Bari, viaggio tra i "sottani": piccole case al piano terra che si stanno trasformando in b&b
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venerdì 24 febbraio 2023
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di Gaia Agnelli - foto Francesco De Leo
Luoghi che, a dire la verità, da quando è esploso il turismo a Bari, si stanno pian piano trasformando in redditizi bed and breakfast. Soprattutto nelle zone più periferiche del centro storico i sottani continuano però a “vivere” e sempre fondendosi con la strada prospiciente, la quale diventa una prosecuzione della minuscola dimora dove stendere i panni, sedersi all’aperto o vendere prodotti tipici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proprio per questo i vicoli vengono costantemente curati e puliti dagli abitanti di Bari Vecchia. Ad esempio in corte Moscatelli, a qualsiasi ora si passi, ci sono sempre delle signore indaffarate a spazzare e lavare a terra. «Tra l’altro sulla strada mettiamo sempre gli indumenti bagnati ad asciugare: è necessaria la massima pulizia», afferma la 67enne Angela.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le viuzze del centro storico è infatti impossibile non imbattersi negli stendini posizionati davanti alle abitazioni con tanto di mollette e biancheria appesa. C’è chi li ha montati sul muro, chi li ha sistemati accanto all’ingresso e chi li ha legati persino con una corda alla porta a mo’ di antifurto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non c’è abbastanza spazio in casa per poter stendere pure i vestiti, oltre al fatto che dentro, con tutta l’umidità che c’è, la roba non si asciugherebbe mai», spiega la 76enne Giuseppina, che incontriamo in corte Alberolungo, nei pressi della Basilica.
Perché il sottano non è certo una “reggia”. Parliamo di un'unica stanza originaria che i residenti hanno diviso, attraverso pareti provvisorie, in tre ambienti che ospitano cucina-soggiorno, bagno e camera da letto. Luoghi che fino a pochi decenni fa non erano nemmeno forniti dei servizi di prima necessità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Prima qui oltre a non ricevere l’acqua potabile, che dovevamo recuperare dalle cape de fiirre (le fontane pubbliche) non disponevamo neanche di un sistema fognario e neppure del gas», sottolinea la 70enne Teresa, che incontriamo a largo Albicocca, comodamente adagiata su una sedia al di fuori della propria casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ora i servizi ci sono tutti, anche se alcuni barivecchiani continuano a non utilizzare l’attacco del gas. «Costa troppo e non possiamo permettercelo – continua Teresa –, così preferiamo bombole e fornellini portatili e prepariamo pranzi e cene all’esterno. E poi se dobbiamo arrostire ci serviamo delle fornacelle a carbone».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nonostante i problemi però i sottani risultano sempre molto curati e decorati con vari oggetti, piante e immagini religiose, soprattutto di San Nicola. Ad esempio in una rientranza di strada delle Crociate ne notiamo uno con lanterna e raffigurazioni del Patrono. Aspetto simile ce l’ha un’altra casetta di strada Quercia, arricchita anche da piattini e quadretti e incorniciata da un arco in pietra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uscio di entrambe è protetto con una bianca e delicata tenda di pizzo: un “must” per i sottani. Del resto si tratta di un elemento imprescindibile per preservare la privacy degli abitanti, che difficilmente chiudono la porta della propria casa per non farsi mancare durante il giorno luce e aria.
Un drappo che permette a chi sta all’interno di non essere visto, pur ascoltando tutto ciò che avviene fuori. In una manciata di secondi infatti, udendo i nostri passi, vediamo affacciarsi in strada Quercia l’80enne Angela. «Vivo qui da quando sono nata – ci dice –, e ancora prima ci hanno abitato i miei genitori e i miei nonni: è una dimora che ci tramandiamo da generazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La donna ci spiega come i turisti stiano cambiando la sua quotidianità. «Passano e pensano che dietro la tenda si nasconda un locale o un negozio – commenta sorridendo –. Così spiano all’interno restando stupiti nel constatare che questa è una casa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro sottano secolare è quello posto sempre su strada Quercia, utilizzato anche per vendere frutta e verdura. Due sedie all’esterno fanno infatti da supporto per un’asse di legno sulla quale sono esposti finocchi, zucca e cicorie. Mentre all’interno l’anziana proprietaria è intenta a pulire e lavare altri ortaggi. «Possediamo delle piccole campagne - ci dice la figlia della donna, la 50enne Maria - e così abbiamo pensato di vendere i nostri prodotti sull’uscio di questa casa, abitata sin dall’inizio del 900 dai miei bisnonni che ci vivevano assieme al bestiame».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I sottani vengono infatti spesso utilizzati come casa-bottega: l’esempio più diffuso è quello delle “signore delle orecchiette”, che producono e vendono all’esterno la tipica pasta fresca barese. “Negozi” del genere sono visibili soprattutto in strada Arco Basso, alle spalle del Castello.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si fa tutto fuori perché la strada è la nostra casa – commenta il barese 80enne Nicola, che incontriamo vicino alla Basilica –. E si tratta di uno spazio condiviso con i vicini, con cui ci si conosce da sempre. Qui a Bari Vecchia siamo come una grande famiglia. Purtroppo il centro storico sta pian piano cambiando e i sottani si stanno trasformando in bed and breakfast. Anche la mia famiglia ha adibito il nostro “basso” a struttura turistica: è stata un’idea di mio nipote che ci ha costretto a trasferirci nei due locali ai piani superiori: il “mezzo” e il “sopra”. Io mi sono adeguato, anche se la vita a contatto con la strada mi manca come non mai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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