Bari, il campione Pinuccio Colaianni: a 80 anni in palestra per insegnare la lotta ai ragazzi
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giovedì 3 luglio 2025
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di Gaia Agnelli - foto Paola Grimaldi
Abbiamo deciso di raccontare la storia di Pinuccio e siamo così andati a trovarlo nella palestra dell’Angiulli, dove si reca ogni giorno con il suo “amuleto”: le scarpette da lotta con cui ha vinto tante gare e battaglie. (Vedi foto galleria)
Quando entriamo nella struttura vediamo Colaianni seduto con indosso una tutina nera: sta sfogliando un album ricco di immagini e di ricordi delle sue imprese. Ci mostra un articolo di giornale di metà anni 60 che lo definisce "l'erede di Lombardi", lottatore barese che vinse la medaglia d'oro olimpica nel 1948.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Lo sport l’ho sempre avuto nel sangue - esordisce l’80enne-: basti pensare che mio padre era un circense equilibrista. In realtà la mia storia sportiva inizia solo all'età di 17 anni. All’epoca mi piaceva correre con le moto, ma dopo un incidente stradale in cui un mio amico perse la vita, decisi di smettere con la “vita di strada”. Così, invogliato da un mio conoscente che praticava sollevamento pesi, mi avvicinai al mondo più sano dell’Angiulli. E qui ebbi modo di seguire gli allenamenti di lotta greco-romana che mi affascinarono subito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così Pinuccio bussò alla porta del maestro di lotta Mario Bisignani. «Mi disse che ormai ero grande per cominciare con questo sport e che i miei coetanei erano già tutti affermati – ricorda –, ma gli chiesi di darmi comunque una possibilità. E lui accettò».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E Colaianni, che di “gavetta” ne aveva già fatta tanta con le “botte” date e ricevute per strada, si dimostrò sin da subito capace di lottare. «Certo, all’inizio ne “presi” tante – ammette -, ma alla fine prevalse la mia forza di volontà: dopo sei mesi ero in squadra per gareggiare ai Campionati d’Italia Assoluti. Si tennero nel 1962 proprio all’Angiulli. Persi, ma l’anno dopo vinsi i Regionali e i Campionati d’Italia “senior” a Palermo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da lì furono solo successi. Nel 1966 fu eletto “Atleta dell’anno” (dicitura riportata su una medaglia che porta orgogliosamente al collo) e tra il 1967 e il 1982 vinse ben 9 campionati assoluti italiani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli chiediamo quel è la gara ricorda con più affetto, con più orgoglio. «Sicuramente quella del 1969 contro il siciliano Ignazio Fabra, due volte medaglia d’argento alle Olimpiadi – risponde con gli occhi lucidi –. Venne agli assoluti di Bari con l’obiettivo di battere me e chiudere brillantemente la sua carriera. Ricordo mia moglie preoccupata sugli spalti: le feci un occhiolino per farle capire che sarebbe andato tutto bene, non avrei mai perso davanti al mio pubblico. E così fu: diedi il massimo e, stremato, vinsi quell’incontro. Un risultato che lasciò di stucco persino il campione Pietro Lombardi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli anni 80, una volta appese tutina e scarpette al chiodo, Colaianni diventò allenatore aprendo una palestra tutta sua in via Brigata Regina (la “Meeting Sport Bari”). «Una realtà che purtroppo ho dovuto chiudere con l’avvento del Covid – spiega -. Per un periodo sono rimasto senza fare nulla, senza la mia amata lotta. Ma non mi sono dato per vinto, così ho bussato un’altra volta alle porte dell’Angiulli e da cinque anni sono qui a regalare la mia esperienza ai giovani atleti della società».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Pinuccio da allora viene ogni giorno qui per sostenere e aiutare i ragazzi. «Cerco di essere per loro un esempio, un maestro di lotta ma soprattutto di vita – dichiara –. È questo mi rende vivo, aiutandomi a non pensare all’età che avanza e alla solitudine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La cosa bella è che Colaianni non si limita a dare consigli, ma spesso sale sulla “materassina” per mostrare concretamente come vanno eseguite certe mosse. «Nonostante gli 80 anni continuo a combattere con loro – afferma –. Mi piace mettermi ancora in gioco, anche per dimostrare ai ragazzi che non conta l’età, ma solo la passione. È importante che rimangano fedeli a questa disciplina, nonostante le mille distrazioni del mondo di oggi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vediamo quindi il maestro “scendere in campo” per lottare con un giovanissimo atleta. E tra proiezioni, sbilanciamenti, ancate, braccetti e atterramenti, il campione sembra avere la meglio sul piccolo lottatore, come se per lui il tempo non fosse mai passato.
Con Pinuccio raggiungiamo ora gli altri ragazzi che si stanno allenando nei giardini dell’Angiulli. Quando lo vedono gli vanno tutti incontro per battergli il cinque, mentre lui ricambia con una pacca sulla spalla e qualche battuta per spronarli a fare sempre meglio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Lui è un idolo, per noi ma anche per tutti gli altri giovani lottatori d’Italia che hanno avuto modo di conoscerlo durante i raduni e le competizioni», afferma la 16enne Sara Servedio, campionessa barese di lotta libera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Pinuccio riesce a trasmetterci determinazione e motivazioni, anche quando gli allenamenti sono duri e le giornate più difficili – interviene il 14enne Davide, fratello di Sara, anche lui giovane campione -. Ci spinge sempre a dare il massimo e a migliorare, con i suoi modi onesti e diretti: si vede che crede davvero in noi come squadra. Con lui sto imparando tanto: abbiamo costruito questo rapporto negli anni, dato che mi allena da quando sono piccolo. È un grande maestro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Della stessa idea è l’allenatore Nicola Vitucci. «Colaianni è come uno zio per me e un nonno per i ragazzi – rivela –: averlo nel team è un valore aggiunto, una preziosa testimonianza di una vita dedicata alla sport. Non so come faremmo senza di lui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Dopo tanti anni di lavoro la stima dei miei ragazzi è la riconoscenza più grande che potrei desiderare – conclude Pinuccio -. Ormai il passato è passato (anche se mi manca): penso quindi a vivere l’attimo e a lasciare il segno in questi giovani lottatori. Con un sogno nel cassetto: quello di far tornare la lotta barese ai suoi tempi d’oro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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