di Gabriella Mola - foto Christian Lisco

Un giorno con clown, acrobati e domatori: alla scoperta della nomade e libera vita dei circensi
BARI – «Questa vita regala una libertà che nessun altro lavoro può donare: ti addormenti in un luogo e ti risvegli in un altro. Certo, è faticoso, ma il circo con le sue emozioni ripaga di tutto». Sono le parole della 37enne Genny Martino, di professione acrobata. Lei fa parte del Martin, uno dei cento circhi attivi in Italia: luoghi itineranti in cui si mescolano spettacoli tra i più svariati, messi in scena da clown, domatori, trapezisti e funamboli.

Circhi che sono stati tramandati di generazione in generazione da persone che hanno imparato la propria arte sul campo, sin da bambini, girando per paesi e città durante tutto l’anno. I circensi infatti non possiedono una classica “casa”, abitano nel loro caravan: il posto dove mangiano, dormono e si preparano per lo show. E i loro figli li seguono ovunque, cambiando scuola di volta in volta.

Un’esistenza quindi “nomade” che all’apparenza potrebbe dirsi dura e difficile. Ma a cui queste comunità non rinuncerebbero mai, perché regala loro la libertà di viaggiare, di conoscere nuove persone e di vivere quotidianamente a stretto contatto con tutti i componenti della propria famiglia.

Per comprendere la vita dei circensi siamo quindi andati a trovarli durante le ore che precedono un’esibizione. L’occasione è stata la presenza a Bari del circo “Martino-Royal Dell'Acqua-Bellucci”. (Vedi foto galleria)

Siamo così alle spalle del centro commerciale Bariblu, tra Triggiano e San Giorgio. Di fronte a noi si ergono i tendoni circolari di proprietà delle tre famiglie che, per questo spettacolo, hanno messo insieme le proprie forze in modo da proporre numeri più variegati.

Uno di essi è stato già smontato in vista dell’imminente partenza per Cerignola, mentre sono ancora in piedi il tendone di colore blu con motivi geometrici bianchi e rossi e l’altro verde con su disegnati rombi gialli. Superata la biglietteria, accediamo all’area occupata da una ventina di camper ordinatamente disposti a semicerchio. È qui che vivono i circensi.

Ad accoglierci è il 40enne Max De Angelis, domatore di rettili e illusionista all'interno del circo Martin. L’uomo è in compagnia del figlio 13enne Primo, impegnato in un allenamento. Lo vediamo concentratissimo mentre cammina sulla corda, mantenendosi in equilibrio con il solo aiuto delle braccia.

«Non è ancora pronto per calcare le scene - sottolinea il padre –, ma sta imparando e un giorno diventerà un funambolo. Del resto la nostra è una tradizione che si tramanda da generazioni: siamo tutti cresciuti in questo mondo e ci siamo formati sin da piccoli».

«Mi esercito quando non c'è scuola, anche per due o tre ore – ci dice il ragazzino -. I miei genitori non mi forzano: vorrebbero che la passione per il circo crescesse in me spontaneamente così come è stato per loro. E io ci sto provando».

Lui frequenta la terza media e, come tutti i bambini che fanno parte di questo mondo, ogni volta che cambia piazza e città cambia anche scuola. «Abbiamo un nulla osta che ci permette velocemente di iscrivere i nostri figli nei vari istituti – spiega Max  –: perché ci teniamo che loro non perdano nemmeno un’ora di lezione».

Con Primo raggiungiamo la sua mamma, la succitata 37enne acrobata Genny Martino, che si trova nel suo caravan assieme agli altri due figli: l’11enne Rita e Riccardo, di 5 anni. L’interno è quello di un’abitazione quasi normale: ci sono la tv, i letti, la cucina e la libreria.

Mentre la donna si trucca per prepararsi allo show, ci racconta la storia della sua famiglia. «Il mio bisnonno paterno, originario di Caserta, era un funambolo – dice -: si esibiva come artista di strada già nell'800. Con il suo collega si sfidavano da un palazzo all'altro sulle funi. Successivamente i miei nonni materni passarono alle commedie teatrali itineranti e infine nel 2000 è arrivato per noi il vero e proprio circo: il Martin, guidato da mio fratello maggiore Eusanio».

Le chiediamo dove ha conosciuto suo marito Max. «All’interno di un tendone naturalmente – risponde sorridendo l’acrobata –. Lui faceva parte dei De Angelis. Le collaborazioni tra i circensi sono molto frequenti e spesso accade di intrecciarsi tra famiglie e di sposare persone che fanno lo stesso mestiere».

