Una scuola di arte russa a Bari: «Qui dipingiamo le sacre icone»
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martedì 8 aprile 2014
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di Gabriella Quercia
Lei è l’emblema di una immigrazione “diversa”, quella che vede protagoniste persone che, provenienti dall’Est Europa, si fermano a Bari non per cercare lavoro o chiedere asilo politico, ma per entrare a far parte della comunità che piano piano si sta formando attorno alla Chiesa Russa, soprattutto da quando il monumento simbolo di Carrassi è stato consegnato al Patriarcato di Mosca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella sua bottega “Il Pavone” di via Quintino Sella, Maria tiene corsi per adulti e bambini, attraverso i quali tra l’altro insegna alle donne l’arte del disegnare icone, le raffigurazioni di scene o personaggi sacri su tavolette di legno, tipiche della cultura ortodossa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho studiato arte nel mio Paese – spiega Marina - ed è per questo motivo che ho deciso di aprire una scuola a Bari. Sono arrivata nel capoluogo pugliese con mio marito, il defunto sacerdote Andrei Trufanov, dopo essere stata a Berlino: ormai sono qui da 14 anni e mi trovo benissimo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entrando nella scuola sulle due pareti principali ci sono quadri con soggetti di ogni genere, tutti simili nelle linee e nelle forme, ma diverse nei colori. Sulla parete sinistra un quadro in particolare attira la nostra attenzione: un cielo blu stellato fa da sfondo a degli uomini che suonano su una gondola. Sulla parete destra troviamo invece una raffigurazione in cui ci sono dei signori che giocano a carte in un’ambientazione decisamente più ombrosa rispetto a quella descritta in precedenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«I quadri dipinti da me e mio marito durante il “periodo berlinese” hanno colori un po’ più scuri, atmosfere più tetre rispetto a quelli prodotti qui a Bari – ci illustra la donna-. Questa città ci ha accolto bene e con la gente ho instaurato un bel rapporto. Direi che nulla più dei quadri che vedete può servire per far capire quanto ci siamo trovati bene in Puglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi, nonostante la morte del marito, la signora ha deciso comunque di rimanere a Bari, decidendo di aprire “Il Pavone”. «Attenzione però, sebbene la mia scuola sia conosciuta come una “bottega di arte russa” – sottolinea - non ho solo allievi ortodossi. Qui da me vengono anche signore baresi desiderose di imparare la tecnica dell’iconografia. È un classico per chi crede e venera San Nicola, ma è una cosa che non tutti possono fare».
Infatti secondo i precetti russi per disegnare personaggi religiosi bisogna avere la benedizione del sacerdote. «Per ritrarre i santi, la Madonna, la Natività e altri soggetti bisogna credere in ciò che si sta disegnando – afferma Marina -. Anche prima di metterci all’opera recitiamo una preghiera. Se ci sono signore russe e italiane faccio prima una preghiera in russo e poi una in italiano. Solo dopo aver svolto questo rituale possiamo iniziare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella scuola non vengono dipinte solo icone ma, soprattutto per i più piccoli, sono previste molte altre attività, come la lavorazione dell’argilla. «Ho piccoli anche di 4 anni – afferma l’insegnante -. È molto importante comunicare con i bambini, soprattutto perché quelli che vengono da me sono italo-russi, di solito di madre russa e padre italiano. Cerco di fare in modo che loro si esercitino parlando il russo, perché la lingua è un elemento fondamentale che non deve essere tralasciato. È molto importante far sopravvivere il proprio retaggio culturale, anche se si vive in un altro Paese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La signora Trufanova tiene poi a precisare che «tutto ciò che viene prodotto qui non viene venduto, ma al massimo regalato o raccolto per delle mostre. Nella Chiesa Russa – continua – sono già esposti dei quadri. Poi per i primi di giugno organizzerò una mostra in bottega, in cui potranno essere ammirate le opere delle mie alunne. Tutti i baresi sono invitati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da svidànija allora, signora Marina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Gabriella Quercia
Gabriella Quercia