di Francesco Sblendorio - foto Paola Grimaldi

Bitonto, l'associazione Mò heart: «Dai poeti ai pittori, qui chiunque può mostrare la propria arte»
BITONTO – «Questa è una finestra sulla città di Bitonto, aperta a tutti: molti artisti sono partiti proprio da qui e si sono fatti strada». A parlare è Damiano Bove, fondatore e coordinatore dell’associazione “Mò Heart”, attiva da circa 20 anni nel comune del nord barese. Affermatasi nel tempo come un vero cenacolo culturale, l’iniziativa del 71enne bitontino promuove diverse forme d’arte (pittura e poesia su tutte), dando l’opportunità a tanti giovani di cominciare a farsi conoscere attraverso mostre ed eventi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Damiano stesso, del resto, sa bene quanto sia forte il desiderio di esprimere il proprio estro. Fin da giovanissimo infatti ha sognato di fare l’artista, ma per lungo tempo la vita lo ha portato altrove: ha fatto mille lavori, vissuto in città e Paesi diversi, ma lo spirito creativo non si è mai sopito. Tanto che a un certo punto ha deciso di lasciare tutto e dedicarsi davvero solo all’arte, divenendo al contempo il trampolino di lancio per molti nuovi talenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per andare a conoscere la sua attività entriamo nel centro storico di Bitonto per giungere al Muro di Porta Robustina: una strada che si inerpica seguendo il tracciato dell’antica cinta muraria cittadina. Qui ci troviamo davanti a una porticina rossa, sull’uscio della quale ci accoglie Damiano, introducendoci nel suo piccolo regno di colorata creatività. (Vedi foto galleria)

La sede dell’associazione è una stanza stretta e lunga alle cui pareti si susseguono dipinti di vario genere, dal naturalistico all’astratto, dai ritratti ai paesaggi. Alcune sono opere dello stesso Bove, altre riportano il nome dell’autore su una targhetta. Non mancano piccole sculture, vari libri appoggiati qua e là, qualche locandina di eventi passati, una tela su un cavalletto. Qui anche le sedie esprimono inventiva: ne notiamo in particolare quattro sulla destra, decorate con la tecnica del decoupage.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
«Ho comprato questo locale una ventina di anni fa per dare una casa al progetto che avevo da tempo – spiega Damiano -: un luogo nel cuore di Bitonto in cui esporre e parlare di arte». Fu allora che nacque Mò Heart, punto di arrivo e di ripartenza nella vita del suo fondatore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Classe 1954, Damiano era destinato a fare il panettiere. «A Bitonto Bove fa rima con pane – spiega -: la mia famiglia da generazioni si occupa di panificazione. Io però amavo il disegno, la pittura e la poesia e già dalle scuole medie iniziai a partecipare a mostre e concorsi. Avrei voluto iscrivermi all’istituto d’arte, ma i miei genitori non furono d’accordo e mi fecero prendere il diploma di perito meccanico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da quel momento per Damiano iniziò una fase di continui cambiamenti. Negli anni 70 fece numerosi mestieri, come cameriere, manovale e insegnante di meccanica. Trascorse un breve periodo a Milano sognando di vivere come artista bohémien e nel 1983 si trasferì in Austria e in Germania per lavorare in varie industrie. Tornato in Puglia avviò l’attività di commerciante di biancheria che svolse per oltre 20 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho fatto mille cose diverse, ma ho sempre continuato a dipingere e a scrivere – ricorda -. A incoraggiarmi sono stati in particolare alcuni incontri: per esempio, a inizio anni 80 l’allora vescovo di Bari-Bitonto Aurelio Marena volle a tutti i costi acquistare un mio quadro, mentre il poeta bitontino Peppino Moretti mi fece scoprire la poesia vernacolare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Così a un certo punto Damiano decise di cambiare tutto di nuovo, questa volta seguendo solo la sua passione: chiuse la partita Iva e iniziò a vivere finalmente per l’arte, inaugurando Mò Heart.

