di Luca Carofiglio - foto Antonio Caradonna

Da "Ù baffòn" a "Mimmo del fafarulo": viaggio notturno tra le cornetterie di Bari
BARI - "Ù baffòn", "Di Stasi", "Mimmo del fafarulo". Se siete di Bari probabilmente avrete già intuito quale "gustoso" viaggio stiamo per affrontare: abbiamo infatti nominato tre delle mitiche cornetterie notturne della città, tappe finali delle serate trascorse in giro per il capoluogo pugliese. Che si vada a ballare, a bere una birra o a vedere un film, l'atto conclusivo delle "uscite" è rappresentato quasi sempre da questi laboratori di dolciumi che si affollano all'arrivo dell'oscurità. (Vedi foto galleria)

In genere sorgono nelle vicinanze di luoghi di aggregazione come cinema, pub e pizzerie, proprio allo scopo di "catturarne" i clienti prima che tornino a casa. Aprono attorno alle 20 e chiudono alle 4 del mattino, attirando così un pubblico eterogeneo che va dalle famiglie ai frequentatori delle discoteche. Gli affamati acquirenti possono scegliere tra un'ampia gamma di cornetti, krapfen, mezzetonde, flauti, polacche, zeppole e altre squisitezze farcite nei modi più disparati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta dei normali laboratori che riforniscono da sempre i bar dei dolci da offrire a colazione, solo che a partire dagli anni 70 molti di essi hanno cominciato (“già che c’erano”) a vendere al dettaglio anche ai singoli consumatori del "popolo della notte", dotandosi semplicemente di una vetrinetta dove esporre i propri prodotti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra i primi a fiutare il nuovo business ci fu la famiglia Saettone con i suoi forni accesi in un piano terra di via Dalmazia 135, nel quartiere Madonnella. «L'azienda fu messa in piedi da mio zio nel lontano 1968 - racconta un nipote del fondatore - e ci permette di vivere di cornetti da quasi 50 anni». Tale longevità ci viene confermata anche dal 59enne Giuseppe, un fedele cliente che incontriamo all'ingresso dell'attività. «Quando ero giovane - ricorda il signore - il più delle volte le passeggiate fatte sul vicino lungomare terminavano qui: era un "obbligo" che tuttora continuo a rispettare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un altro posto storico è il laboratorio della famiglia Di Stasi, situato in corso Benedetto Croce 63, a pochi passi dai pub di Carrassi. «Siamo operativi dal 1977, grazie a un’idea della “buonanima” di mio padre - ci dice uno dei due figli del promotore ormai scomparso-. La nostra specialità è un cornetto gigante che in pochi riuscirebbero a mangiare senza dividerlo con qualcuno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di strappi alla dieta così clamorosi se ne vedono anche da "Fanelli" e "Voglia di dolce", il primo posizionato in via Re David, di fronte all'ex cinema Odeon e l'altro in viale Salandra 2, non lontano dalle più gettonate birrerie del rione Picone. Proprio qui fuori scambiamo due chiacchiere con un habituè della zona, il 17enne Andrea. «Le cornetterie sono un'ottima alternativa se non si sa come trascorrere la serata - spiega il giovane - anche perchè hanno prezzi accessibili anche a gente squattrinata come noi studenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Un po' più nascosto agli occhi dei passanti è "Dolcezze-Fittipaldi", il locale meglio noto come "U' baffòn", per via dei lunghi baffi che spiccano sul volto del robusto proprietario Pasquale. Incastonato sotto i portici di un'area residenziale privata di via Mitolo, a Poggiofranco, è meta di giovanissimi fin quasi all'alba, per la "gioia" degli abitanti dei palazzi circostanti che a volte faticano ad addormentarsi per gli schiamazzi. «Fuori dal negozio c'è un cartello che invita al silenzio - chiosa amaro un residente - ma purtroppo non viene rispettato: ormai siamo rassegnati, abbiamo smesso pure di lamentarci».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I figli del "celebre" Pasquale hanno seguito le orme del padre aprendo altre due rivendite simili. La prima è "La cornetteria", presente sull'estramurale Capruzzi al civico 13/B, di fronte all'imbocco di via Lattanzio. «Vendiamo a persone di ogni età - ci dice il padrone Nicola - tutte accomunate dalla passione per un particolare prodotto: la brioche con la panna». La seconda, con lo stesso nome, è ubicata nel bel mezzo della movida di viale Einaudi: stando alle parole di un dipendente, da queste parti sembra invece andare forte il cornetto con cocco e nutella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La componente famigliare è essenziale anche in un altra pasticceria di Poggiofranco, la "Carpe Diem" di via Mauro Amoruso 33. È inserita in una zona che pullula di locali per giovani, così come è un ragazzo il suo titolare. «L'ho ereditata da mio padre e all'epoca si chiamava ancora "Le dolci delizie" - sottolinea infatti il 23enne Saverio -. Quando lui si è stancato di lavorare mi sono subito offerto di continuare la sua "opera": ho colto l'attimo insomma, proprio come suggerisce il nuovo nome latino che ho dato al negozio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Rimanendo nello stesso quartiere, non può mancare una visita alla "Cornetteria" di via Sergio Pansini, meglio nota come "Mimmo del fafarulo": Mimmo ne è il pittoresco proprietario, mentre il Fafarulo era un pub delle vicinanze chiuso da tempo. «È un lavoro non stop - evidenzia il "capo" in perfetto dialetto -. Pensate che qui nel 1999 doveva essere girata la scena del cornetto del film "La capa gira": la troupe però si presentò alle 3 di notte il giorno di San Giuseppe, nel pieno della vendita delle zeppole. Insomma fummo costretti a mandarla via, così ripiegarono su un laboratorio della Madonnella oggi scomparso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il nostro tour termina nel "Croissant", attività di via Quintino Sella, ad angolo con via Putignani. Dentro a rifocillarsi c'è un gruppo di ragazzini reduci dall'irrinunciabile partitella di calcetto settimanale. «È un modo come un altro per prolungare la serata e raccontarci le azioni salienti del match», ci dicono mentre fanno incetta di dolci. Del resto sono appena tornati da una bella sudata: almeno per loro qualche "peccato di gola" ulteriore è più che giustificato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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