di Nicola De Mola

Il Bangladesh sfida l'India: a Bari va in scena il cricket ''multietnico''
BARI - Un campo di forma ovale circondato da bandierine con al centro un’area lunga una ventina di metri (il pitch), delimitata alle estremità da tre paletti verticali in legno detti wickets. Non siamo al Lord's di Londra, uno degli stadi più antichi e famosi del mondo, ma nel Parco Perotti di Bari, dove 22 ragazzi, 11 per squadra, giocano a uno sport tanto complicato quanto sconosciuto ai più: il cricket.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa disciplina simile al baseball, nata in Inghilterra, è praticata in Galles, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Zimbabwe e soprattutto in paesi asiatici come India, Sri Lanka, Pakistan e Bangladesh, dove è addirittura sport nazionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proprio dal Bangladesh arrivano i ragazzi che si allenano ogni martedì pomeriggio nell’area verde a sud della città. «Giochiamo qui da quattro anni: è l’unico posto dove possiamo farlo - ci racconta Kaiser, uno di loro -. All’inizio ci guardavano tutti un po’ stupiti, ma ormai si sono abituati alla nostra presenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qualche passante, forse più abituato ai ragazzini che calciano un pallone sull’erba o che tirano a basket sul campetto in cemento, si ferma infatti a osservare incuriosito i tentativi dei giocatori di colpire con la mazza la pallina o le loro corse per ottenere i punti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’organizzazione di Kaiser e compagni è degna di un club professionistico. Hanno a disposizione tutta l’attrezzatura necessaria (palle, wickets e mazze), che fanno arrivare direttamente dal loro Paese d’origine, perché in città non esiste nessun negozio di articoli sportivi che la vende. E si allenano per pomeriggi interi («le partite possono durare anche 3-4 ore», ci spiegano) suddivisi in due formazioni, vestite rigorosamente una con la divisa azzurra e l’altra blu scuro (vedi galleria fotografica).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«La nostra squadra è composta da 40 elementi - afferma Saed, il capitano -. La maggior parte di noi ha tra i 21 e i 22 anni e siamo arrivati a Bari qualche anno fa. Ma c’è anche qualcuno più piccolo che è nato qui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vista l’assenza di strutture e società affiliate alla Federazione Cricket Italiana (FCrI), praticare questo sport in città risulta molto difficile. Parco Perotti rappresenta così per i ragazzi bengalesi, non solo l’unico spazio dove potersi allenare, ma anche il luogo dove organizzare tornei amatoriali, arbitrati e con tanto di coppa in palio per chi riesce a vincerli. Le partite hanno luogo generalmente la domenica o i giorni festivi e rappresentano un momento di festa e di aggregazione tra le diverse comunità straniere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così scopriamo che quella del Bangladesh non è l’unica comunità appassionata al cricket nel capoluogo pugliese. «Giochiamo con squadre composte da ragazzi provenienti dall’India, dal Pakistan, dallo Sri Lanka e dall’Afghanistan», afferma Kaiser. «E abbiamo vinto due delle ultime coppe, mentre i cingalesi e gli afgani una a testa - sottolinea con orgoglio Saed -. Questo nonostante la nostra squadra sia più giovane delle altre».  

Se quindi prima nei parchi si giocava soltanto a pallone, oggi si pratica anche il cricket. È la Bari multietnica.


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  • abu saed bhuiyan - grazie nicola


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