di Salvatore Schirone

La storia degli Aceto: la famiglia che per 60 anni ha riparato le biciclette dei baresi
BARI – Mai avrebbe potuto immaginare che proprio davanti alla sua officina sarebbe sorta la prima pista ciclabile della città. Scomparso prematuramente nel 1977, Domenico Aceto, classe 1931, non sentì mai parlare di mobilità sostenibile, biciplan, bike sharing, eppure ha noleggiato e riparato le bici a generazioni di baresi. Ancora oggi, il nome Aceto, o meglio di “U acite”,  come tutti lo pronunciano in dialetto confondendolo per un soprannome, a Bari è sinonimo di bicicletta. 

Tutto il mondo ciclistico della città ha ruotato intorno alla sua storica bottega di Carrassi, situata in viale della Repubblica ad angolo con via Pasquale Fiore e aperta per quasi sessant’anni: dalla metà degli anni 40 al 2011, quando è stata definitivamente rimpiazzata da una moderna palazzina. (Vedi foto galleria)

Ora a portare avanti la tradizione famigliare c'è il 59enne figlio Pinuccio. Lo abbiamo incontrato nel piccolo locale dove si è trasferito, in via Pasquale Fiore. 

Pinuccio Aceto, sesto di 11 figli, schivo e riservato, quasi si commuove mostrandoci le foto appese alla parete della suo piccolo laboratorio. In un’immagine c'è lui giovanissimo nella bottega del padre: è con un cliente davanti ad una bici da corsa. In un’altra ammiriamo la panoramica dell'officina ripresa da un palazzo di fronte appena costruito. È il 1962, una strada sterrata divide la bottega da un podere adibito a raccolta di ferraglie. Alle spalle l'unica struttura di rilievo, l’edificio fatto costruire da Mussolini per i reduci mutilati della Grande Guerra. Sullo sfondo l'inconfondibile cupola della Chiesa Russa eretta nel 1914. Tutto intorno solo campagna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono nato praticamente nell’officina - ci racconta Pinuccio – visto che quella era anche la nostra casa». Una porticina interna infatti immetteva dalla bottega nell'appartamento, lì dove quasi ogni anno mamma Grazia metteva alla luce un figlio. Domenico si era trasferito giovanissimo in questo piccolo podere acquistato da suo padre, Francesco. Fu proprio di nonno Francesco che faceva il fabbro in via Cattaro nel quartiere Madonnella, l'idea di dedicarsi anche alla riparazione delle biciclette, mentre l'attività amministrativa veniva portata avanti con fermezza dalla moglie, donna Beatrice: "la mèst'Acite".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E fu così che nei difficili anni della Seconda guerra mondiale, padre e figlio cominciano a raccogliere biciclette, metterle a posto, noleggiarle e riparale. Per una società che usava ancora la carrozza per gli spostamenti privati ed economici e il tram per quelli più lunghi, la bicicletta era davvero un’innovazione a portata di tutti. Ma Domenico sapeva che questo non sarebbe stato sufficiente a mantenere una famiglia che da lì a poco sarebbe diventata più numerosa. Per questo cercava di arrotondare i magri guadagni dedicandosi al mercato nero della benzina che, grazie alle sue conoscenze, riusciva ad acquistare dagli inglesi e rivendeva ai pochi benestanti che avevano la fortuna di avere un'auto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Aceto non aveva l'auto, ma pian piano riuscì ad avvicinarsi ai primi ciclomotori. «Mio padre fu uno dei primi a possedere un sidecar modello BMW R75 della Wehrmacht (la famosa motocicletta biposto usato nella Seconda Guerra Mondiale)», racconta orgoglioso Pinuccio. Furono le prime esperienze di manutenzione delle motociclette, che si aggiunsero al noleggio e alla riparazione delle bici: un’attività che andò avanti per quasi sessant’anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non c'è famiglia di Bari che non abbia mai almeno una volta portato la sua “due ruote” da Aceto per una revisione ai freni o per gonfiare una ruota all'inizio della bella stagione, dopo averla tirata fuori dallo scantinato. L’attività ha resistito fino a quando qualcuno ha deciso di acquistare il terreno di nonno Francesco per costruirci un moderno edificio, immediatamente battezzato "la palazzina bianca" per il suo candore che contrasta palesemente con il resto degli edifici circostanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Abbiamo ceduto la proprietà per meno di 500mila euro - spiega con rammarico Pinuccio -. Considerando che mio padre aveva altri 5 fratelli e undici figli, ognuno di noi ci ha ricavato solo qualche migliaia di euro». Una grande storia frantumata per pochi soldi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Giuseppe - Grazie Salvatore, mi hai fatto rivivere la mia tenera gioventu, era il punto di riferimenti della gioventu' di Via Cattaro ! Grazie e ancora congratulazioni !
