di Ilaria Palumbo

Bari, bellezza e abbandono: viaggio tra i palazzi di inizio secolo del rione Libertà
BARI – Sono presenti nei quartieri di Bari sorti tra l’800 e il 900: Murat, Libertà, Madonnella, San Pasquale e Picone. Parliamo delle storiche e basse palazzine colorate con tinte pastello, dotate di ringhiere in ferro battuto e persiane verde scuro. Edifici dalle linee semplici e lineari, abbelliti a volte da particolari ornamenti, che mantengono a distanza di decenni un fascino unico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Peccato che la maggior parte di queste palazzine siano state rase al suolo a partire dal secondo Dopoguerra per far posto spesso a grigi condomini dal dubbio gusto stilistico. Anche se in città persiste un’eccezione, un quartiere che nella sua parte più antica (quella più vicina al centro) conserva quasi immutato l’aspetto che aveva cento anni fa. E’ il rione Libertà.

Stiamo parlando però di una zona di Bari da sempre molto popolare, caratterizzata ultimamente anche dalla massiccia presenza di immigrati. Insomma un’area non particolarmente ambita da investitori e “ristrutturatori”. Perché la verità è che tanti dei palazzi storici qui presenti avrebbero bisogno di un serio restauro e appaiono oggi evidentemente trascurati. Anche se a volte tra un edificio abbandonato e un altro pericolante, si affacciano palazzine rimesse a nuovo, dai colori accesi e sgargianti, con i decori messi in risalto. (Vedi foto galleria)

Siamo andati a farci un giro tra le vie del quartiere (foto 1) per scovare gli esempi più lampanti del contrasto architettonico che lo caratterizza, qui dove il “bello evidente” e il “bello nascosto” si trovano a convivere, spesso uno accanto all’altro, rendendo quella del Libertà una delle aree più peculiari della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo in via Quintino Sella, all’altezza di via Principe Amedeo. Notiamo sin da subito un primo e caratteristico contrasto che ci accompagnerà per tutto il resto del nostro viaggio. Si tratta di due edifici adiacenti praticamente uguali: ma mentre il primo, marroncino, appare quasi abbandonato, il secondo invece si presenta con un acceso e sfavillante color salmone e con dei fiori a ornare le ringhiere dei balconi (foto 2).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Siamo ora su via Dante, dove all’altezza di via Manzoni ci colpisce una struttura in perfetto stato dal forte e inusuale colore amaranto, di ben cinque piani e con due timpani a decorare i balconi al primo piano (foto 3). Ma a un paio di isolati dall’ex Manifattura Tabacchi e dalla “casa degli alluvionati”, ci ritroviamo di nuovo davanti a un palazzo “double face” con una parte color crema rimessa a nuovo e l’altra con i balconi pericolanti (foto 4).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorriamo ora via Manzoni, strada un tempo definita la “via Sparano dei poveri” ma caratterizzata da una serie di negozi con le serrande abbassate. Ci colpisce la vista di una struttura bassa, a due piani: si trova sopra un negozietto di frutta e verdura e il prospetto, un tempo rosso, è completamente corroso e con le persiane rovinate. Eppure il portone mostra ancora un elegante decoro in ferro battuto (foto 5).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma al contrario, sempre su via Manzoni ecco porsi davanti a noi un imponente palazzo rosso e bianco tornato agli antichi splendori dopo un evidente restauro. Particolari sono le lesene che incorniciano le finestre a due ante, chiuse da timpani arrotondati (foto 6). Lo stesso elemento architettonico lo ritroviamo poco più avanti su un’altra casa antica, bellissima ma chiaramente in declino. Un vero peccato perché le sue ringhiere in ferro sono uniche per il loro ornamento centrale: un rosone con una serie di assi che si irradiano dal nucleo centrale (foto 7).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci dirigiamo ora in via Garruba dove ci sorprende l’ennesimo contrasto: due palazzi adiacenti e speculari, il primo però di un vivido e intenso scarlatto, il secondo di un colore spento e smorto, con le persiane ormai scolorite (foto 8).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ripercorriamo per un breve tratto via Manzoni per arrivare in via Crisanzio, probabilmente la strada con i maggiori esempi di palazzi eleganti e ben tenuti. Scopriamo qui un brillante palazzo arancione, il cui balcone al primo piano mostra una bellissima balaustra in pietra e le lesene delle persiane decorate (foto 9).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’altra palazzina dello stesso colore, anche se più semplice, presenta particolari decori che intercorrono fra una stanza e l’altra: foglie, fiori e colonnine in pietra donano importanza alla semplicità del prospetto (foto 10). Ancora più ricco e brioso è l’edificio di fronte a quest’ultimo: di colore marrone e beige, presenta al primo piano decori floreali, con balconi a forma di trapezio sotto cui seminascosti si trovano pittoreschi mascheroni (foto 11).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a due passi da questi sgargianti strutture, si trova un “buco” creato da un palazzo quasi completamente demolito e diventato ormai, come riferito in un altro articolo, una discarica a cielo aperto (foto 12). Si trova accanto a un basso edificio fatiscente, di colore ocra, che però conserva ancora un particolare rilievo: spicca centrale la figura di un bambino, circondato da alcune foglie di quello che sembra alloro. Il tutto è sovrastato da una singolare cornice merlata (foto 13).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo ora su via Putignani, ad angolo con via Manzoni. Qui spicca maestoso ed elegante un complesso color crema, costellato da numerosi balconi e suggestivi decori bianchi in gesso che immortalano dei volti (foto 14a e 14b). Su via Calefati al contrario si erge un imponente ma invecchiato palazzo a tre piani di un rosso ormai spento, che si caratterizza comunque per le particolari lesene che percorrendo la parte centrale, terminano in un cornicione floreale (foto 15).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre su via Abate Gimma troviamo un palazzo di ben quattro piani con il prospetto scolorito. Ma qui le persiane ad arco, i decori stilizzati e le originarie balaustre bianche donano all’edificio un aspetto “esotico” ed orientaleggiante, accentuato dalle coloratissime e sgargianti lenzuola stese, segno della grande presenza di immigrati in questo rione (foto 16). Unici invece sono i timpani che abbelliscono un balcone del palazzo adiacente, di cui uno caratterizzato dalla testa di un leone, che potrebbero far sembrare elegante questa casa, se non fosse per i modesti panni stesi e una bicicletta arrugginita che rivelano il carattere popolare dell’abitazione (foto 17).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo ormai arrivati alla fine del nostro viaggio. Ci troviamo su via Napoli e un ultimo stabile colpisce la nostra attenzione, qualcosa di completamente diverso da ciò che abbiamo visto fino ad ora: una vistosa abitazione rosa antico che sembra quasi un castello, con piccole torrette che spuntano, balconi in pietra spessa e un cornicione merlato (foto 18).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci lasciamo con il “bello evidente” insomma, nella consapevolezza che se tutti gli edifici che fanno parte del patrimonio del rione fossero rimessi a nuovo, probabilmente il sottovalutato Libertà potrebbe essere finalmente considerato per ciò che è: uno dei quartieri più eleganti di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Ilaria Palumbo
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  • giuseppe - foto 18 rappresenta palazzo DE CILLIS accanto sostituito da palazzo moderno anni 1960 dell'antica fabbrica di liquori (essendo un vs lettore so che siete già in possesso dei riferimenti specifici)


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