di Francesco Sblendorio

Di Stefano, Best, Giggs: tutti i campioni che non hanno mai disputato un mondiale
«Il mondiale senza di me è poca cosa, non vale neanche la pena aspettarlo con ansia». Parole di Zlatan Ibrahimovic, dopo la partita persa dalla sua Svezia contro il Portogallo che sarebbe valsa la qualificazione ai prossimi Mondiali di calcio brasiliani. Ibra, si sa, non è un campione di modestia, ma può consolarsi pensando che nella storia del calcio ci sono stati molti grandi giocatori che non hanno mai avuto la possibilità di disputare un mondiale (mentre lui comunque a un paio di tornei ha partecipato). Spesso perché giocavano in nazionali poco competitive che quasi mai sono riuscite a qualificarsi per la fase finale della coppa del mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Appartiene a questa categoria George Best. Esempio di genio e sregolatezza, pallone d’Oro nel 1968, 137 gol nel Manchester United,  squadra con la quale ha vinto due campionati inglesi e una Coppa dei Campioni. L’unico problema è che Best non era inglese, ma nordirlandese. E l’unica volta che è riuscito ad andare ai mondiali lo ha fatto da telecronista, dopo aver lasciato il calcio giocato, nel 1982.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Altro asso dei Red Devils è Ryan Giggs (nella foto). Ancora oggi, a 40 anni suonati, è un idolo dell’Old Trafford. Con lo United gioca da 23 anni e ha stabilito diversi record. È il giocatore con più presenze sia in Premier League (666) che in Champions League (148) ed è l’unico calciatore ad avere segnato almeno un gol in 20 edizioni consecutive del massimo campionato inglese. Il suo palmarès è impressionante: 37 trofei. L’unico “errore” Giggs lo fece in gioventù. Alla nascita il suo cognome era Wilson e la sua nazionalità inglese. Ma raggiunta la maggiore età, a causa dei cattivi rapporti con il padre, scelse il cognome (Giggs appunto) e la nazionalità della madre, gallese. E giocando nel Galles, che centrò la qualificazione alla coppa del mondo una sola volta nel 1958, Giggs i mondiali li ha sempre visti solo in tv.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Suo connazionale è Gareth Bale. “Mister 100 milioni”, il calciatore più pagato della storia. Tanto avrebbe speso la scorsa estate il Real Madrid per strappare il giovane fenomeno al Tottenham. Ma anche lui sembra destinato a non prendere mai parte a una coppa del mondo. Nel girone di qualificazione a Brasile 2014, il suo Galles ha ottenuto solo il penultimo posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Discorso simile si può fare anche per una vecchia conoscenza del calcio italiano, George Weah. Attaccante del Milan dal 1995 al 2000, Pallone d’Oro e Fifa World Player nel 95, Weah era il leader della nazionale della Liberia, che ai mondiali non ci è mai arrivata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Negli stessi anni, l’Europa del calcio ammirava anche le gesta di Jari Litmanen, terzo classificato nella graduatoria del Pallone d’Oro 1995. Nella sua carriera ha giocato in alcuni dei più grandi club europei, come Ajax, Barcelona e Liverpool, vincendo 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 2 Supercoppe Europee e 1 Coppa Intercontinentale. La sua nazionale però era quella finlandese, abituata a vedere i mondiali solo da spettatrice.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Non come la Francia che invece alla Coppa del mondo ci va quasi sempre. Peccato che abbia saltato le edizioni del 1990 e del 1994, proprio quando con Les Bluesgiocava Eric Cantona. Altro mix di talento e “follia”, vincitore di campionati e coppe tra Francia e Inghilterra, “giocatore del secolo” per i tifosi del Manchester United, Cantona si vide per due volte di fila sfuggire per un solo punto l’accesso ai mondiali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal carattere  non facile era anche Bernd Schuster che negli anni 80 vestì le maglie di Barcelona e Real Madrid. Nel 1980 arrivò secondo nella classifica del Pallone d’Oro e con la Germania Ovest si laureò campione d’Europa. Ma i difficili rapporti con l’allenatore e alcuni “senatori” della nazionale, non gli permisero di essere convocato per le successive edizioni dei campionati mondiali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Facendo un salto indietro nel tempo, troviamo altri casi decisamente sfortunati. Un nome su tutti è quello di Alfredo Di Stefano. Uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, vinse ben 5 Coppe dei Campioni consecutive tra il 1956 e il 1960 con la maglia del Real Madrid e due Palloni d’Oro nel 1957 e 1959. Nato a Buenos Aires inizialmente giocò nella nazionale argentina, che però non disputò i mondiali del 1950. Nel 56 ottenne la cittadinanza spagnola, ma la nazionale iberica non si qualificò alla coppa del mondo del 1958. Quando finalmente avrebbe avuto la possibilità di debuttare in un mondiale, nel 1962 in Cile, Di Stefano si procurò un infortunio muscolare che gli impedì di scendere in campo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ha dell’incredibile anche il caso di Laszlo Kubala, goleador del Barcelona anni 50 (131 reti in 186 partite). Dal 1946 al 1961 giocò in ben 3 nazionali diverse (quelle di Ungheria, Cecoslovacchia e Spagna), ma questo non gli valse la possibilità di giocare almeno una partita di un mondiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non dimentichiamo infine che per 12 anni la Coppa del mondo non venne disputata, dal 1938 al 1950. Una circostanza che impedì a grandi campioni di prendersi la ribalta mondiale. Basta pensare a tutti i giocatori del “Grande Torino” che costituivano la colonna portante della nazionale azzurra nel dopoguerra e che non fecero in tempo a vivere i mondiali del 1950, rimanendo vittime della tragedia di Superga nel maggio dell’anno prima. Anche Gunnar Nordhal, il miglior marcatore nella storia del Milan e terzo miglior goleador nella storia della serie A, non giocò mai un mondiale: militò infatti nella nazionale svedese dal 1942 al 48 quando, appunto, i mondiali erano sospesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oltre ai grandi appena citati, possiamo menzionare anche un caso italiano. Dal 1981 al 1988, nella Juventus giocò Massimo Bonini che con i bianconeri vinse tutto: 3 scudetti, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa Europea. Nonostante questo non è mai stato convocato per giocare i mondiali con la maglia azzurra. Semplicemente non avrebbe potuto: Bonini non era italiano, ma di San Marino.


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