma, Real Madrid, Inter e Milan, non riuscì però mai a entrare nell’olimpo del calcio a causa dei suoi comportamenti fuori luogo e fuori di testa definiti “cassanate”. In Nazionale “Fantantonio” ha disputato 39 partite condite da 10 marcature. 

Terzino sia destro che sinistro, Giandomenico Mesto (Monopoli, 1982) debuttò in A con la Reggina nel 2002. Fu convocato da Marcello Lippi in Nazionale nel 2005, diputando in tutto con gli Azzurri 3 partite. Duttile e dotato di buona corsa, giocò anche nell’Udinese, nel Genoa, nel Napoli e nel Panathinaikos.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il centrocampista Gennaro Delvecchio (Barletta, 1978) mosse i primi passi nella compagine della sua città vestendo in seguito la maglia di ben 12 squadre, tra cui anche quella del Bari. Per lui una sola presenza in Nazionale nell’amichevole del 2006 contro la Croazia. Una curiosità: ha sostituito per ben due volte un portiere e nella seconda occasione (in Sampdoria-Reggina) fu anche autore di una parata importante su tiro del corregionale Mesto.

Centravanti dal fisico prestante, Graziano Pellè (San Cesario di Lecce, 1985) ha esordito in A con il Lecce, facendo però la fortuna all’estero con club quali AZ Alkmaar, Feyenoord e Southampton. In Nazionale, dove ha totalizzato 20 presenze, è stato convocato la prima volta dal suo contarraneo Conte. Pur avendo segnato 9 gol, ci si ricorda di lui soprattutto per il rigore sbagliato contro la Germania agli Europei del 2016, quando calciò fuori il pallone dopo aver sbeffeggiato il portiere avversario. È attualmente svincolato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Trequartista dotato di buona tecnica Gaetano Castrovilli (Canosa di Puglia, 1997), è un centrocampista della Fiorentina e della Nazionale che fino a oggi ha totalizzato 4 presenze in Azzurro, laureandosi anche campione d’Europa nel 2021. Chiamato “il ballerino” per via del suo passato da danzatore che lo ha reso agile ed elegante anche in campo, crebbe nelle giovanili del Bari, squadra in cui disputò solo 11 partite in B per poi vestire la maglia viola.

È il secondo debuttante azzurro più “anziano” della storia dopo Emiliano Moretti. Il centravanti Francesco Caputo (Altamura, 1987) ha esordito infatti in Azzurro nel 2020 a 33 anni contro la Moldavia, segnando anche un gol. Per ora sono due le partite in Nazionale per “Ciccio”, che ha calcato i campi della Serie A con Bari, Empoli e Sassuolo. Oggi gioca nelle file della Sampdoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • Ivo - Tutti grandissimi giocatori che hanno dato lustro alla nostra regione, tutti tranne cassano che ogni volta che parla ci fà vergognare di essere pugliesi e ancor più baresi, senza dubbio il barone causio il piu forte di tutti


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