  • marco Cressati - Dimenticato glii altri..si stanno trasferendo dalla estramurale a via Lattanzio.
  • domenico - e stato una sorpresa vedere sta foto...io ke abitavo nella scala c del palazzo dei mutilati..con nonni e tutta la nostra generazione...bei tempi..
  • Pasquale - 1953/54, la domenica prendevo a noleggio una ISOMOTO o un BENELLI (30 minuti) giusto il piacere di passare per via Monte Grappa a Carrassi dove abitava la mia ragazza. All'alba dei miei 80 anni rivedere quella casetta , sinceramente ,mi sono commosso. Grazie per aver postato il servizio.
  • nick45 - Ricordo un 'altro "u acit" al castello dove anch'io noleggiavo la bici per andare a Bitonto o a Capurso alle feste patronali, più adulto con il patentino noleggiavo la moto. Saranno gli stessi? erano gli anni 60.
  • Armando - Noi al Castello e poi via a Torre a mare ...
  • Piero Petragallo - La grande. Passione x la musica di Pinuccio costituisce ancora oggi un magico e rilassante riferimento logistico ed artistico x tanti amici ke da lui si ritrovano, quale cenacolo musicale dove discutere di note e di canzoni , confrontarsi, organizzare iniziative e rievocare, fra risate e nostalgici sussulti, un'epopea, una straordinaria bella gioventù, ke solo l'amore per la musica può conservare e difendere dagli anni ke (inoffensivi per noi melomani...) trascorrono. Grazie Pinuccio! Ki l'avrebbe detto ke fosse s base di ACETO l'elisir di lunga vita.....
  • DARIO - Grazie Giuseppe una foto favolosa ed un commento impeccabile, ma tutto intorno non vi era solo campagna...casa mia 1957 e casina di campagna verso piazzale locchi eretta dalla fine del 1600. MA quasi nessuno lo sa
  • Pino - Grazie Salvatore per avermi riportato indietro di molti anni, io vivo a Taranto da tempo ma fino a 30 anni ho vissuto proprio lì vicino, sopra il panificio "Oriente" di via Pasquale Fiore, quasi ogni giorno scambiavano 2 chiacchiere con Pinuccio, grande appassionato di musica, ricordo che suonava la tastiera in un complesso. Il padre lo ricordo eccome, piccoletto ma con un' energia incredibile. Grazie ancora.
  • giuseppe - ahaha u uacit na storia nella leggenda il mio primo ciclomotore noleggiato un benelli minibike preso per andare a fare un giro a cassano delle murge , ma quando il diavolo si veste a rosso ....arrivati al cavalcavia della birra peroni paaaaaaaaah la candela schizza come un missile e va a finire dentro un vivaio...morale della favola mesto ritorno a piedi fino all'officina smadonnando da paura.il bello che non mi volevano credere e adirittura fare pagare un ora di noleggio in più....poi ci resero conto che la sede candela era effettivamente sfilettata e ci organizzammo per un altro giro un'altra corsa io abitavo in via fornelli praticamente all'angolo subito dopo , la mia vita correva in parallelo con gli aceto..pinuccio poi divento tastierista nel complesso musicale dove suonava il basso mio cognato..un salto del jurassico grazie che bei giorni scorazzando nei terreni di fronte dove c'èra un panificio senza licenza ma col pane buonissimo... la zona era chiamata rafaschieri dal contadino proprietario divenuto poi ricco vendendo i terreni all'espansione edilizia che si è mangiata tutta la terra lasciandoci tonnellate di cemento.....è la mia infanzia gioventù che andò via e non tornerà più..ah dimenticavo ..oggi mi chiamano "il capitano" e sono un biker con più di 2 milioni di km all'attivo..ne ho distrutte di moto e di rotule(le mie)
  • PASQAULE - io dal 60 sino al 71 ho abitato in corso Sicilia al 147 esattamente sopra il bar Gallo e tante volte con gli amici prendavamo le bici a noleggio da u acet che ci faceva pagare 4 bici al costo di una.
  • Luigi Aprile - Complimenti vivissimi. Riesci sempre a scovare delle realtà capaci di stimolare emozioni e ricordi.
  • giuseppe - vorrei precisare che quel signore in foto con Pino , non e' un cliente ,ma bensi' consulente tecnico specialista nell'ambito delle bici da corsa professionali, E tra l'altro batterista dei Diapason Quartet gruppo musicale il quale suonava Pino Aceto.


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