di Antonio Giannoccaro - foto Antonio Caradonna

Palazzo Colonna De Robertis: un fiabesco edificio nascosto nel rione Libertà di Bari
BARI -  Un quartiere “difficile”, segnato da negozi chiusi, povertà e problemi riguardanti l’ordine pubblico. Parliamo del Libertà: un rione barese che tra le sue vie nasconde però anche tanta bellezza. Qui infatti “resistono” ancora numerosi palazzi di fine 800/inizio 900, alcuni dei quali in evidente stato di degrado, ma altri che al contrario hanno mantenuto un aspetto splendido grazie a riusciti restauri. Pochi sanno però che tra questi gioielli architettonici si celano delle vere e proprie sorprese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È il caso del Colonna De Robertis, ottocentesco palazzo che svela al visitatore un interno “fiabesco” fatto di lucernari, archi e decorazioni, fusi in modo così raffinato da rendere l’edificio uno dei più eleganti di tutta la città. (Vedi foto galleria)

Il fabbricato, ristrutturato nel 2004, si trova via Crisanzio 119, quasi all’incrocio con via Eritrea. Stretto tra un edificio dal discutibile gusto post-moderno e da un palazzo d’epoca in corso di restauro, si sviluppa su cinque livelli (foto 1). Il suo stile può essere inserito nella tanto fortunata quanto variegata corrente dell’eclettismo barese, vista la presenza di una mescolanza di elementi provenienti da differenti movimenti artistici: neoclassico (qui predominante), neomedievale e liberty.

Tutta la bianca facciata è impreziosita da ricercate decorazioni ed elaborati dettagli: dagli eleganti fregi marcapiano ornati con bassorilievi raffiguranti putti e motivi vegetali dal moderno gusto liberty, fino alle mensole a forma di foglie di acanto che sorreggono i balconi (2). Richiama in particolare la nostra attenzione la parete della nicchia che ospita la porta-finestra centrale al primo piano, quasi “ricamata” dagli effetti chiaroscurali dei suoi ornamenti (3).

L’apparato scultoreo si fa ancora più vivace al piano d’attico, l’unico con finestre arcuate, in corrispondenza del quale alle semicolonne si sostituiscono paraste con figure scolpite di angeli e dove le mensole sotto il cornicione diventano fiere aquile di pietra dalle ali spiegate, elemento dal sapore medievale. A coronare la composizione del prospetto si trova una sorta di timpano semicircolare centrale a forma di conchiglia (4).

Il piano terra presenta uno zoccolo lavorato a bugnato e un grande portale di ingresso con arco a tutto sesto fiancheggiato da due colonne con capitelli decorati a motivi floreali (5). Il portone “strombato”, ovvero rientrante rispetto al prospetto, è in legno con parti in ferro battuto finemente lavorato e presenta stipiti e archivolto riccamente scolpiti (6).

Non ci resta ora che varcare la soglia d’accesso. Dopo aver affiancato due “nettascarpe” in ghisa, un tempo utilizzati per pulire dal fango le suole delle calzature (7), entriamo in un androne coperto da una successione di due volte a vela abbellite da motivi vegetali (8), le cui lunette sono ornate con bassorilievi rappresentanti sontuose ville padronali (9).


La vera meraviglia si rivela però pochi metri più avanti, quando ci ritroviamo tutt’a un tratto in un atrio esagonale inondato di luce (10) grazie alla presenza in alto di un lucernaio a falde (11). L’impressione è quella di entrare in una piccola corte del centro storico, circondata da varie logge che in realtà sono aperture ad arco contenenti bifore che si aprono ai vari livelli (12).

Questo espediente dell’atrio che diventa un pozzo luce è una soluzione piuttosto rara, anche tra i più eleganti edifici signorili del murattiano e potrebbe nascere da un’influenza estetica delle grandi gallerie commerciali, come la Umberto I a Napoli o la Vittorio Emanuele II a Milano, caratterizzate da spazi “esterni” protetti con grandi coperture vetrate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le “logge” sono contraddistinte da ricche decorazioni in stucco tra cui spiccano i medaglioni posti all’interno delle lunette raffiguranti visi di fanciulli o putti contornati da motivi vegetali o floreali (13). A dare un ulteriore suggestivo sapore fiabesco ci sono poi le tante piante (14), le paraste pseudo-corinzie poste ad ogni piano ai vertici del perimetro esagonale e i fregi marcapiano dai ricercati motivi ornamentali floreali (15).

Ci avventuriamo sulla raffinata scala che porta ai piani superiori (16), per ritrovarci sui vari pianerottoli voltati a botte ed elegantemente decorati (17). Dei bassorilievi rappresentanti conchiglie adornano le lunette degli accessi arcuati mentre sulla volta, figure di angeli in stucco accolgono i visitatori (18).

Negli appartamenti al primo piano inoltre, ad impreziosire ulteriormente il complesso, sappiamo essere presenti importanti dipinti dell’artista barese Nicola Colonna. Stanze che tra il 1943 e il 1946 hanno anche ospitato il primo studio legale di Aldo Moro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di lasciare l’edificio ci affacciamo sull’atrio per volgere un ultimo sguardo estasiato intorno a noi (19). Per un attimo ci siamo dimenticati di trovarci nel bistrattato rione Libertà, un quartiere che chissà, potrebbe risorgere proprio valorizzando i suoi incredibili e “nascosti” palazzi. 

(Vedi galleria fotografica)


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  • MARIANO ARGENTIERI - La villa rappresentata nel bassorilievo dell'androne è probabilmente Villa Suppa (1901), sita in corso A. De Gasperi 473 - BARI
  • Francesco Quarto - Il palazzo per me è una fonte di ricordi! Vi ho passato i primi anni di vita, quando vi abitava mia nonna con le figlie, tra cui mamma. Andavo all'asilo presso le suore affianco. Ricordo quando mi affacciavo da quelle lunette che si affacciano sull'androne. la famiglia dirimpettaia. mamma era la grande e da sposata era andata con babbo in via Bovio dove sono nato, ma gran parte del mio tempo infantile lo passavo in via Crisanzio accudito da nonna e zia mentr ei miei erano al lavoro. Mamma ci raccontava (a me e mio fratello minore) quando stazionavano gli inglesi che avevano occupato la città dopo il 1943, le paure e i timori di nonna per le tre figlie ... babbo che accorreva appena possibile a "tutelare" la sua fidanzata ... una delle zie era amica delle (della?) figlie De Robertis ... insomma un articolo davvero importante e sono stato contentissimo che sia stato riconosciuto quel palazzo come uno dei più belle e strani dell'intera città ... ma non è l'unico e sollecito voi di Barinedita a continutare!!! grazie Francesco Quarto
  • Sabato Gabriella - Molto interessante
  • Emanuele Zambetta - Che palazzo straordinario! Lavoratissimo! Elegantissimo! Orgoglio barese!
  • Angela gernone - Da favola..bellissime foto è possibile visitare durante la giornata FAI
  • Pippo - Questo serva anche a porre l'accento sullo scempio che i tecnici hanno compiuto negli anni sulla città, affiancando a delle simili meraviglie edifici orribili e del tutto decontestualizzati, quando sarebbe stato sufficiente rifarsi allo stile dei palazzi già esistenti
  • Dora - Non avevo minimamente idea che a Bari esistesse questo palazzo, pur vivendo qui da 57 anni! Un articolo molto interessante corredato da foto molto belle. Gioielli di questo tipo bisognerebbe farli conoscere di più e magari aprirli saltuariamente alle visite. A me piacerebbe molto.


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