di Eugenio Orsi

Portoghese, Navarra e Kankudai: viaggio nel mondo della boxe barese
BARI – Portoghese, Navarra e Kankudai: sono queste le palestre baresi dove è possibile praticare uno sport antico, ma a volte anche disprezzato: la boxe. Dopo aver ascoltato Fabrizio Baldantoni, presidente pugliese della Fpi (Federazione pugilistica italiana), siamo andati a trovare allenatori e boxeur baresi lì dove si allenano, sul ring, per approfondire il nostro viaggio in questo mondo che seppur in evoluzione appare sempre affascinante (vedi video e foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’Accademia Pugilistica Portoghese - L'Accademia pugilistica Portoghese, centro tecnico federale regionale di boxe, si trova in viale di Maratona 7/A, nello stadio Della Vittoria di Bari. Esiste da 75 anni, dal 1938, anno in cui Francesco Portoghese allenava i suoi allievi in un “sottano” nel rione Libertà. Ora la palestra è tenuta dal figlio di Francesco, Antonio, “maestro di pugilato”, che ricorda la storia dell’Accademia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci siamo allenati per quasi 40 anni nell’ex Gil di via Napoli – racconta Antonio – abbiamo resistito anche agli anni bui della seconda guerra mondiale. Poi nel 1975 l'amministrazione comunale ci invitò a spostarci per via di alcuni lavori di ristrutturazione che dovevano interessare la nostra sede e ci trasferimmo allo stadio Della Vittoria. E da qui, più o meno, non ci siamo più mossi, nonostante varie disavventure».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Antonio si riferisce all’invasione dei 20mila profughi albanesi nel 1991 che furono accolti proprio nello stadio, alla chiusura del Della Vittoria durante l’epidemia di colera del 1994 (l’impianto non era a norma con le reti fognarie) e ai Giochi del Mediterraneo del 1996, che costrinsero l’Accademia allo “sloggio” per qualche anno. «Ma dal 2005 lo stadio è la nostra casa “riconosciuta” – aggiunge Antonio – visto che è diventata la sede del centro tecnico federale regionale di pugilato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sotto la guida dei Portoghese sono riusciti a diventare professionisti e vincenti ragazzi come Luciano Navarra e Michele Picirillo. Oggi la palestra è rappresentata una ventina di atleti agonisti, impegnati in combattimenti federali, più un’ottantina di amatori. Punte di diamante della scuola è la 24enne Eva Magno, che quest'anno ha conquistato il titolo di campionessa italiana ed è in pianta stabile nella nazionale italiana femminile. Altri giovani interessanti sono la 17enne Francesca Ceo, anche lei nella nazionale femminile youth, il coetaneo Gianluca Caputo, il 18enne Pietro Caputo e il 22enne Saverio Gena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
L’Accademia Pugilistica Navarra – La “Navarra” ha una storia più recente rispetto alla Portoghese, anche se trascinata dal suo fondatore Luciano Navarra, ex campione italiano professionista, ha compiuto quest’anno i 28 anni di attività. Attualmente la palestra non vive un momento di splendore, dovuto anche a un recente cambio di sede che ha costretto gli atleti ad allenarsi nel centro sportivo Di Palma, a Japigia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho cominciato la mia attività di allenatore nel 1985 quando ancora combattevo tra i professionisti – racconta Navarra - sono riuscito a tenere in piedi l'attività, accanto allo stadio San Nicola, sino al 2010, ma quando sono venuti a mancare i contributi economici da parte del Comune e della Provincia, sono stato costretto a chiudere, non ce la facevo con i conti. Ora ho riaperto in una piccola sala». L’Accademia conta comunque tra le sue fila un atleta agonista, il 18enne Micheal Antelmi, più una trentina di amatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Kankudai Boxe Bari - La Kankudai, che ha sede in via Napoli 240, ha cominciato recentemente la sua attività pugilistica, nel 2010, grazie all’opera del tecnico Salvatore Livorti. Nel giro di pochissimi anni è comunque riuscita a creare un folto