Calcio, quando una squadra ''trasloca'' in un altro paese tra lo sconcerto dei propri tifosi
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giovedģ 21 marzo 2013
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di Francesco Sblendorio
Il caso più eclatante degli ultimi anni in provincia di Bari è quello della Libertas Palese. Nel 2010 si trasferì a Bitonto (assumendo il nome di Libertas Bitonto) e facendo tirare un sospiro di sollievo ai bitontini, rimasti praticamente senza squadra dopo che la storica U.S. Bitonto, retrocessa dalla serie D, era stata costretta a ripartire dalla Terza Categoria. Il campionato di Promozione 2010-2011 fu una cavalcata vincente, culminata con la promozione in Eccellenza. Un’Eccellenza che però a Bitonto non arrivò mai, perché la Libertas per la stagione 2011-2012 “traslocò” a Noicattaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche nella città nojana la depressione calcistica era ad alti livelli, dopo che la squadra locale, rimasta per 3 anni, dal 2007 al 2010 tra i professionisti, era scomparsa. Il campionato di Eccellenza 2011-2012 si concluse per la Libertas Noicattaro con una tranquilla salvezza. Ma un nuovo colpo di scena era in agguato: la scorsa estate la società ha deciso di tornare a nord di Bari, accasandosi e Molfetta e divenendo Libertas Molfetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non meno ha gironzolato per la provincia il Liberty Bari. Un nome che agli storici del calcio barese ricorda una delle due società nate all’inizio del ‘900 che 1928 dettero vita all’U.S. Bari, poi divenuta A.S. Bari. Nel corso dei decenni, il Liberty è stato rifondato diverse volte. L’ultima nel 2007, quando, rilevando il titolo sportivo del Capurso, ha conquistato il diritto a giocare in Eccellenza. Un’esperienza di 2 anni che nel 2009 ha portato, con il secondo posto finale, a sfiorare la promozione in serie D. Ma proprio al termine di quella stagione il Liberty spostò giocatori e dirigenza a Molfetta e l’anno seguente, mantenendo la categoria, si trasferì a Monopoli, conquistando la promozione al termine dello scorso campionato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma il capoluogo ha ancora oggi una seconda squadra. È il Quartieri Uniti Bari, nuovo nome del San Paolo Bari. Società nata nel 1995 nell’omonimo quartiere della città, ha scalato tutte le categorie del calcio regionale fino ad approdare nel 2004 in serie D. Qui rimase per tre stagioni, l’ultima delle quali giocata però ad Altamura, con il nome di Leonessa Altamura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al San Paolo però non si sono rassegnati e nel 2007 hanno rifondato la squadra, dando il via a un’altra risalita che ha riportato la compagine della periferia nord della città a giocare di nuovo il campionato di Eccellenza nel 2011-2012. E all’inizio dell’attuale campionato è giunto il nuovo cambio di denominazione, voluto dai presidenti Marco Di Bari e Michele Fraddosio, in accordo con la Meleam, società partner e già protagonista qualche tempo fa di un “tentativo” non riuscito di acquisizione dell’A.S. Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche la periferia sud del capoluogo ha avuto per qualche anno la sua squadra: il Victoria Bari, di casa a Japigia, giunto in Eccellenza nel 2003-2004. Un’esperienza effimera perché già l’anno seguente il Victoria trasferì tutto il baraccone calcistico a Locorotondo e attualmente gioca in Promozione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tornando in provincia, dal 2003 Ruvo non ha più una squadra ad alti livelli regionali: il suo posto venne preso dal Real Altamura che ha giocato in Eccellenza fino al 2010. Retrocesso in Promozione, oggi si chiama Sporting Altamura ed è la principale società calcistica della città murgiana, complice la crisi dell’U.S. Altamura, con un passato anche in C2 (dal 1989 al 1993) e oggi ridotta alla Terza Categoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il calcio ai tempi della crisi non fa sconti. Neanche sui biglietti dei treni necessari per andare a seguire la propria squadra quando gioca in casa. Perché la casa può cambiare spesso.
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