di Francesco Sblendorio

Bari, 202 giovani artisti in mostra: «E' la nostra prima grande occasione»
BARI - Sono venuti da tutta Italia, con il loro bagaglio di cultura, creatività e aspettative. Sono i giovani studenti delle Accademie delle Belle Arti, che hanno partecipato alla decima edizione del Premio Nazionale delle Arti, organizzato quest’anno dall’Accademia di Bari. Il teatro Margherita e la Sala Murat si sono trasformati per l’occasione in gallerie di arte contemporanea, pronte a ospitare le 202 opere iscritte al concorso (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per tutti essere qui ha rappresentato una vetrina importante, una prima soddisfazione dopo anni di studio, viste anche le dimensioni e l’importanza del concorso. «Quest’evento è uno stimolo all’ambiente accademico – ci dice Alessio, studente-pittore di Carrara - un’occasione di scambio culturale e un primo approccio espositivo per chi, come me, deve ancora finire il corso di studi». «È la prima volta che partecipiamo a un’esposizione di livello nazionale – gli fanno eco Caterina, Annalisa e Giada, studentesse di decorazione, tutte di Bari e provincia – quindi la consideriamo un’ottima occasione di visibilità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono stati i loro docenti a sponsorizzarne la partecipazione al concorso. Le opere esposte sono state realizzate in occasione di un esame e portate qui in accordo tra studente e professore. Tranne nel caso di Francesca, scenografa bolognese iscritta al Premio a sua insaputa: «L’Accademia di Bologna mi ha iscritta senza dirmelo, poi ho saputo di essere stata selezionata tra i finalisti. Ma sono davvero contenta di essere qui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le opere esposte spaziano dalla tradizione all’innovazione e non rinunciano all’apporto della tecnologia, in qualche caso portata all’estremo. È il caso del foggiano Maurizio che partecipa al concorso con un progetto web in cui è lo stesso computer a creare immagini, montate in un unico video. «Ciò che tento di dimostrare – spiega – è che il computer non è solo uno strumento, ma qualcosa capace di essere creativa di per sé».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Idee diverse da parte di questi giovani studenti per quanto riguarda le aspettative future. Chiaramente tutti sperano di poter lavorare nel campo artistico. Alcuni hanno le idee più chiare: «Tra 10 anni  - afferma Giovanni di Catania - vorrei essere un regista di documentari antropologici». «Ci piacerebbe continuare a lavorare in coppia» dicono Jean Claude e Alessio, torinesi, autori del cortometraggio “Res Publica” che reinterpreta in chiave moderna il Mito della Caverna di Platone: il primo è più regista, il secondo più fotografo e grafico e insieme si completano alla perfezione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è poi chi è più pragmatico, come Salvatore, Valentina e Anastasia, provenienti rispettivamente da Molfetta, Andria e Canosa: «Per il futuro speriamo di poter avviare un percorso se non proprio artistico, almeno professionale, come insegnanti o operatori dell’editoria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E non mancano punte di pessimismo. «Penso che dovrei andare all’estero» annuncia il toscano Alessio. Proprio alle aspettative dei giovani artisti è dedicato il video presentato in concorso da un gruppo di ragazze pugliesi, che si identificano tutte con il nome di fantasia di Caterina. «Caterina – sottolineano -  raccoglie tutte le nostre voci – che nel video, intitolato non a caso “E (‘) ora?”, raccontano percorsi, sogni e sacrifici di chi, come noi, continua a sperare e a sognare, nonostante l’ambiente che ci circonda non ci incoraggi». 

Magari, momenti di “gloria”, seppur piccola, come quella del Premio, può dare un po’ di coraggio a questi giovani che sanno di aver scelto una strada molto difficile: quella di lavorare nel campo dell’Arte.


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