di Mina Barcone

Dall'amore per la Salernitana all'odio nei confronti del Lecce: il Bari tra gemellaggi e rivalitą
BARI – Ci sono la Salernitana, la Reggina e la Sampdoria con le quali ogni partita diventa una festa e al contrario il Lecce, il Napoli e il Pescara con cui irrimediabilmente ci si scontra attraverso cori, sfottò e spesso anche violenza fisica. Parliamo di gemellaggi e rivalità: quelli che contraddistinguono ogni tifoseria italiana, Bari compresa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma da dove nasce la “fratellanza” o l’antagonismo tra supporter di diverse squadre di calcio? Perché i biancorossi sono “amici” degli ultrà di Spezia, Casarano, Ascoli e Catania e “nemici” di quelli di Verona, Palermo e Avellino?

Per conoscere le origini delle principali simpatie e antipatie che contraddistinguono il mondo dei sostenitori del Bari, abbiamo parlato con il 63enne Franco Marvulli, detto “Florio”, colui che nel 1976 ha fondato gli Ultras Curva Nord.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

GEMELLAGGI

SALERNITANA – C’è un coro che consolida l’amore tra queste due squadre ed è quello che, riprendendo la melodia di “Urlando contro il cielo”, trasforma le parole di Ligabue nell’inno “Bari e Salerno”. Perché quello tra biancorossi e granata (vedi foto) è un sodalizio che va avanti da quasi quarant’anni. Precisamente dal 25 settembre 1983, quando un centinaio di supporter della Salernitana seguirono la trasferta della loro compagine accanto ai baresi, nella curva nord del vecchio stadio della Vittoria 

«Li invitammo noi, perché ammiravamo quella tifoseria da tempo– ricorda Florio –. Da lì il rapporto si fece sempre più saldo e fu bellissimo quando nella gara di ritorno venimmo accolti in Campania con cori e abbracci. Assistemmo al match insieme, nella stessa curva del vecchio stadio Vestuti. Era il 5 febbraio 1984: il Bari si impose per 2-1, eppure i salernitani condivisero con noi la gioia per la vittoria che contribuì alla promozione dei Galletti in serie A».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

REGGINA – Seguendo alla lettera il motto “gli amici dei miei amici sono anche miei amici”, i sostenitori del Bari sono gemellati con la Reggina, “alleata” della Salernitana. Questo dalla stagione 1988/1989,  a partire dalla quale pure con gli amaranto si sono sprecati i caratteristici giri di campo con le bandiere e lo “scambio” di simpatici cori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
L’11 marzo del 2012 in occasione di un Bari-Reggina fu esposto allo Stadio San Nicola lo striscione “Anche agli amici chiudono i tornelli…e allora fuori a bere coi nostri fratelli”, sottolineando l’unità di vedute tra le due tifoserie. Non sono nemmeno mancate le amichevoli tra Bari, Salernitana e Reggina, come il triangolare giocato nell’agosto 2019: fu organizzato in memoria di Carmine Rinaldi, storico capo ultrà dei campani deceduto nel 2010.

SAMPDORIA – Più recente ma non meno profondo è il gemellaggio tra Bari e Sampdoria. Nato come semplice “amicizia”, è diventato gemellaggio vero e proprio il 1° aprile 2006, quando durante un Cremonese-Bari i blucerchiati affiancarono i biancorossi nella delicata trasferta allo stadio Zini. Quel giorno furono posti sugli spalti, uno accanto all’altro, gli striscioni degli Ucn (Ultras curva nord) e degli Utc (Ultras Tito Cucchiaroni).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se le occasioni d’incontro non sono mai state numerose a causa dell’evidente differenza di categoria tra le due squadre, nell’aprile 2011 durante un Bari-Sampdoria il legame è stato rinsaldato attraverso giri di campo e striscioni quali “Onorati della vostra amicizia”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

EX GEMELLAGGI

TORINO – Come per i fidanzati pure tra le tifoserie capita spesso di “lasciarsi”. È quello avvenuto ad esempio con i sostenitori del Torino, con cui era nato un rapporto alla fine degli anni 70. «E’ stato proprio vedendo i torinesi in televisione che mi venne l’idea di fondare il gruppo Ultras – sottolinea Marvulli -. Chiesi così consigli ai supporter granata per capire come muovermi e quei contatti si trasformarono in amicizie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Negli anni 80 la simpatia divenne vero gemellaggio. Il 3 novembre 1985 i baresi furono accolti dalla curva Filadelfia con tutti gli onori, ai quali seguì un giro di campo. Mentre al ritorno del 9 marzo 1986 le due tifoserie mostrarono i loro striscioni uno accanto all’altro all’interno dello Stadio della Vittoria. «Il gemellaggio però si perse nel tempo  - ammette Florio-. Un po’ per colpa della distanza fisica tra le due città, ma soprattutto per la differenza di categoria che ha permesso pochissimi incontri negli anni seguenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


LAZIO – Molto forte era anche il legame con i supporter della Lazio, sancito nel 1980 ma venuto meno negli anni 90 a causa dello scioglimento del gruppo biancoceleste degli “Eagles” a favore degli “Irriducibili”. «La simpatia nacque durante il campionato 1978/1979 – afferma Marvulli -. C’era questo laziale esponente degli Eagles che aveva la mamma di Bari: quando veniva a trovarla coglieva l’occasione per seguire la partita dei biancorossi allo stadio, tra gli ultrà. Nel giro di poco tempo si creò una profonda amicizia che portò le due tifoserie a decidere di gemellarsi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Unione che fu sancita nel 1980, pare il 16 novembre all’Olimpico quando le tifoserie inneggiarono vicendevoli cori di sostegno. Le premesse si ebbero però durante l’incontro Italia-Belgio valevole per gli Europei di calcio. A Roma, il 18 giugno, i baresi assistettero alla partita della Nazionale in curva nord, cuore dei supporter biancocelesti. Ma a 15 minuti dalla fine della partita arrivarono i romanisti che tentarono di avanzare tra gli spalti: furono però respinti dai laziali che si avvalsero proprio dell’aiuto dei futuri “gemelli” biancorossi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

RIVALITA’

LECCE – “Chi non salta giallorosso è…è”. Sono le parole del più famoso tra i cori cantati dai sostenitori biancorossi contro gli odiati leccesi. Quella tra baresi e salentini è infatti la rivalità più sentita, anche se in origine pare che ci fosse addirittura simpatia tra Galletti e Lupi. Questo quando i giallorossi militavano nelle categorie inferiori e non rappresentavano un pericolo per la supremazia del Bari calcio in Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Fino alla metà degli anni 70 i baresi esultavano per le vittorie dei giallorossi – conferma Florio -. Tutto però cambiò quando i leccesi si affacciarono in serie B. Gli incontri tra Bari e Lecce iniziarono a diventare frequenti e nacquero così i primi scontri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non si sa se a cominciare furono i leccesi che accolsero i baresi con una sassaiola o i biancorossi che, giunti in Salento il 15 novembre 1981, organizzarono un corteo distruggendo le auto parcheggiate in piazza Mazzini. Certo è che da allora, complice il comune destino delle due squadre che spesso hanno partecipato allo stesso campionato (pure in serie A), ogni partita tra le due cittadine pugliesi è stata caratterizzata da violenza, non solo verbale ma in alcuni casi anche fisica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Curiosità. Dal dualismo con il Lecce derivano le antipatie dei baresi nei confronti di Palermo e Verona (amiche ed ex amiche dei giallorossi) e la simpatia per il Casarano, che pur essendo un paese salentino non ha mai legato con i “cugini” leccesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

TARANTO – Antica è la rivalità con il Taranto, che pare sia nata addirittura negli anni 20. “Ci no zumb è nu barese” gridavano i tarantini cento anni fa, ai quali i baresi rispondevano con “citte chenìgghie tarantin” (zitti conigli tarantini).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’antipatia made in Puglia affievolitasi però negli anni, soprattutto da quando il Taranto non è più riuscito a riemergere dalle serie minori a causa del fallimento del 1993. Mancando gli incontri si sono così persi anche gli scontri e c’è voluto il ritorno del Bari in serie C per assistere il 12 dicembre scorso, dopo 28 anni, al vecchio “derby delle Murge”.  

