Bari, la storia di Gianluigi: rilega e restaura libri con ago, filo e strumenti d'epoca
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martedì 12 luglio 2022
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di Mattia Petrosino - foto Adriano Di Florio
A differenziare Gianluigi dagli altri è proprio la manualità. Se i suoi colleghi infatti si sono ormai adeguati da tempo a nuove tecnologie e ad apparecchiature moderne, lui continua a essere fedele agli attrezzi del papà Giuseppe, colui che aprì la bottega nel 1971.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo quindi andati a trovare il signor Colucci nella sua legatoria, un negozio senza insegna situato in via Maria Cristina di Savoia 60, nella parte più antica del quartiere San Pasquale. (Vedi foto galleria)
Superata una porticina in legno su cui vi sono apposti due adesivi con su scritto “legatoria” e “restauro libri”, entriamo in un ambiente dal forte odore di colla che trasuda di storia e tradizione. Sulle pareti sono attaccati vecchi cartelloni pubblicitari e al centro si trova un tavolo su cui spiccano tanti gomitoli di capitelli colorati: piccoli cordoncini che vengono fissati in fase di rilegatura in testa e al piede del dorso del libro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Potrei quasi affermare di essere nato qui dentro – esordisce simpaticamente il 52enne –. Avevo solo un anno quando fu aperta la bottega da mio padre Giuseppe e mio zio Giovanni Cammarata. In realtà l’idea fu di quest’ultimo, ma il vero esperto era il primo, che aveva lavorato già negli anni 60 come dipendente di una legatoria del quartiere Madonnella. Devo dire che all’inizio non pensavo di seguire le orme di papà, ma quando lui nel 1996 si ammalò, decisi di occuparmi io di questo negozio che lui aveva portato avanti con tanto amore. Cominciai così a imparare tutti i segreti del mestiere, sino a diventare il titolare della bottega nel 2003, quando purtroppo il mio vecchio mi lasciò».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il titolare ci spiega in che cosa consiste l’attività di rilegatore e restauratore. La prima, richiesta soprattutto per le tesi di laurea, consiste nell’unire fogli singoli andando così ad assemblare un volume compreso di copertina, su cui verranno apposte scritte e incisioni. La seconda invece permette di donare nuova vita ai vecchi libri, salvandoli grazie a una certosina opera di riparazione delle pagine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E come detto sia la rilegatura che il restauro vengono compiuti da Gianluigi usando le proprie mani. Ad esempio lui continua a unire le pagine utilizzando esclusivamente l’ago e filo, così come per tagliare cartoni e carta si avvale di attrezzi che possono funzionare solo con la forza delle braccia. Ci mostra ad esempio un tagliacarte degli anni 50 che viene azionato girando una grande manovella grazie alla quale i bordi delle pagine vengono tagliati accuratamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La maggior parte dei miei colleghi usa ormai apparecchi dove basta spingere un tasto per far sì che il gioco sia fatto – ci spiega – . Io invece continuo ad adorare l’artigianalità, che è proprio ciò che mi ha sempre colpito di questa particolare professione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo ci fa vedere ora un fregio e una pressa che servono per indorare le scritte che saranno apposte sul dorso e sulla copertina. «Il primo è uno strumento molto antico – sottolinea –. In questo caso l’incisione la faccio a mano dopo aver scaldato l’arnese su un fornellino. Mentre la seconda necessita dei vecchi caratteri mobili».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed ecco che l’artigiano ci indica subito un ripiano su cui sono poggiati tanti blocchetti metallici con le lettere in rilievo. Questi vengono poi posizionati su un piatto che a sua volta viene inserito all’interno della pressa a dorare che, azionata manualmente grazie a una leva, andrà a stampare le lettere su una carta colorata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Fin quando questa macchina funzionerà non passerò mai al digitale», dichiara Gianluigi mentre comincia a parlarci del restauro dei libri antichi: una passione trasmessagli dal padre. «Si tratta di una professione di nicchia – sottolinea –: è riservata ai collezionisti, persone che desiderano che i propri volumi ritornino al loro aspetto originale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A tal riguardo ci mostra alcune pubblicazioni del 1925 appena salvate e una vecchia Bibbia in fase di riparazione. «Come prima cosa strappo la copertina cambiando il dorso e il capitello – ci illustra –. Applico poi una striscia di tela simile come consistenza e colore alla copertina, la quale una volta “rinforzata” sarà incollata nuovamente al testo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per la ristrutturazione della parte interna Colucci si avvale invece di una “carta giapponese” che, inumidita, posiziona sul singolo foglio lasciandola seccare. In questa maniera la pagina sembrerà come quella originale, solo che al tatto avrà una sottilissima patina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Mi piacciono molto entrambi i lavori – conclude Gianluigi prima di salutarci –. Diciamo che la rilegatura è quella che mi fa campare, soprattutto grazie alle tesi di laurea, mentre il restauro soddisfa l’amore incondizionato che provo nei confronti dei bellissimi e immortali libri antichi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mattia Petrosino
Mattia Petrosino
Foto di
Adriano Di Florio
Adriano Di Florio