di Francesco Sblendorio

Dagli esordi nel 1930 ai 6 milioni di passeggeri: la storia dell'aeroporto di Bari
BARI – Più di 140 voli al giorno che collegano il capoluogo pugliese a oltre 80 città di 27 Paesi sparsi in tre continenti, per un traffico che nel 2022 ha superato i 6 milioni di passeggeri. Questi i numeri, oggi, dell’aeroporto Karol Wojtyla di Bari-Palese: una realtà in continua crescita che, di pari passo con il boom del turismo in Puglia, in meno di vent’anni ha più che triplicato i viaggiatori in transito. La storia dell’aerostazione ci porta però indietro di oltre 90 anni, raccontandoci un mondo molto diverso da quello odierno. (Vedi foto galleria)

Era il 12 ottobre 1930 quando il campo di aviazione sorto durante la Grande Guerra tra gli attuali quartieri di Palese e San Paolo, venne trasformato ufficialmente in aeroporto militare. Dotato di alloggi per ufficiali, sottufficiali e truppe, fu dedicato al principe Umberto di Savoia, figlio del re Vittorio Emanuele III.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quattro anni dopo la struttura (dal 1996 sede del Quartier Generale dell’Aeronautica) venne aperta all’aviazione civile: le società Transadriatica e Aerea Mediterranea iniziarono a collegare Bari a Roma, Ancona, Venezia e Tirana. Ma gli esordi dei voli civili furono tutt’altro che un successo e le quattro linee, nel frattempo passate sotto la gestione del vettore Ala Littoria, furono presto soppresse per i pochi passeggeri. Nel 1939 tuttavia quest’ultima società ottenne la possibilità di collegare (con scalo a Bari), Roma e Milano con Tirana, Salonicco, Atene e Rodi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nello stesso anno l’aerostazione, che vantava una pista lunga 2820 metri, cambiò nome e venne intitolata a un barese: Jacopo Calò Carducci, caduto in Libia mentre era ai comandi di un bombardiere Savoia-Marchetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto però cambiò con il Secondo conflitto mondiale, che fece dell’aeroporto una base strategica per i Nazifascisti. Nel 1940, l’aviazione tedesca, la Luftwaffe, vi schierò parte delle sue truppe e sempre a Palese fu installato uno dei due radiolocalizzatori presenti nel Sud Italia. Lo scalo era trafficato da centinaia di caccia che da Bari venivano poi smistati verso i vari fronti del Mediterraneo Orientale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli Americani compresero l’importanza dell’aeroporto pugliese e lo bombardarono il 26 aprile 1943 distruggendo oltre 100 velivoli tedeschi. A questo seguirono altri due attacchi aerei, il 16 luglio e il 12 dicembre 1943.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo l’armistizio reso noto l’8 settembre, in un Bari “liberata” la Royal Air Force britannica si insediò nell’aerostazione, dalla quale furono lanciate diverse operazioni inglesi e statunitensi verso il Nord Italia e il Centro Europa ancora in mano alle forze dell’Asse. E nel 1944 la struttura divenne uno snodo fondamentale per i rifornimenti diretti alle truppe che combattevano in Jugoslavia e per i partigiani della brigata Garibaldi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Terminate le ostilità, il 27 maggio 1946 gli Alleati riconsegnarono l’aeroporto alle autorità militari italiane, che l’anno dopo lo riaprirono al traffico civile con la linea Roma-Bari-Brindisi operata dalla Linee Aeree Italiane. Nel 1951 venne anche creata un'area destinata inizialmente alle merci ma ben presto convertita al traffico passeggeri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’inizio degli anni 60 l’incremento dei voli rese però evidenti i limiti del vecchio impianto. Da qui la decisione, nel 1962, di porre la prima pietra del nuovo terminal, realizzato e ovest del primo, sempre tra Palese e San Paolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nel 1965 vide la luce la torre di controllo e nel 1968 la pista di 1570 metri, la quale, seppur raddoppiata nel corso degli anni, è quella utilizzata ancora oggi. Quella originaria, mentre veniva costruita la nuova aerostazione, fu utilizzata per qualche anno come terminal passeggeri. E questo tra mille disagi, visto che il velivolo con i viaggiatori a bordo era costretto a spostarsi da una pista all’altra per decollare, attraversando di fatto la strada provinciale. Impiegata infine per funzioni militari di addestramento, la vecchia pista venne completamente dismessa nel 1982

