I "Nerf", le armi giocattolo: «Non solo per bambini, ma pezzi da collezionare per epiche battaglie»
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martedì 29 luglio 2025
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di Giorgia Lucrezia Settembre
Di che stiamo parlando? Di grosse armi giocattolo che sparano dardi, dischi o palline di gomma piuma. Ce ne sono di vari marchi e tipologie, anche se i più famosi sono i “Nerf”, prodotti dal 1969 dalla leggendaria azienda “Parker Brothers”, creatrice tra gli altri di giochi quali Monopoly, Cluedo e Risiko!.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’associazione Apulian Blaster Warriors (l’unica di questo genere al Sud) è nata a Bari nel 2023 ed è composta da otto membri di un’età che varia dai 16 ai 52 anni. Loro si vedono la domenica mattina a Parco 2 Giugno per dare vita a battaglie all’ultimo respiro e girano per fiere e manifestazioni per far conoscere a tutti il mondo dei Nerf.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi li abbiamo incontrati a Corato in occasione della terza edizione del Korcomics, il festival del fumetto e del gioco. (Vedi foto galleria)
Appena arriviamo notiamo il loro banchetto con vari cartelloni con su stampato il logo di Blaster Italy: l’associazione nazionale a cui gli “Apulian” fanno capo. È un’arma stilizzata che forma la parola “nerf” con i colori della bandiera italiana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sugli espositori sono appese varie tipologie di fucili e pistole di diverse dimensioni e tinte. «Qui sono esposti tra gli altri una pistola della serie "Rebelle sweet revenge", un fucile semi-automatico "N series sprinte", un Bandai "X-Shot Amazing Skins Menace" e una "Rebelle Charmed Dauntless" capace di sparare tre dardi di fila», ci illustra entusiasta Ida Grimaldi, che si trova dietro il banchetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci viene ora incontro Luca delle Lucche, presidente dell’Apulian Blaster Warriors, che ha in mano un grosso “Tomahawk 60”: un blaster con ruote motorizzate (“flywheel”) e un tamburo capace di contenere fino a 60 dardi. «È una sorta di mitragliatrice che però non fa alcun male», sottolinea il 29enne prima di farci conoscere altri membri dell’associazione: Nicolò Garofalo e il padre Ferdinando delle Lucche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quest’ultimo ci presenta il “Max Outlaw”: un blaster compatto ad alta potenza e precisione. Tutti gli appassionati possiedono infatti decine e decine di nerf.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La parte più bella di questi giochi è la loro estetica - spiega infatti Luca mostrandoci un “Rival Saturn XX-1000” -. Io nasco come collezionista e oggi ho in casa ben 340 pezzi. Ma i blaster non si differenziano solo per l’aspetto ma anche per il funzionamento, in gergo è chiamato gimmick: ognuno spara in modo diverso dall’altro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I giovani ci mostrano ora il campo dove avvengono le battaglie (le “battle nerf”), aperto a chiunque voglia cimentarsi. È delimitato da un nastro segnaletico e presenta al suo interno delle tende in cui ripararsi e dei gonfiabili utili per proteggersi dagli attacchi di dardi nemici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per terra è posizionato tutto ciò che serve per giocare: armi, munizioni di gomma, occhiali protettivi. Le regole sono molto semplici: bisogna colpire l’avversario, che una volta “preso” viene eliminato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tutti possono giocare – afferma Luca mentre accoglie un bambino di pochi anni di età –. I nerf sono infatti molto inclusivi: a una fiera ha partecipato a uno scontro anche un ragazzo in carrozzina e senza alcuna difficoltà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo in molti sono entrati nel campo per provare l’esperienza blaster. C’è il padre del bimbo che ha preso simpaticamente di mira suo figlio e una ragazza che, nonostante abbia in mano un grosso “Magnum X2 superdrum”, ha deciso di adottare una tattica prudente sparando protetta da un gonfiabile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima di congedarci chiediamo a Luca se i Nerf non possano passare per un gioco violento. «Direi di no – precisa il presidente –. I blaster non vogliono infatti imitare le armi: sono colorati, con forme stravaganti e non provocano danni. Sono solo i protagonisti di un gioco molto divertente che unisce azione e strategia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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