di Vincenzo Drago

I cronometristi, occhio al tempo e un sogno: misurare un record del mondo
BARI - «Poco più che ventenne, fui designato per una competizione giovanile di atletica. Gare di poco conto, almeno sulla carta, ma sulla pista un ragazzo di Barletta sfrecciò come non avevo mai visto fare prima. Leggendo i risultati, incrociai stupito lo sguardo dei miei colleghi: intuimmo subito che quello studente così veloce, un certo Pietro Mennea, sarebbe diventato un campione». È uno dei ricordi più vivi nella mente del 68enne Giovanni Pupilla, numero uno a Bari della Federazione italiana cronometristi che ha sede negli uffici dell'Arena della Vittoria e conta circa 60 iscritti all'attivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Spesso indicati con banalità come "quelli che schiacciano un pulsante", hanno invece un'ottima dimestichezza con i moderni rilevatori di tempo tecnologici. E nel caso del comitato barese poi, spesso riescono a cogliere l'attimo (manco a dirlo) per costruirsi un'ottima carriera sportiva. Basti pensare che dal capoluogo pugliese sono partiti due cronometristi di successo come Michele Bonante, attuale presidente della federazione internazionale di categoria e Michele Barbone, eletto tre volte nella giunta nazionale del Coni e segretario generale dell'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo del 1997.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Dalla tv sembriamo quasi inutili - sottolinea Pupilla, impegnato da 48 anni nel settore -. Visto sul piccolo schermo, il nostro compito appare infatti limitato al pigiare dei tasti, quando in realtà nelle manifestazioni sportive siamo i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarcene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il presidente fa l'esempio delle gare di nuoto. «Approdiamo a bordo piscina molto prima dei concorrenti - spiega - per assemblare l'apparecchiatura necessaria allo svolgimento delle gare. Fissiamo così all'inizio e alla fine di ogni corsia le piastre di tocco, solitamente di colore giallo o bianco, che al loro interno racchiudono dei sensori. Ogni volta che i nuotatori esercitano una pressione su queste piastre, i sensori registrano il tempo fatto segnare e lo inviano attraverso un'apposita strumentazione al tabellone elettronico sul quale è possibile leggere la classifica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tante ore di lavoro dunque, considerando che alla fine delle competizioni l'attrezzatura va anche smontata. Eleborata è pure la preparazione delle gare motoristiche: su ciascun mezzo viene installato un transponder, un piccolo trasmettitore che identifica la posizione della vettura o della moto in questione. Immerse nell'asfalto, in corrispondenza degli intermedi, ci sono alcune "antenne" che captano il passaggio dei veicoli e dei rispettivi transponder, inviando così a ogni giro i dati sulle prestazioni dei piloti ad un apposito sistema informatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un altro marchingegno di largo utilizzo tra i cronometristi è il fotofinish, diffuso soprattutto nel ciclismo, nell'ippica e nell'atletica. «Grazie a questo dispositivo - evidenzia Pupilla - è possibile stabilire la classifica di una corsa quando due o più concorrenti tagliano il traguardo quasi contemporaneamente. Puntandolo sulla linea di arrivo, fornisce centinaia di fotogrammi del rush finale che tolgono ogni dubbio su chi abbia concluso per primo la gara».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Insomma ora capite perchè siamo quasi tutti ingegneri e informatici», incalza sorridendo il presidente, che racconta anche un aneddoto su chi osò "sfidare" l'affidabilità del fotofinish.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Era il 1986 e stavo supervisionando una manifestazione di ciclismo indoor - ricorda l'esperto cronometrista - quando assistetti a un arrivo in volata. Per determinare il vincitore fui come al solito costretto a ricorrere a questo prezioso strumento. Il secondo classificato scoppiò a piangere e chiese con vigore di poter visionare di persona il fotogramma, cosa non prevista dal regolamento, ma tra una lacrima e l'altra decisi di fare un'eccezione. "Se tua madre vedesse quest'immagine, penserebbe: che bel figlio che ho!", dissi al povero atleta, che di fronte all'evidenza non solo si calmò, ma mi abbracciò come se fossi suo padre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per il resto le contestazioni sono abbastanza rare: i "cugini" arbitri sono più soggetti a proteste in quanto valutano il più delle volte delle azioni di gioco, ciascuna diversa dall'altra. I cronometristi invece dormono sogni tranquilli grazie all'estrema precisione della tecnologia a disposizione. Sono poche le discipline nelle quali avviano e fermano il tempo manualmente, come la pallamano e il pugilato: nelle altre si tratta essenzialmente di "supervisionare" l'efficienza dei mezzi utilizzati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma le competenze tecniche non bastano, ci vuole pure tanta passione. Anche perchè farne un lavoro è impossibile, a meno che non si venga assunti in una delle aziende del settore che curano i grandi eventi. La Federazione, affiliata al Coni, prevede un rimborso spese di cinque euro all'ora (che aumenta a seconda della distanza del luogo designato) e cerca di impiegare tutti i suoi iscritti a rotazione, nel limite della loro disponibilità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A ogni modo il comitato di Bari organizza ogni tre-quattro anni degli appositi corsi gratuiti per entrare nel mondo dei cronometristi: l'insegnamento, rivolto alle persone dai 16 anni in su, si snoda in dieci incontri di quattro ore circa, con molta pratica negli impianti sportivi e un esame finale. «Il sogno per un cronometrista? - conclude Pupilla - Ovviamente misurare un record del mondo. E almeno io, con Mennea, ci sono andato vicino».


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