Panzerotti, rape, anguilla: è la vigilia dell'Immacolata "made in Bari". «Tradizione nata nel 1854»
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venerdì 5 dicembre 2025
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di Gaia Agnelli
«Tutto ebbe inizio quando nel 1854 Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione – spiega lo storiografo e saggista barese Nicola Cutino -. La celebrazione fu fissata l’8 dicembre di ogni anno: una data che avrebbe da quel momento in poi aperto ufficialmente il periodo natalizio. Si iniziava quindi ad allestire il presepe e la città si vestiva a festa: arrivavano i primi zampognari, nelle chiese si ascoltavano canti e musiche pastorali e dolci nenie, i negozi brillavano di luci e si svolgevano processioni con statue della Vergine adornate di fiori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il giorno precedente all’8 dicembre era però caratterizzato da un antico rito di digiuno e astinenza dalle carni che poteva essere interrotto solo dalla “concessione” di una frittellina di pasta lievitata, detta a Bari "popizza".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La vigilia è il giorno che precede le festività del Cristianesimo ed è stata sempre stata considerata un giorno di magro – sottolinea Cutino –. Rappresentava cioè il momento dell’attesa che si concretizzava con il raccoglimento, la preghiera e la richiesta di intercessione e protezione da parte della Madonna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fino alla sera però. Perché arrivati alla fine della giornata, dopo ore e ore di “fame” forzata, si recuperava sedendosi attorno a un tavolo imbandito.
Un qualcosa questo che è rimasto. Perché se l’astinenza è oggi praticata solo dai più devoti, il “banchetto” finale è restato nella tradizione della città. (Vedi video)
«È prima di tutto un pretesto per incontrarsi in famiglia – spiega la 57enne Anna, residente nel centro storico -. Certo, è un rito portato avanti solo da noi più anziani: i giovani difficilmente organizzano queste cene. Ma fin quando ci saremo noi nonne la vigilia dell’Immacolata sarà adeguatamente festeggiata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E che cosa si mangia durante la vigilia? Le signore di Bari Vecchia ci confermano che in origine era il pesce a farla da protagonista. «Nello specifico si optava per una ricca spaghettata con il sugo di anguille seguito da del pesce arrostito, il tutto però preceduto dal tipico antipasto della città: il crudo di mare», ribadisce Cutino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli ultimi decenni però i panzerotti (in barese calzengìdde) hanno pian piano sostituto o perlomeno affiancato i piatti del mare, divenendo la pietanza immancabile dell’Immacolata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«È vero, anche noi preferiamo i panzerotti alla più classica pasta – dichiara la 72enne barese Tonia -. Questo perché la loro preparazione coinvolge tutta la famiglia: è un modo per riunirci tutti insieme in un clima di convivialità. Il bello è proprio prepararli insieme a figli e nipoti, tra una risata e l’altra: anche se alla fine si sporca tutta la cucina e ci tocca pulire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro piatto che non manca mai, visto anche il periodo invernale, sono le rape nfuocàte, ovvero stufate. Cotte lentamente con olio, aglio e peperoncino spesso fungono da condimento anche per i panzerotti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«I calzengìdde li facciamo classici con mozzarella e pomodoro e poi con carne, ricotta ascquand (ricotta forte) e naturalmente rape», conferma la 63enne barivecchiana Rita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro “must” della vigilia e dell’intero periodo natalizio sono i dolcetti fatti in casa: cartellate, torrone, occhi di Santa Lucia, castagnelle e “cazzeuìcchie”.
«Questi ultimi hanno la forma di piccoli panzerotti e sono ripieni di marmellata o crema di mandorle – spiega l’esperto di tradizioni locali Michele Fanelli -. E se le cartellate simboleggiano il lenzuolo di Gesù, i cazzeuìcchie sono i cuscini sui quali riposava Gesù Bambino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come detto sono però soprattutto le persone più avanti con l’età a conservare queste secolari tradizioni. «Oggi si tende a riunirsi di meno, travolti da ritmi più veloci e da abitudini sociali diverse – sottolinea Cutino –. Nonostante tutto però la vigilia dell’Immacolata continua a essere sentita, probabilmente perché è il momento in cui si accende l’attesa del Natale. Un appuntamento che, nostalgicamente, racconta chi siamo stati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video (di Gaia Agnelli) le signore di Bari Vecchia raccontano la vigilia dell'Immacolata:
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