Il vecchio diario scolastico: quel nostalgico scrigno di segreti, dediche, ricordi e fotografie
Letto: 4900 volte
giovedì 15 settembre 2022
Letto: 4900 volte
di Gaia Agnelli
“Era” appunto, perché ormai nell’epoca digitalizzata del nuovo millennio i diari sono praticamente scomparsi dalle aule. La colpa è del registro elettronico, una piattaforma online dove i docenti inseriscono qualsiasi comunicazione da trasmettere ad alunni e genitori, rendendo di fatto inutile l’uso dell’agenda cartacea. Un passaggio che, partito gradualmente, si è accentuato durante il periodo della pandemia e della didattica a distanza.
E così, nel giro di pochi anni, ai ragazzi è stato sottratto il loro migliore compagno di banco. Certo, i social network con le loro “bacheche” sono subito venuti incontro all’esigenza di “condivisione della propria quotidianità” insita in ogni giovane, rendendo però il tutto più “freddo” e probabilmente meno sincero.
«Un tempo a settembre c’era la fila per acquistare i diari, oggi invece la loro vendita si è ridotta drasticamente – conferma un cartolaio barese –. Chi compra oggi un’agenda lo fa solo per abbinarla, magari, a zaino e astuccio. E se prima ce n’erano di ogni tipo (dai cartoni animati per i più piccoli, alle serie tv per le adolescenti a quelli a tema calcio per i ragazzini) oggi rimane pochissima scelta e assortimento».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Del resto basterebbe farsi un giro tra le aule di tutta Italia per notare la loro assenza sui banchi. «Man mano che la tecnologia ha preso il sopravvento, i diari hanno cominciato a sparire nelle scuole – ci confida la neodiplomata barese Maria –. Nella mia classe, anno dopo anno, hanno tutti smesso di comprarlo (me compresa): siamo così arrivati al quinto superiore dove a usarlo erano rimaste in due e solo perché appassionate di cartoleria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Peccato però. Ogni ex studente, infatti, conosce benissimo il valore che aveva il vecchio caro diario in ogni classe, un oggetto che diveniva spesso il principale strumento di socializzazione tra ragazzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io lo usavo per comunicare “segretamente” con i miei compagni – rammenta nostalgicamente la 40enne Marilù –. Lo facevo passare tra i banchi durante la lezione così da metterci d’accordo su appuntamenti e uscite, quasi fosse una chat di Whatsapp ante litteram. E naturalmente su quelle pagine ognuna di noi lasciava un giudizio sugli studenti delle altre classi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’era addirittura chi il diario lo aveva in condivisione. «Oltre al mio personale ne avevo uno che dividevo con la mia amica Gaia – ci dice divertita la 25enne Emanuela –. Lì sopra giocavamo a tris durante le ore scolastiche, scrivevamo frasi divertenti e incollavamo le foto dei vip. Gli ultimi fogli erano però quelli più maltrattati: li strappavamo per farci i bigliettini destinati alle amiche, così da parlare senza farci beccare dai professori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I fissati del calcio invece vi appuntavano classifiche, statistiche e figurine dei campioni. «Io segnavo tutti i risultati delle partite, con tanto di formazioni e marcatori – racconta il 40enne Marco –. Scriverci sopra i compiti, insomma, era l’ultimo dei miei pensieri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma il diario spesso diveniva anche un “raccoglitore” di tutte le esperienze vissute, trasformandosi in una sorta di “panino” cartaceo farcito di biglietti del cinema, ticket per l’ingresso in discoteca, foto di attori e cantanti, inviti ai compleanni, cartellini dei nuovi vestiti acquistati, schede telefoniche, carte di Baci Perugina, foglie e rose appassite. Un album dei ricordi che, se mostrato agli altri, poteva raccontare in un attimo la quotidianità di ciascuno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E, a differenza dei social network, dove si tende a scrivere e a pubblicare solo ciò che fa apparire perfetti e felici, i diari erano pieni di sfoghi, di racconti di brutte giornate, di confessioni, di canzoni tristi e citazioni filosofiche. E di tante dediche: frasi di amicizia e in alcuni casi di amore che venivano lette e rilette per tutta la durata dell’anno scolastico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La pagina che ricordo con più piacere è quella con su disegnato un muro in miniatura, sul quale ogni mio compagno aveva scritto un aggettivo che mi descriveva», rammenta con gli occhi lucidi la 34enne Mina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Anche la mia agenda era piena di “ricordati che ti voglio bene” e di drammatiche scuse dovute per chissà quale futile litigio – conclude la 24enne Daniela –. Ma un giorno ci fu chi vi scrisse sopra la frase “bellissimo diario”, che non era certo un complimento all’oggetto, ma a tutto ciò che simboleggiava. Perché su quelle pagine noi ci mettevamo a nudo: rappresentavano lo specchio della nostra anima».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Guido Colangelo - Una piacevole descrizione di un oggetto molto caro alle generazioni precedenti. Brava grazie
- Lorenzo rocco - io ho vecchi diari di scuola dove scrivevo i nomi dei miei compagni