Bisceglie, nella bottega di Paolo Ricchiuti: intagliatore doratore e "artista del sacro"
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giovedì 31 luglio 2025
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di Gaia Agnelli - foto Umberto Lopez
Paolo nello specifico è un “intagliatore doratore”: dopo aver scolpito il legno vi applica infatti metalli preziosi per la decorazione. Un mestiere che ormai in pochi fanno ma che il maestro porta avanti trasmettendo la sua passione anche agli studenti del liceo artistico Pino Pascali di Bari, scuola dove insegna.
Siamo quindi andati Ricchiuti nella sua bottega (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci troviamo a Bisceglie, in vico Terzo Gangai a Belvedere. Una volta varcato l’ingresso veniamo catapultati in un ambiente piccolo ma che trasuda arte da tutti i pori: ci sono crocifissi, personaggi del presepe, angeli, cornici. E poi tanti attrezzi del mestiere: scalpelli, sgorbie, coltelli da intaglio, lime.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al centro di tutto c’è Paolo, che ci viene incontro raccontandoci la sua storia. «È da quando ero bambino che vivo a contatto con l’arte: mio padre Giovanni costruiva presepi e a furia di guardarlo mi innamorai della lavorazione della cartapesta – dichiara mostrandoci alcuni lavori del papà -. Cominciai quindi a creare pastori e angeli, ma l’infatuazione durò poco, visto che poco dopo scoprii il legno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fu al liceo artistico di Corato che Ricchiuti apprese le basi della falegnameria e dell’ebanisteria. Un interesse che proseguì durante gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Una volta concluso il mio percorso accademico, nel 1985, decisi subito di aprire un mio laboratorio a Bisceglie – ricorda –. Qui iniziai a farmi conoscere come intagliatore doratore, mestiere che prevede l’intaglio del legno il quale viene poi ridefinito con l’applicazione di foglie d’oro o altri metalli preziosi. Spinto dalla mia fede cristiana cominciai infatti a creare crocifissi, basi processionali e amboni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1986 Paolo si presentò a Bisceglie donando un crocifisso alla chiesa di Santa Maria Madre di Misericordia. «Lavorai il tiglio – ricorda – e ci aggiunsi un mio tocco di creatività, realizzando Gesù quasi rassegnato, con lo sguardo verso l’alto, una mano che grida aiuto e l’altra già abbandonata alla morte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da quel momento per Ricchiuti si spalancarono le porte delle chiese. Nella sua Bisceglie realizzò svariate opere, tra cui il manto in legno dorato che avvolge l’affresco della Madonna (sempre a Santa Maria Madre) e un crocifisso Risorto (a San Silvestro). Specializzandosi poi nella creazione delle basi processionali: i sostegni in legno dorato che reggono le statue portate in processione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli anni ha poi messo la firma anche su opere ospitate in templi religiosi di altre città. Ha realizzato lavori per la basilica di Santa Maria dei Miracoli ad Andria, per San Ruggiero a Barletta e soprattutto per Santa Chiara a Lanciano, in Abruzzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono orgoglioso di ciò che ho fatto in quest’ultima chiesa – afferma Paolo –. Lì è custodita infatti la mia base processionale per il Cristo morto: una lettiga che mi è costata cinque mesi di lavoro, a partire dalla creazione del disegno, passando poi all’intaglio del tiglio, per finire alla doratura in similoro a foglia, leggera ma molto scenografica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Naturalmente le sue opere non sono solo a carattere religioso, visto che lui realizza maschere apotropaiche, insegne che hanno come tema il circo (sua grande passione) e busti di figure mitologiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Come quelli che realizzai nell’estate del 2017, quando un incendio devastò gli ulivi della tenuta Posta Santa Croce, tra Bisceglie e Corato – ricorda il maestro –. Fui chiamato per trasformare quella tragedia in arte e mi venne così l’idea di realizzare due volti su un ulivo: Eco e Narciso. Da lì gli alberi, come in una vera e propria metamorfosi di Ovidio, divennero figure della mitologia: Zefiro e Flora, la morte di Narciso, Filemone e Bauci e Giacinto e Apollo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E dopo averci mostrato una foto che lo vede donare una ferula pastorale in legno d’ulivo a Papa Francesco, Paolo ci fa vedere come si lavora un tronco di tiglio. (Vedi video)
L’artista ha cominciato infatti a scolpire una ninfa. E quindi dopo aver rifinito sul tronco con una matita le forme da seguire, lo vediamo passare alla sagomatura e l’intaglio con le sgorbie, i mazzuoli e le raspe. Tutti attrezzi con i quali segue le linee del legno creando pian piano un volto femminile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«È un mestiere, quello dell’intagliatore, che siamo rimasti in pochi a fare – ci dice Paolo prima di salutarci –. Ormai le botteghe dove poter imparare questo mestiere stanno scomparendo e poi i giovani sembrano essere sempre meno interessati ai lavori manuali e poco tecnologici. Però non tutte le speranze sono perdute. A darmi fiducia sono i miei studenti del liceo artistico di Bari: tra loro c’è chi si sta avvicinando all’arte di modellare il legno e io farò di tutto per trasmettergli quest’antica arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gaia Agnelli) la nostra visita al laboratorio di Paolo Ricchiuti:
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