 
Lasciamo ora il caravan per seguire la donna, che deve portare del cibo alla sua giraffa. Questo circo continua infatti a possedere animali: ci sono dromedari, lama, zebre, ippopotami, foche e anche tigri. Un aspetto questo molto criticato. L’accusa è quella di sfruttare i grandi mammiferi selvatici, costringendo loro a compiere azioni che nulla hanno a che fare con la propria natura.

«Noi però amiamo i nostri animali – dichiara con fermezza Genny –. Fanno parte di noi e per questo dedichiamo loro tutte le cure. Pensate che alla giraffa che vedete qui non appena inizia il freddo le mettiamo una copertina e la teniamo in un alloggio riscaldato. Tra l’altro sono tutti nati e cresciuti in cattività: quando ci hanno costretto a liberarne qualcuno, è morto subito dopo».

La 37enne ci accompagna a questo punto all’interno del tendone, lì dove si trova una delle tre tigri dei Bellucci. Quest’ultima famiglia affonda le proprie radici sin dall’800, quando il capostipite Armando fondò con sua moglie l’Ar-Bell (Armando Bellucci).

Dopo aver ammirato il magnifico felino che ci osserva con il suo sguardo fiero, facciamo la conoscenza del suo domatore: il 52enne Emidio Bellucci. «Questi tigri sono le nipoti di quelle che aveva il mio bisnonno  - afferma -. Ci hanno seguito di generazione in generazione, nell’arco di un secolo. Noi nutriamo un profondo rispetto nei loro confronti e non le costringiamo a fare nulla che già in natura non sono capaci di compiere. Le abituiamo solo a eseguire determinate azioni davanti a un pubblico».

Non si occupa di animali ma di magia e trasformismo (ovvero l'arte di cambiarsi rapidamente d'abito e caratterizzare personaggi differenti), la 35enne Angharad, moglie di Egidio. È in compagnia della figlia 11enne Aylin, che sta imparando a diventare acrobata. «Di sicuro non farò la domatrice, papà non vuole – interviene la ragazzina -. L’importante però è continuare a vivere così, spostandomi continuamente e conoscendo sempre nuovi amici. Ne ho tantissimi in ogni parte d'Italia».

Fa invece parte del Royal la 37enne Desirèe, che si esibisce nel numero di hula hop. Il circo venne creato negli anni 80 da Loris Dell'Acqua, ereditando l’attività messa in piedi all’inizio del 900 dall’avo Arnaldo Dell’Acqua.

Incontriamo la donna poco prima che entri in scena, già abbigliata con uno scintillante costume rosa e fucsia. Con lei c’è sua figlia Soeri, di 13 anni, acrobata aerea. È alle prese con un particolarissimo esercizio di riscaldamento. Con indosso la sua tutina bianca, la vediamo infatti piegarsi su se stessa: sembra quasi spezzarsi in due mentre fa emergere la sua estrema flessibilità articolare.

Non possiamo però andarcene prima di aver incontrato un clown, il simbolo dell’attività circense. Eccoci quindi all’interno del camerino del 21enne Patrik, che in quel momento sta dipingendo il suo volto con fondotinta bianco e rossetto rosso, in modo da creare la sua maschera. Lui fa parte del Martin e discende da una stirpe di “pagliacci”.

«Ho iniziato accompagnando mio nonno alle feste per bambini - ci racconta -. Il mio intento è quello di far sorridere, stupire e divertire. Il segreto è quello di non fingere mai, ma al contrario di essere spontanei. Per questo però bisogna avere un talento naturale che non tutti possiedono».

Quando usciamo dal camper di Patrik non troviamo più nessuno in giro. Sono tutti già all’interno del tendone pronti per cominciare lo show. Noi, da una posizione privilegiata, entriamo dunque nell’arena colma di spettatori dove sta per iniziare lo spettacolo.

Ed ecco che gli artisti, uno dietro l’altro, fanno il loro ingresso. Vediamo così Genny con la sua folta chioma bionda ondeggiare nel cielo con la corda aerea. È seguita da Desirée con l’allegro numero di hula hop e poi da Soeri, impegnata in un’elegante esibizione al cerchio aereo. Poi c’è Patrik, che ha indosso una grande macchina fotografica e strappa risate da ogni dove. E infine Emidio, nella casacca di color blu elettrico, che doma le splendide tigri.

«La magia del circo si compie ogni volta che il pubblico applaude e ti guarda con occhi emozionati - ci sussurra Genny prima di lasciare il tendone –. E questo accadrà finchè noi, artisti coraggiosi, ci saremo».

(Vedi galleria fotografica)


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