«Restituiremo Villa Giustiniani ai baresi»: il Comune e una promessa che dura da 30 anni
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venerdì 23 ottobre 2015
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di Salvatore Schirone
Ieri il Comune ha annunciato un nuovo protocollo d’intesa con l’Autorità di Bacino della Puglia per effettuare rilievi geognostici sull'ipogeo: passaggio ritenuto “propedeutico alla sigla del protocollo ufficiale tra Comune di Bari e i proprietari dell'area”. Una interminabile fase "propedeutica" che dura ormai da troppo tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ripercorriamo le tappe di questa storia.
Innanzitutto, cos'è Villa Giustiniani? Siamo all'incrocio tra via Fanelli e via Omodeo, nel quartiere di San Pasquale, in zona San Marcello. Un triangolo di terra incolta di quasi un ettaro si stringe tra un paio di salici, qualche alberello, sterpaglia e spazzatura, sulla facciata di una villa di due piani: portone murato, balconi e finestre semiaperte, che lasciano intravedere il degrado degli interni abbandonati da anni alle intemperie. (Vedi foto galleria)
Per molti cittadini villa Giustiniani, conosciuta anche come la "villa rossa" per il suo tipico colore, altro non è che un rudere, uno dei tanti disseminati in città, che attende di essere abbattuto per farci magari un parcheggio. Ma per i baresi più attenti la villa è un piccolo gioiello di fine ottocento che nasconde un tesoro ancora più prezioso: l'unico esempio ancora intatto di ipogeo di epoca romano-bizantina presente all'interno di Bari città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'accesso al piano del calpestio dell'ipogeo, attualmente occultato da alcune pietre, è costituito da un "dromos", cioè una sorta di un corridoio a cielo aperto che scende nel sottosuolo, tipico di molte necropoli antiche. I suoi gradoni scavati nella roccia calcarenitica immettono in un ambiente di ben 400 metri quadrati nel quale sono disposti in un rettangolo allungato diverse sale adibite nel più recente passato a stalla e a cisterna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fu proprio la scoperta dell'ipogeo all'inizio degli anni 80 a impedire l'abbattimento della villa, sulla quale fu imposto un vincolo di tutela con le direttive ministeriali dell’11/5/81 e del 2/4/82. Con un progetto di parcheggio a raso infatti il Comune aveva emesso un provvedimento forzato di urgenza per espropriare il terreno. Si incominciò ad abbattere il muro di cinta (cosa ancora visibile), fu sbancato il giardino con i suoi alberi da frutto e una storica vigna e si stava arrivando fino alla casa. I lavori furono fermati anche grazie all'intervento di alcune associazioni di volontariato che lottarono per la difesa dell'importante scoperta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma da quegli anni inizia anche l'interminabile contenzioso tra gli eredi Giustiniani (circa una dozzina), attuali proprietari dell'immobile e il Comune di Bari. Quello che sembrava solo un rudere, aveva infatti acquistato grande valore, innanzitutto storico per la collettività, ma evidentemente anche economico per gli eredi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1986 intanto l'espropriazione forzata decade divenendo di fatto illegittima e la villa viene restituita ai proprietari. Il contenzioso si trasforma così in contrattazione, con il Comune interessato all’acquisto di villa e terreno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Risale al 1993 il primo progetto di acquisizione dell'immobile per adibirlo a museo della civiltà rupestre. «Da quel momento, quasi ogni anno, il Comune ha notificato la volontà di acquisire e liquidare villa e terreno – ci dichiara una fonte vicinissima a uno degli eredi -, senza però mai giungere alla stipulazione di una qualsiasi forma di contratto. Il Comune di fatto ha sempre prospettato e promesso nei suoi annunci pubblici realtà inesistenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo al 2000 quando una nuova urgenza cittadina catalizza l'attenzione della collettività: il progetto di riqualificazione di tutta l'area urbana che ruota attorno alla villa. E’ la nascita del Pirp (Piano integrato di riqualificazione delle periferie) San Marcello. Villa Giustiniani diviene così parte integrante del Piano e l'acquisizione della proprietà viene delegata alla "Scarl", un consorzio di imprese baresi alle quali viene affidata la realizzazione del progetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Legata al destino del Pirp, la trattativa per villa Giustiniani resta però al palo per altri 11 anni. Fino a quando il 16 settembre 2011 gli eredi Giustiniani riescono a mettere a punto un accordo per la vendita a 620mila euro, da sottoscrivere con Scarl e Comune. Una firma che però non è stata ancora posta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E arriviamo ai giorni nostri. Una nuova amministrazione si è insediata da un anno e la trattativa è stata ripresa con l'assessore all’Urbanistica Carla Tedesco, che a giugno ha annunciato l'imminente acquisto dell’immmobile e addirittura l'inizio dei lavori di ristrutturazione. Si parlava addirittura di una firma prevista per il 9 luglio. Ma qualcosa deve essere evidentemente andato storto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ora apprendiamo che altri passi "propedeutici" sono ancora da compiere. E Villa Giustiniani attende ferma, immobile, il suo destino. Quanto dovrà ancora aspettare?
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone