di Salvatore Schirone

Bari, la vecchia San Pasquale: tra strette strade, palazzi colorati e cinema abbandonati
BARI –  Circa 6mila abitanti concentrati in un’area grande poco più di un mezzo chilometro quadrato, compreso tra via Postiglione, via Re David, via Capruzzi e via Lattanzio. Parliamo del rione “San Pasquale”, della sua parte più antica però, quella nata negli anni 20 del secolo scorso, quando Bari cominciò a espandersi al di là della linea ferroviaria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un quartiere popolare a cui ci è sembrato giusto dedicare un articolo, perché veramente unico nel suo genere, fatto di strette stradine (sempre più anguste a causa della auto parcheggiate), di antiche e basse palazzine colorate, di vecchie botteghe, di cinema abbandonati, di grandi e piccole storie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un rione che però sta cambiando, abitato sempre più da studenti fuorisede e da immigrati, attratti da affitti più bassi rispetto al resto della città, ma che continua a mantenere una sua identità e un suo fascino. Siamo andati a farci un giro al suo interno per raccontarvelo (Vedi foto galleria)

La nostra passeggiata parte dall'incrocio da via Postiglione: siamo all’incrocio con via Re David, la strada che ci fa entrare nel cuore pulsante del quartiere. A sinistra costeggiamo un edificio in stile liberty: è uno degli storici “villini postelegrafonici”. Questi graziosi edifici costruiti all’inizio del 900, costituivano un grande viale che univa idealmente San Pasquale a Carrassi, da via Re David a Corso Benedetto Croce, ma molti furono purtroppo abbattuti negli anni 70 per dare vita alla grande arteria di viale Unità d'Italia e a nuovi più moderni palazzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciamo per ora via Re David per girare a destra su via Maria Cristina di Savoia. Ci immergiamo immediatamente nel reticolato fitto e angusto delle strade che caratterizzano il rione. Fatta eccezione per un'area recintata a verde sulla destra, recuperata qualche anno fa da una vecchia villetta abbandonata per decenni, a San Pasquale non ci sono larghi di particolare respiro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbastanza artificiosa e per metà occupata da un accesso a un garage è infatti la piazzetta recentemente realizzata sul sagrato della Chiesa di San Pasquale, che dà il nome al quartiere e che troviamo dieci metri più avanti sulla sinistra. Così come ha fatto recentemente discutere l'altra piazza antistante lo storico convitto Cirillo, che intravediamo incrociando via Gaetano Filangeri. La scuola è sicuramente la costruzione più imponente del quartiere, nonché la più antica scuola di Bari, fondata nel 1771.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Camminiamo sempre su via Maria Cristina di Savoia e ci troviamo circondati da antiche e basse palazzine di uno, due, al massimo tre piani, sorte una accanto all’altra. Sono diversissime e variopinte, nei diversi toni pastello dal pagliericcio al rosso, con balconcini infiorati e persiane verdi. Rappresentano il vero simbolo del rione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui ci imbattiamo in alcune storiche botteghe e negozi, come la lavanderia "San Pasquale", presente su questa via dal 1954. O la legatoria Colucci, attiva dal 1970 e oggi gestita da Gianluigi e da sua moglie. «Anche se il lavoro diminuisce e le tasse ci spremono, riusciamo ancora a vivere di questo lavoro», ci dice orgoglioso l’uomo mentre ci mostra la vecchia pressa per tagliare i fogli ancora perfettamente funzionante. Ma molte altre botteghe artigianali sono invece scomparse, così come anche i piccoli “centri ricreativi” dove si poteva giocare a carte e bere birra. Uno di questi, forse il più famoso, era proprio in questa strada: il leggendario "Fermi Tutti".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La strada finisce su via Francesco Lattanzio, un tempo denominata via Gondar. Si trattava di una piccola zona industriale con diverse fonderie che fornivano materiali grezzi per i fabbri della città. Qui è possibile trovare ancora dei vecchi tappezzieri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci spostiamo ora su via dei Mille, una lunga strada che percorre tutto il quartiere. Al numero civico 116 troviamo un enorme complesso edilizio che abbraccia un intero isolato, fino a via Michele De Napoli: si tratta di “Palazzo Toti”. Sul cancello di entrata, leggiamo la scritta:  “Palazzo Enrico Toti. Bersagliere. Medaglia d'oro al V.M.”. L’edificio costruito negli anni 20 del secolo scorso per alloggi popolari fu dedicato all’eroico bersagliere ciclista che senza una gamba combatté durante la Prima guerra mondiale e fu insignito della medaglia al valore militare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciamo via dei Mille e prendiamo a sinistra via Nizza. Qui ogni mattina si può fare un salto nel passato, tra i rumori dei carrettini dei pescivendoli e i profumi di frutta e verdura. Persiste infatti da 72 anni uno degli ultimi mercati rionali all'aperto, sebbene ridotto ora all'ultimo tratto della strada tra via Trento a via Re David.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su via Trento ci imbattiamo nella vecchia fabbrica di cera di cui abbiamo parlato in un altro articolo, su cui svetta ancora la ciminiera che punta verso il cielo quasi del tutto nascosta dai fabbricati. E finalmente raggiungiamo la parte più antica del rione, svoltando a sinistra nella stretta via Giuseppe De Nittis.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui incontriamo Sabino mentre scambia due chiacchiere con alcuni suoi amici di infanzia, davanti al portone di casa sua: un palazzo del 1922 situato tra palazzine vecchissime, alcune anche abbandonate. Sabino vi abita da 56 anni. «Ormai a San Pasquale ci abitano solo extracomunitari - si lamenta - sembra il Bangladesh. La sera non si sentono più i profumi di una volta, solo odori strani di spezie orientali». Mentre discutiamo arriva qualcuno che parcheggia sul marciapiede e comincia tirar fuori dall'auto pagnotte appena sfornate, mentre i residenti si affrettano a circondare la sua utilitaria per gli acquisti. Segno che tuttavia le vecchie abitudini faticano a tramontare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Raggiungiamo via Re David e la percorriamo fino all'estramurale, non prima di aver ammirato sulla sinistra un altro palazzo color pastello, questa volta a tre piani e di colore rosso. Ad angolo con via Capruzzi troviamo un originalissimo edificio in stile liberty. Si tratta di Palazzo Borrelli, costruito nei primi del 900 da Giorgio Borrelli, il fondatore dell'omonima industria di saponi presente a Carrassi fino agli anni 50. Si caratterizza per un bovindo, un particolare tipo di finestra angolare che sporge sull’estramurale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta che tornare indietro, ma mentre ripercorriamo via Re David, facciamo un altro sorprendente incontro: "Bobby Solo". Un mito a San Pasquale, che da giovane sembra assomigliasse al noto cantante degli anni 60. Oggi ha 71 anni e continua a lavorare: lo troviamo mentre sta caricando materiale edile su un furgoncino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre parliamo con Bobby ci accorgiamo di trovarci proprio di fronte all’ex cinema Odeon, chiuso nel 2009, che assieme all’Orfeo di via Lattanzio (anch’esso ormai non più esistente da 16 anni) rappresentava la massima attrazione del rione. C’è ancora l’insegna a ricordare i tempi in cui non c’erano le multisale e i film si potevano gustare “sotto casa”. Tempi in cui San Pasquale era ancora un quartiere molto vissuto: una Bari nella Bari che può essere amata e “capita” solo da chi è nato in questa città. 