La fase di crescita degli anni 60 e inizio 70 venne però funestata dalla tragedia del Fokker della Aero Trasporti Italiani, avvenuta il 30 ottobre 1972. Il velivolo, partito alle 20 da Napoli Capodichino e diretto a Bari, si schiantò 40 minuti dopo nelle campagne tra Corato e Poggiorsini. Persero la vita tutte le 27 persone a bordo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’aeroporto nei decenni successivi registrò un costante aumento del traffico, anche se le rotte che partivano o arrivavano a Bari erano quasi tutte gestite da Alitalia. Tutto cambiò con il nuovo Millennio, quando l’avvento dei voli low cost rese accessibili i viaggi a un’utenza più ampia, favorendo un allargamento dell’aeroporto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il 19 marzo 2005, alla presenza dell’allora premier Silvio Berlusconi, venne infatti inaugurata la nuova aerostazione: 30mila metri quadrati su più livelli, con 5 biglietterie, 8 banchi per i tour operator, uno per le informazioni e 28 per i check in, oltre alle più moderne infrastrutture di volo, dai piazzali di sosta alle vie di rullaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Meno di un mese dopo, il 2 aprile, la morte di Papa Giovanni Paolo II rese quasi immediata la decisione di ribattezzare l’aeroporto con il nome del pontefice polacco, Karol Wojtyla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Purtroppo ancora una volta all’ammodernamento della struttura seguì a breve distanza un dramma. Il 6 agosto 2005, il volo ATR 72 della compagnia tunisina Tuninter, partito da Bari per Djerba, ebbe un guasto e tentò l’ammarraggio al largo di Palermo: l’impatto a oltre 230 km all’ora costò la vita a 16 persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 2006 il traffico passeggeri dello scalo barese segnò un +20% rispetto all'anno prima, sfiorando i 2 milioni tra arrivi e partenze. La crescita inarrestabile portò all'ampliamento del terminal con un corpo laterale, realizzato a est di quello principale, con conseguente aumento anche degli spazi destinati alle attività commerciali. Vennero realizzati anche sei nuovi gate, di cui due dotati di finger, le passerelle chiuse che conducono direttamente al velivolo. 

Nel frattempo nel 2013 fu inaugurato il collegamento ferroviario tra l’aeroporto, la stazione di Bari Centrale e gli altri comuni già connessi dalla linea gestita dalla Ferrotramviaria. E nel 2019, al termine dei lavori di eliminazione di una serie di ostacoli fisici, l’attuale pista è stata resa disponibile per tutta la sua estensione di 3075 metri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Karol Wojtyla, che da qualche anno è circondato da un'area verde attrezzata e da una  “perimetrale” che permette a chi è a terra di guardare da vicino gli aerei decollare, è oggi al decimo posto in Italia per traffico passeggeri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 2022, superata l’inevitabile flessione dovuta alla pandemia di Covid, ha toccato il nuovo record di oltre 6 milioni e 200mila viaggiatori, accorciando ancora di più la distanza tra Bari e il resto del mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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Francesco Sblendorio
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  • Michele Crudele - È curioso come, sia in questo articolo che nella Wikipedia, manchi del tutto la storia del trasferimento della pista da una parte all'altra della strada. C'è stato un periodo in cui l'aerostazione era da una parte e si prendeva il pullman per andare dall'altra dove c'era la nuova pista. E non è certo "nel 1968 la pista di 1570 metri, la quale, seppur raddoppiata nel corso degli anni, è quella utilizzata ancora oggi". Ricordo bene che in quegli anni si usava la pista vecchia che non consentiva atterraggi ai jet: fece eccezione un aereo a reazione scandinavo charter che osò usarla rischiando un po'. Insomma, tutta la storia è un po' monca e imprecisa.
  • Carmelo - Ci sono alcune inesattezze. La vecchia pista, quella dismessa, non è mai stata di 2820 metri: a malapena raggiungeva il km e mezzo. La nuova (cioè l'attuale) pista, con gli ultimi lavori, è stata portata da 2400 a 3000 metri, consentendo decollo ed atterraggio di qualsiasi tipo di aeromobile. Infine, non è vero che il nuovo terminal è stato ampliato con "due corpi laterali": infatti, il corpo centrale si riconosce per la struttura in cemento e ad esso è stato affiancato soltanto il nuovo corpo laterale est, quello con la facciata in cristallo azzurro; il progetto approvato da AdP prevedeva la realizzazione di una ala identica anche dal lato ovest, ma per motivi di burget e di traffico si preferì realizzare soltanto un'ala di ampliamento. Dunque, attualmente il terminal dell'aeroporto è costituito dal corpo centrale inaugurato nel 2005 e dal solo ampliamento lato est, quello lato ovest è rimasto in fase di progetto. Cordiali saluti
  • ing. FRANCESCO ROSSI - Desidero precisare (come risulta dalla edizione in archivio storico della Gazzetta del Mezzogiorno del 2 aprile 1974) che la nuova pista-jet fu inaugurata il 1 aprile 1974 dal Sottosegretario Di Vagno e dal Sindaco Vernola,che rivolse un particolare elogio al Direttore dei Lavori ing. Mauro Sylos-Labini e al titolare della ditta costruttrice comm. Giuseppe Rossi.


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