di Armando Ruggiero - foto Paola Grimaldi

Semplice, praticato da tutti e autoarbitrato: a Gioia del Colle alla scoperta del "touchtennis"
GIOIA DEL COLLE – Uno sport molto simile al tennis ma estremamente più facile, che permette a tutti di praticarlo senza, tra l’altro, distinzioni di età e sesso. È il “touchtennis”, gioco ideato in Inghilterra nel 2003 e poi diffusosi nel resto del mondo, Puglia compresa. Nel barese è possibile provarlo a Gioia del Colle, dove quattro anni fa è nato il primo centro sportivo del Sud Italia dedicato a questa particolare attività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il touchtennis si gioca in un campo ridotto (lungo la metà rispetto a quello da tennis), con rete bassa e corta, racchette più piccole e soprattutto con una palla in gommapiuma che permette scambi lenti e lunghi. Nel mondo vengono organizzati periodicamente vari tornei, caratterizzati dall’essere autofinanziati (e autoarbitrati) dagli stessi giocatori. Campionati che non prevedono una distinzione tra adulti e ragazzini o tra donne e uomini: a questo sport si gioca tutti insieme senza divisioni in categorie

Siamo così andati a visitare il centro barese per conoscere i segreti di questo sport. Il circolo, che si chiama “Eden- Il parco di Dalù”, ha sede in via Putignano, nei pressi dello svincolo “Gioia del Colle est” della statale 100. (Vedi foto galleria)

Entrati nella struttura siamo accolti dal responsabile: il 49enne giocatore e maestro di touch Massimiliano Di Feo. «Tutto è nato quattro anni fa - esordisce il signore -. Stavo navigando su Youtube quando a un certo punto, casualmente, mi è apparso un video di touchtennis. I giocatori si divertivano, senza però la tensione e la difficoltà del tennis. Compresi così che lo sport aveva delle potenzialità e decisi di proporlo nel mio centro, per la prima volta nel Sud Italia. Mi bastò adattare un terreno inutilizzato per poter cominciare a praticare questo particolare sport».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto il touch si può giocare dappertutto: è quasi uno sport “da asporto”. Serve avere una superficie a disposizione di qualsiasi materiale (cemento, erba, terra) su cui posizionare una rete trasportabile lunga 6 metri (contro i 13 del tennis). Per la definizione delle linee basta poi un nastro adesivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando nel 2022 e nel 2023 abbiamo ospitato qui dei tornei internazionali, siamo arrivati a realizzare sino a nove rettangoli di gioco - conferma Massimiliano, che ci fa vedere come montare un terreno di gioco in pochi minuti -. Tra l’altro le partite sono pure autoarbitrate dagli stessi giocatori: non serve quindi nemmeno un direttore di gara».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Di Feo ci mostra le foto dei tornei, con i campi uno attaccato all’altro. Attualmente in Italia non c’è una federazione che li organizza, bensì un’associazione che raccoglie i vari circoli. Tutti possono iscriversi alle gare, anche chi ha appena cominciato a praticare lo sport. E in tabellone si possono scontrare minorenni, anziani, donne e uomini. I tornei, anche i più importanti, sono autofinanziati: hanno una quota d’iscrizione la quale oltre a coprire le spese di organizzazione, va a formare il montepremi. 

Il proprietario ci conduce ora al campo ufficiale in erba, immerso negli ulivi (vedi video). Qui si divertono i quaranta tesserati del centro, tra cui la 27enne Francesca Dell’Edera, fresca di convocazione dalla nazionale italiana di touchtennis ai mondiali di Valladolid.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sul terreno di gioco troviamo Luca, di 8 anni, figlio di Massimiliano, che si sta scontrando con un coetaneo al primo incontro di touchtennis. Ammiriamo il bambino impegnarsi in un pregevole rovescio e una bella voleè alta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I due lasciano poi il campo al 76enne Vito Angelillo e al 64enne Prospero Giordano, entrambi pensionati. Osserviamo la partita, con Prospero impegnato in una battuta. La palla tocca il nastro, ma si continua a giocare: non è “net” come nel tennis. Si tratta di una delle poche differenze con il tennis a livello di regolamento: nel touch infatti non esiste il doppio fallo, il servizio a disposizione è solo uno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finito il match avviciniamo i giocatori. «Provengo dal tennis - esordisce Vito - e cerco di portare avanti entrambi gli sport. Il touch però mi diverte di più: in particolare trovo entusiasmante il poter affrontare anche i più giovani, cosa che in altre discipline sarebbe impossibile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli fa eco Prospero. «Per tutta la vita ho giocato a tennis, sino a quando non ho avuto un infortunio che mi ha allontanato dai campi - afferma -. Sono ritornato grazie al touch, di cui ho subito apprezzato la semplicità: non richiede certo anni di allenamento per poter essere praticato. Basti pensare che attualmente, alla mia età, sono il numero 130 a livello nazionale. Sono soddisfazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Paola Grimaldi) la nostra visita al centro di "touchtennis" di Gioia del Colle


 


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Armando Ruggiero
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