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo e Salvatore Schirone)


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  • Domenico - Fermi tutti grande compagno sono stato insieme a lui Consigliere Circoscrizionale Mimmo Vaccaro
  • Rita - Avete dimenticato di menzionare nell'articolo ciò che da ancora un segno di decenza in quel quartiere,la farmacia di via Dei Mille,l'unico posto in zona dove probabilmente lavorano gente per bene e laureate..
  • Daniele Milella - L' edificio che ospita il Convitto Cirillo a San Pasquale è del 1925 (e non come erroneamente riportato del 1771) anno in cuore volontà di Araldo di Crollalanza, fu spostato del Palazzo Ateneo per fare posto alla neonata Università.
  • Enza Favia - Vivo a Biella dal 1970, ma non dimentico il rione che mi ha visto nascere: Ho letto l'articolo e mi ha veramente emozionato. Quanti ricordi tutti legati alla mia infanzia: Ho vissuto a San Pasquale fino ai miei 16 anni e poi siamo andati a stare il Via San Lorenzo in un bellissimo palazzo di sette piani di proprietà della famiglia Borrelli. Grazie per queste emozioni, vi ho trovato per caso, ma da ora in poi verrò a cercarvi
  • Daniela Maselli - Perché non fate un approfondimento sulla fabbrica SICA?


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