''Vugghio'', ''Punta'', ''Pizzillo'': la storica e decadente costa di Palese
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venerdì 22 maggio 2015
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di Mina Barcone
Perché anche a Palese c’è il mare, anche se meno attraente di quello a sud del capoluogo e soprattutto meno invaso dal cemento. Qui infatti sono tanti gli edifici abbandonati e decadenti che puntellano la costa: vecchie sale ricevimento, villette e persino un ex ostello della gioventù. Sì perché questo fino a una ventina di anni fa era un litorale molto battuto dai baresi, che poi nel corso del tempo hanno però abbandonato qualsiasi velleità sia di investimento che di intrattenimento, preferendo dirigersi verso sud. I bagnanti ora provengono dal quartiere stesso e dal vicino rione San Paolo. Oltre che da Modugno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure questa costa è storica. Sono storici i lidi che si affacciano sul mare, sono storici i ristoranti che si trovano sugli scogli, sono storici e senza tempo i nomignoli che gli abitanti del rione hanno dato a ogni insenatura e punto della costa. E noi, siamo andati a scoprirli. (Vedi foto galleria)
Il nostro itinerario parte dal “titolo di Modugno”, monumento del 1585 che segna il confine tra Palese e il borgo marinaro di Santo Spirito. Accanto al lido balneare “Il titolo”, troviamo il tratto di costa chiamato il "vugghio" (il “vortice”, per via di alcuni giochi d’acqua che spesso si creano nel mare). Si tratta del luogo preferito dai palesini: qui trova sbocco una sorgente di acqua dolce che renda l’acqua più fresca e il colore del mare più limpido, tendente al verde chiaro. «Nei fine settimana d’estate – ci confida la ragazzina Lorena - bisogna venire al mattino presto per potersi assicurare un posticino in questo che per noi è pur sempre un angolino di paradiso. Tra noi giovani lo chiamiamo il "Vugghio Beach" e nonostante sia parecchio frequentata come zona, l'acqua è sempre pulitissima, o quasi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superando il titolo e procedendo verso sud, incontriamo il ristorante "La vela" e lido “La baia". Qui la costa forma un istmo che invade per alcuni metri l’acqua: si tratta della “punta” come viene chiamata dai palesini. Di fronte al mare c’è quella che fino agli anni 90 era una famosa sala ricevimenti, il “Poseidon", ora in evidente stato di abbandono. Si tratta di uno dei tanti scheletri di cemento che si affaccia sul lungomare. In lontananza è possibile scorgere il campanile della chiesetta Stella Maris, costruita alla fine degli anni 50 sulle rovine di un edificio in stile neoclassico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alla “punta” ci vanno soprattutto i giovani, visto che per entrare in acqua bisogna tuffarsi. «Questo è il punto migliore per divertirsi con gli amici – dice il 18enne Nicola –. Certo, quando ci si tuffa dalla scogliera bisogna darsi un forte slancio per evitare di finire tra gli scogli che si trovano subito sotto la costa, ma noi del posto sappiamo come fare». E' uno dei pochi punti che vanta un fondale sabbioso, illuminato dalle luci del ristorante. L’ideale per un bagno notturno.
Superato il lido, subito dopo il semaforo, c’è il piccolo porticciolo di Palese, con il suo molo che lo chiude (chiamato “il braccio”) e i tanti “gozzi”, le colorate barchette dei pescatori che attraccano nei pressi del ristorante “l'Ancora”. E' il tratto di costa dove solitamente d'estate si concentrano maggiormente i residenti del San Paolo. E' anche il posto migliore per riuscire a vedere le stelle nelle notti d'agosto, specie se ci si spinge verso la fine del molo dove le luci dei lampioni non possono arrivare. «Qualcuno dice che qui l'acqua è sporca – sottolinea Maria- ma basta fare il bagno dall'altra parte, in mare aperto. Anche se effettivamente nel porticciolo l’acqua è bassa e il fondale è sabbioso: il meglio per i bambini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dall’altro lato della strada c’è l'unico negozio nei paraggi (vende frutta e verdura tutto l'anno), accanto al quale si erge una palma di plastica dalle foglie arancioni sulla quale fino a qualche anno fa era appeso un grosso scimmione di peluche che attirava l'attenzione dei passanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Continuiamo il nostro cammino e incontriamo un edificio molto grande, abbandonato e semi distrutto: è l’ex ostello della gioventù. Sui suoi muri tante scritte. E’ possibile entrarci ma dentro non si trovano che rovine. Del resto questa parte del litorale è ricoperta da ogni tipo di rifiuto. Da questo punto, dove è presente anche il ristorante "Lo scoglio", fino alla fine del lungomare, vi è un'area pedonale con alberelli, panchine, ringhiere e lampioni a volte arrugginiti a causa della salsedine. I muretti sono imbrattati da scritte e anche su questo tratto che i palesini chiamano “Pizzillo” (dal nome della via che porta al mare), la presenza dei rifiuti sugli scogli è notevole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui la scogliera, particolarmente scivolosa, assume la forma di grandi gradini e l’erba incontra i ciottoli. Non è raro infatti ritrovarsi sul telo da mare delle piccole lucertole. Nei pressi si trova l'ultimo ristorante della costa, il “Casablanca” e una casa con una cupola azzurra, che sembra rimandare ai villaggi greci. Questo tratto è quello preferito, d'estate, dai modugnesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nostro viaggio sta per giungere a termine: un guard rail segna la fine del lungomare. Mentre percorriamo via Ugo Lorusso, sporgendoci dalla ringhiera e guardando verso destra vediamo in lontananza Bari: si riconosce il suo faro e il suo grande porto e si sente il rumore di qualche nave che sta per attraccare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche qui la costa è prettamente formata da scogli e ciottoli, ma è il fondale marino però a regalare piacevoli sorprese, almeno per i pescatori amatoriali. «Io abito da queste parti - spiega il 50enne Tommaso – e adoro il fondale di Pizzillo. E’ da quando ero bambino che faccio pesca subacquea qui. Le alghe infatti sono il nascondiglio perfetto per polpi e “pelose”». Mentre parla lo osserviamo “arricciare” su uno scoglio un polpo appena catturato. L’estate, anche a Palese, sta per iniziare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Mina Barcone
Mina Barcone