di Nicola Imperiale

L'isolato e muto castello di Monteserico, che domina da secoli la valle del Bradano
GENZANO DI LUCANIA – Sembra quasi la fortezza del Deserto dei Tartari: isolata sulla cima di una collina, domina la desolata valle circostante. Parliamo del suggestivo e millenario castello di Monteserico, situato nel territorio di Genzano di Lucania, in provincia di Potenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La torre di avvistamento fu eretta nell’840 d.C. dai Longobardi per poi essere dotata di mura perimetrali dai Normanni nell’XI secolo. Il suo scopo era chiaro: posto a 548 metri d’altezza serviva a controllare per molti chilometri i terreni circostanti, identificando così con largo anticipo l’arrivo dei nemici.  

Siamo andati a visitare questa fortezza posta quasi al confine con la Puglia. (Vedi foto galleria)

Da Genzano, piccolo paese della Murgia lucana famoso per l’ottocentesca “Fontana Cavallina”, prendiamo la statale 169 e percorriamo una quindicina di chilometri. Ci ritroviamo così immersi in un paesaggio che pare quasi irlandese: intorno a noi sterminati campi e prati verdi e più in alto di tutto ecco il nostro castello.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad accompagnarci alla scoperta della rocca c’è il 28enne Giuseppe Lepore, guida del Comune. Cominciamo così a salire, ma prima di raggiungere la fortezza andiamo a visitare la chiesetta di Maria Santissima o Madonna di Monteserico, edificata intorno al XII secolo dagli abitanti del borgo omonimo che qui sorgeva nel Medioevo.  

All’interno l’edificio religioso si sviluppa tutto in lunghezza, sembra quasi un tunnel che sfocia davanti a un piccolo altare caratterizzato dal ritratto della Vergine e attorniato da mura dipinte di azzurro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Usciamo e procedendo a piedi finalmente ci ritroviamo davanti alla rocca. Si presenta come una struttura dalla pianta rettangolare, tutta in pietra, preceduta da ingresso in salita che porta davanti a un arco protetto da un cancello in ferro. La costruzione è stata sottoposta a un lungo restauro durato una decina d’anni, per poi essere riaperta al pubblico nel 2012. Ora è visitabile su prenotazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La nostra guida ce ne illustra la storia. «L’edificio è di proprietà di Genzano dal 1989 – dice - da quando il Comune lo comprò dalla famiglia Di Chio di Spinazzola. Qui nel corso dei secoli hanno dimorato diverse persone, tra cui, nel 1918, Lyda Borelli, attrice del cinema muto e moglie del conte Vittorio Cini. La leggenda vuole che la donna al mattino passeggiasse nuda fra i campi di grano, destando le fantasie di contadini e poeti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta ora che entrare. Ammiriamo le massicce mura normanne che circondano la parte più antica: la torre longobarda. Attraversiamo l’ingresso della torre e passando da una stanza con forno e caminetto (prova del fatto che il castello fosse diventato negli anni una masseria fortificata), andiamo a visitare alcune sale sotterranee con volte a botte. Ritorniamo poi indietro e saliamo ai piani superiori, lì dove sono presenti una serie di terrazzine.

Giuseppe ci indica la rocca del Gargagnone nel territorio di Poggiorsini, altra antica struttura del quale restano solo rovine. «I due castelli comunicavano fra loro – sottolinea -: grazie all’accensione di torce segnalavano l’avvicinarsi del nemico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Saliamo ancora e ci ritroviamo sulla cima. Circondati da alcune torrette di guardia ci affacciamo e restiamo senza fiato. Dal nostro punto di osservazione è possibile scrutare tutto il territorio per miglia e miglia, fino alla Puglia, mentre siamo protetti da questa muta sentinella di pietra che veglia da secoli sull’intera valle del Bradano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Nicola Imperiale)


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  • Bernardo Bruno - La "muta sentinella di pietra", purtroppo continuerà a restare tale per molto molto tempo ancora. A bene poco saranno valsi i tentativi di dargli un "tono" con i lavori di restauro completati una decina di anni orsono. Come tanti "fantasmi di pietra" simili di cui il circondario è segnato : Rocca del Garagnone, Castello Marchesale di Palazzo San Gervasio etc.
  • Francesco - La rocca del garagnone non si trova in lerritorio di poggiorsini ma in territorio di spinazzola.


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