PESCARA – Molto sentito è l’astio nei confronti del Pescara, alla cui origine c’è lo storico dualismo tra abruzzesi e laziali (ex “gemelli” dei baresi). «Ricordo in particolare un 27 gennaio 1985 – dice Florio – giocavamo in trasferta contro i biancoazzurri, eravamo in 10mila. A un certo punto alcuni ragazzini che erano con noi entrarono in campo e diedero fuoco agli striscioni del Pescara presenti a bordo campo. Quella cosa non fu mai digerita dai tifosi avversari e da allora è sempre stata una guerra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

NAPOLI e AVELLINO – L’amore nei confronti della Salernitana ha irrimediabilmente portato alla rivalità con Napoli e Avellino, nemici giurati dei granata. Napoli che tra l’altro è pure antagonista della Sampdoria, altra squadra gemellata con il Bari. Da qui i cori offensivi, gli striscioni rubati, gli agguati e le aggressioni, anche se pare che in passato ci siano stati dei tentativi di distensione. «Tra gli anni 80 e 90 “alcune persone” ci chiesero di fraternizzare con i napoletani – rivela Marvulli –. Alla base c’erano interessi comuni alla criminalità organizzata. Noi però non ci siamo mai piegati: con il Napoli non saremo mai amici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto concessa dalla testata giornalistica “Bari nel Pallone”