gruppo di giovani, ha ottenuto con i suoi dieci agonisti già ottimi risultati e in più conta tra le sue fila il 19enne Giulio Di Gioia, che ha fatto parte della nazionale giovanile e a dicembre parteciperà ad un torneo élite prima serie per il titolo italiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Gli allenatori – Ma quanto e in che modo la boxe riesce ad affascinare i giovani? «Il pugilato è uno sport molto duro e richiede tanti sacrifici – risponde Antonio Portoghese –. Ogni anno molti ragazzi si affacciano a questa disciplina pieni di entusiasmo, ma dopo qualche mese il loro numero diminuisce drasticamente. Non ce la fanno a studiare e allenarsi contemporaneamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un pugile per arrivare a un incontro al top della forma deve allenarsi tutti i pomeriggi per 2 ore e mezza e in alcuni periodi è necessario aggiungere anche una seduta mattutina di 90 minuti. «In più – spiega ancora Antonio - i giovani pugili devono investire completamente su sé stessi. Questo è un mondo in cui girano pochi soldi, anzi i ragazzi devono contribuire anche pagando il mensile alla palestra. Per questo motivo si cerca, anche negli incontri minori, di mettere in palio premi in denaro, per ripagare almeno in parte i sacrifici quotidiani dei ragazzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«A tutto ciò – sottolinea Luciano Navarra – bisogna aggiungere la diffidenza che c’è sempre stata nei confronti della boxe. Molti continuano a classificare questo sport come “pericoloso”, nonostante ormai tra elmetti e guantoni fatti di un materiale molto più assorbente, la violenza dei colpi si è ridotta notevolmente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ultimamente però i successi olimpici e internazionali di boxeur quali Clemente Russo e Roberto Cammarelle – sottolinea Salvatore Livorti - hanno dato forza al movimento pugilistico. L’idea che atleti partiti da zero abbiano raggiunto quel successo solo con le proprie forze, ha colpito la fantasia di molti ragazzi, avvicinandoli al mondo del pugilato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I pugili – E ora veniamo a chi il mondo del pugilato, nonostante tutte le difficoltà, ha deciso di farlo suo. «Il mio grande sogno è quello di riconfermarmi nella nazionale élite e partecipare alle Olimpiadi – ci dice il pugile 19enne Giulio Di Gioia –. Per ottenere questi risultati mi alleno ogni giorno, anche due volte nella stessa giornata, dando sempre il massimo. E comunque trovo sempre il tempo per dedicarmi i miei hobby, come giocare a calcio con gli amici e fare equitazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In questo sport – dice Saverio Gena, che sta riuscendo a portare avanti anche gli studi universitari - possono capitare dei momenti di sconforto e di delusione, ma bisogna imparare a reagire e ad avere fiducia in sè stessi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eva Magno continua a mietere vittorie su vittorie. «Combattere per il titolo di campionessa nazionale – ci confida – è stato come ripercorrere i miei passi, mi sono sentita come nel mio primo incontro: terrorizzata. Poi però quando sono salita sul ring tutto è svanito, perchè li sopra ci siamo solo io e il mio avversario e lì non puoi pensare, poi al gong sono partita a razzo. Quando combatto non penso – ci confessa - mi sento spavalda e sicura, mentre fuori dal ring sono l'opposto: più calma e diplomatica, anche se un po’ la boxe mi ha cambiato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Francesca Ceo ha invece solo 17 anni, ma è tanta in lei la voglia di “spaccare” il mondo. « Le mie amiche non sono molto d'accordo con la mia scelta di praticare questo sport – ci dice Francesca –, pensano che faccia troppe rinunce e sacrifici, ma a me questo non interessa, perchè se una cosa la vuoi veramente vai contro tutti e tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il video degli allenamenti dei pugili della Portoghese e della Kankudai:



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