Da allora in questo piccolo locale nel centro storico di Bitonto sono passate decine di autori. «Qui hanno esposto le loro opere anche nomi importanti dell’arte locale – dice con orgoglio Damiano -: ricordo tra i tanti, pittori e scultori come Franco Sannicandro, Enzo Morelli, Maria Bonaduce o Giovanni Morgese, o anche provenienti da fuori regione come il calabrese Enzo Palazzo. Ma soprattutto trovano spazio esordienti, ragazzi alle prime esperienze, talenti del territorio che hanno voglia di emergere e di raccontare qualcosa di sé attraverso il colore, il disegno o i versi di una poesia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La quotidianità di Damiano Bove oggi consiste in un lavoro continuo con il fine di organizzare esposizioni ed eventi. «Non faccio il mercante d’arte – ci tiene a precisare -: curo le presentazioni, le mostre o i reading letterari per pura passione: mi piace dare l’opportunità soprattutto ai più giovani di affacciarsi al mondo dell’arte partendo da Bitonto, un centro ricco di storia e di cultura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Uno spirito che negli anni è riuscito a “contagiare” l’intera città, tanto che oggi Damiano tiene eventi anche fuori dal suo cenacolo: la biblioteca comunale, il municipio, i musei, il Torrione Angioino, alcune chiese ospitano sempre più spesso le iniziative targate Mò Heart. Alcune sono anche diventate appuntamenti fissi, come le serate di poesia del “Maggio in fiore” o quelle di fine estate intitolate “Bitonto dentro e fuori le mura”, in cui gli allievi delle scuole di musica cittadine accompagnano la lettura di testi in vernacolo o performance teatrali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’influenza tra forme d’arte diverse e l’unione tra creatività e passione si trovano concentrate anche nel nome stesso dell’associazione. «Mò Heart gioca proprio sull’incontro tra la dimensione locale, portata dal dialettale “mò” (adesso) – spiega Damiano - e quella internazionale di “heart” (cuore, in inglese). Ma anche dal fatto che la pronuncia di quest’ultima parola è molto simile ad “art” (arte). Non a caso il motto del mio progetto è “Quando l’arte parla con il cuore”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E se un pezzo del proprio cuore Damiano lo conserva nel locale in cui ospita gli eventi, un’altra parte la custodisce in un luogo più intimo che decide di mostrarci alla fine della nostra visita. Si trova esattamente al di sotto della stanza in cui siamo appena stati, ma per raggiungerlo usciamo all’esterno e facciamo il giro dell’isolato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Arriviamo così a una stretta porta in ferro. La superiamo e scendiamo qualche ripido scalino. Ci troviamo in uno spazio angusto e pieno di oggetti sugli scaffali. «È il mio laboratorio personale – rivela Bove –: il luogo in cui ancora oggi vengo a dipingere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attorno a noi vediamo decine di cornici, libri e pennelli. Su uno stretto bancone appoggiato alla parete c’è il quadretto a cui Damiano sta lavorando in questo periodo. Poco più in là, notiamo uno strano macchinario meccanico. «È una tranciatrice – ci spiega -: con questa si tagliano i pezzi di legno che poi vengono attaccati per formare le cornici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E non manca qualche oggetto antico. Damiano ce ne mostra uno in particolare: un vecchio stampino che i panettieri usavano per dare la forma alle tradizionali “rosette”. Un simbolo della tradizione famigliare dei Bove: quella che Damiano non ha voluto proseguire in nome dell’arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)
 


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Per andare a conoscere "Mò Heart" entriamo nel centro storico di Bitonto...
...per giungere al Muro di Porta Robustina: una strada che si inerpica seguendo il tracciato dell’antica cinta muraria cittadina
Qui ci troviamo davanti a una porticina rossa...
..., sull’uscio della quale ci accoglie Damiano, introducendoci nel suo piccolo regno di colorata creatività: "Mò heart"
La sede dell’associazione è una stanza stretta e lunga alle cui pareti si susseguono dipinti di vario genere...
...dal naturalistico all’astratto...
...dai ritratti ai paesaggi
Alcune sono opere dello stesso Bove, altre riportano il nome dell’autore su una targhetta
Non mancano piccole sculture...
...qualche locandina di eventi passati...
... una tela su un cavalletto
Qui anche le sedie esprimono inventiva: ne notiamo in particolare quattro sulla destra, decorate con la tecnica del decoupage
Damiano ci mostra ora un luogo ancora più intimo. Si trova esattamente al di sotto della stanza in cui siamo appena stati, ma per raggiungerlo usciamo all’esterno e facciamo il giro dell’isolato. Arriviamo così a una stretta porta in ferro...
...la superiamo e scendiamo qualche ripido scalino. Ci troviamo in uno spazio angusto e pieno di oggetti sugli scaffali
«È il mio laboratorio personale – rivela Bove –: il luogo in cui ancora oggi vengo a dipingere». Su uno stretto bancone appoggiato alla parete c’è il quadretto a cui Damiano sta lavorando in questo periodo
Poco più in là, notiamo uno strano macchinario meccanico. «È una tranciatrice – ci spiega -: con questa si tagliano i pezzi di legno che poi vengono attaccati per formare le cornici»
E non manca qualche oggetto antico. Damiano ce ne mostra uno in particolare: un vecchio stampino che i panettieri usavano per dare la forma alle tradizionali “rosette”. Un simbolo della tradizione famigliare dei Bove: quella che Damiano non ha voluto proseguire in nome dell’arte



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