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  • Giambattista - Per chi è un semplice tifoso del Bari senza affiliazioni queste sono tutte goliardie che poco ci interessano
  • Vito Petino - Per la mia gioventù la rivalità genitrice delle altre negli anni 50/60, accanita sino ad aspettare il girone di ritorno per le vendette, che nel calcio non si consumano mai a caldo, fu quella con i rossoblù tarantini. Bari-Taranto era sinonimo di battaglie in campo, sugli spalti e per le vie cittadine. Molto dopo vennero tutte le altre 🇵🇱⚽️🇦🇴...
  • Nicola - Aldilà dei gemellaggi che sono bellissimi, il problema è la salute mentale dei delinquenti che si vestono da tifosi e vanno a vedere le partite come se fosse una operazione militare. Quando si potrà tifare uno accanto all'altro con le proprie bandiere, allora vorrà significare che si è finalmente cresciuti
  • Livio - I gemellaggi e le rivalità girano tutti attorno al lecce, d'altronde l'altra squadra pugliese assieme a noi piu forte e due modi totalmente opposti tra baresità e salentinità, l'amicizia con i casaranesi è più un dispetto morale per i leccesi che una vera amicizia, stiamo parlando di una tifoseria di 10 persone.
  • frazar - Fermo restando che la violenza calcistica è per i sottosviluppati, furono soprattutto i "tifosi" del Lecce ad accendere le ceneri nei primi anni '80, con delle sassaiole totalmente inaspettate, rivelando con la violenza il senso di inferiorità ed invidia che avevano avuto sino ad allora per vari motivi, dalla separazione fisica dalla Puglia (la ferrovia per esempio era a un solo binario e non elettrificata) all'enorme divario economico, con un capoluogo in crescita esponenziale mentre Lecce languiva in un baronato da paesone feudale. Bari sino ad allora aveva avuto un atteggiamento di benevola indifferenza. A metà anni '80 poi c'erano vere e proprie "cacce al barese", il capoluogo e le località di vacanza erano disseminate di scritte "Bari TBC" (tubercolosi), "Bari Aids", "baresi a morte" e via dicendo. La rivalità c'era, ma fu Lecce a dare il peggio di se stessa con ampio distacco, visto che persino molti adulti spingevano i figli a "menare lu barese". Per il resto, il calcio andrebbe eliminato dalla faccia della terra.
  • Stefano - Insolito preferire la Salernitana al Napoli! Napoli è un'altra cosa ed è molto vicina a Bari come spirtio.... Gli ultras sono proprio strani
  • Nicola - Purtroppo questa rivalità c'è perchè noi come città metropolitana abbiamo avuto risultati più scadenti rispetto alle altre città del nord e anche sud vedi napoli, cagliari scudetto, palermo europa. Loro sono una delle provinciali più vincenti d'italia quella con più campionati attivi del sud. Insomma questa rivalità c'è solo perchè agli imprenditori Baresi non è mai interessato nulla del Bari, vedasi fallimenti e anche ora messa in vendita del club, dispiace solo per i tifosi che meritano di più.
  • Enzo - Stiamo parlando di due mondi totalmente diversi che però danno vita a uno dei derby più belli d'italia. Bari contro Salento. E questo è definito anche nei colori, i Leccesi scelsero il giallo rosso, non i colori della città ma del Salento prima terra d'otranto che prima comprendeva le attuali prov di lecce brindisi taranto e matera. Ecco perchè anche io materano tifo per il lecce e in queste province sono presenti molti tifosi del lecce. Mentre dall'altra baresità in cui sono stati scelti i colori della città e nemmeno quelli della provincia come a distanziare la baresità con la provincialità un unico di una città metropolitana che si sente grande e forte, la baresità è sottolineata dal se parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari ed è per questo che i baresi hanno meno seguito in provincia, anche per i buoni risultati delle provinciali quali bisceglie, monopoli,
  • Matteo - Il Bari è sempre stata la squadra dei Baresi dalla scelta dei colori all'idea che giocassero solo Baresi, è sempre stata vista come una città stato considerando quelli della provincia inferiore e parlo da Barese purtroppo. Mentre il Lecce dalla scelta dei colori che prendevano i colori dello stamma della terrà d'otranto è stato inclusivo dell'area Salentina quindi più inclusiva e meno esclusiva, infatti ha tanti tifosi nella provincia di lecce, taranto, brindisi, alcuni in basilicata. Altrimenti una città di 80 mila abitanti non potrebbe avere la sesta tifoseria in seria A per abbonati e l'ottava per pubblico. Sono scelte che rispecchiano il dna di queste società e i tifosi. Bari città metropolitana, contro regione salentina.
  • Livio Brindisi - Noi Salentini tifiamo tutti lecce perchè è l'unica squadra del salento ad essere andata in serie B alla fine le uniche squadre pugliesi di successo sono Bari e Lecce, in puglia non c'è altro, le altre squadra solo serie inferiori con pochi successi.
  • Cataldo Taranto - Alla fine la puglia è divisa in due Lecce e Bari, Salento contro terrà di Bari i foggiani sentono più il derby con il Benevento per questione di vicinanza, noi di Taranto e Brindisi non avendo mai squadre ad alto livello e gli ultimi 40 anni praticamente nemmeno in B pochi tifano per Taranto e Brindisi basta vedere i dati dello stadio e molti simpatizzano per il Lecce, stessa cosa che avviene in provincia di Bari non avendo mai avuto squadre importanti.
  • Nicola Bari - Come detto in precedenza da alcuni stiamo parlando di una lotta tra una regione e una Città che nei colori hanno una storia millenaria. La scelta dei fondatori del lecce è stata quella di identificare la squadra come squadra della terra d'otranto che poi ha preso il simbolo della provincia di Lecce più inclusivo, per questo i Leccesi possono competere con i Baresi, nonostante Lecce città sia piccola, perchè i tifosi del Lecce sono sparsi per il Salento. Scelta diversa dei Baresi, che non solo non scelsero i colori della terra di Bari, il bianco e l'azzurro, come a sancire la superiorità dei confini cittadini rispetto a quelli della città, come anche adesso i metropolitani snobbano i paesi della provincia, ma quelli della città appunto il bianco e rosso. E questo venne sottolineato dal bari dei baresi, tutti di bari città, come fosse città stato. I colori come gli stemmi hanno la loro storia e la scelta che nel corso dei secoli identifica i popoli e le persone.
  • Luca - Bari e Lecce sono agli antipodi proprio come scelte, come detto da alcuni i primi come senso di esclusività raffigura la città di Bari i suoi confini prendendo i colori della città, che poi rispecchia lo snobismo per i paesi della provincia che hanno i baresi metropolitani e io da barese lo posso confermare. I Leccesi scelsero i colori della terra d'otranto del Salento quindi più inclusivi di un aria vasta, rimarcando con striscioni cori il Salento. Infatti anche allo stadio si leggono molte città presenti della provincia di lecce, brindisi, taranto e Basilicata. Sono mondi diversi che antepongono un territorio il Salento a una città Bari.
  • Massimo Casarano - A Casarano tifiamo Lecce, le dinamiche dei 10 ultrà le lasciamo a loro, ma amiamo i colori del Salento, chiaramente anche quelli della nostra città. Ma le fesserie le lasciamo ai 10 ultrà che si divertono ad andare contro i colori della propria terra.


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