di Pietro Marvulli

La piccola e lontana Poggiorsini: «Siamo in 1472, una famiglia allargata»
POGGIORSINI - È il comune meno popoloso della provincia di Bari, il più lontano dal capoluogo pugliese e come se non bastasse sorge in una zona sperduta della Murgia, al confine con la Basilicata. Parliamo di Poggiorsini, paesino di appena 1472 anime: un numero basso e in continua diminuzione. Basti pensare che qui dall'inizio dell'anno sono morte dieci persone, a fronte di soli tre neonati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'abitato si snoda essenzialmente attorno alla piccola piazza Aldo Moro. Su di essa si affacciano il municipio, l'unica parrocchia e il borgo antico, o meglio quel che ne rimane: l'area fu infatti distrutta quasi totalmente dal terremoto del Vulture del 1930.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È Agata Picerno, presidente della pro loco del posto, a mostrarci i pochi edifici risparmiati dalla furia delle scosse. Tra questi c'è il casale Macchia Vetrana, risalente al 1686, dove risiedeva il duca Antonio Orsini, da cui deriva il nome del paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Al sisma sfuggì anche il palazzo ducale, eretto nel 1727 su una caratteristica piazzetta e l'ottocentesca chiesa sconsacrata di Sant'Antonio da Padova: l'ex luogo di culto però non è visitabile a causa dei lavori di restauro e il suo ingresso è murato da mattoncini di tufo. Il punto più suggestivo rimane indubbiamente il belvedere che da piazza Alcide De Gasperi si affaccia sui dolci pendii della Murgia. (Vedi foto galleria)

Per il resto Poggiorsini non offre granchè. «Poco male - ci dice Agata -. Ci sono diversi passatempi come i corsi di uncinetto e le prove di canto con il coro delle catechiste, mentre per gli "sportivi" si svolgono tornei di calcetto e pallavolo: io stessa a breve parteciperò a qualche partita di volley organizzata in piazza. Certo, se uno vuole andare a ballare è costretto a spostarsi altrove, ma amo la calma del mio paese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dello stesso avviso è Tonino, un anziano seduto su una panchina in piazza Moro. «Qui è tutto sereno - afferma sorridendo il vecchietto - c'è pochissima delinquenza e sono garantiti tutti servizi di prima necessità come l'ufficio postale e la stazione dei carabinieri». «Anch'io la penso così - gli fa eco il suo amico Giuseppe, ex agricoltore -. Vivendo qui sono arrivato a 92 anni: legumi, frutta e verdura assieme a una passeggiata in compagnia degli amici di sempre allungano la vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E in effetti da queste parti la buona cucina, fatta di prodotti semplici e genuini, è sicuramente di casa. Tra i piatti più gustosi spiccano i tagliolini con purea di cicerchie e cardoncelli e la capriata, un insieme di erbe bollite selvatiche accompagnate dalla crema di fave. Ottimo è anche il calariello, ricetta a base di carne di agnello e verdure come le rapa, la barbabietola, la cicoria e il finocchietto selvatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma i ritmi lentissimi e la pancia piena non bastano certo ai giovani, spesso desiderosi di "evadere" dal minuscolo borgo che conta comunque qualche pub e una braceria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A farlo notare per prima è Marisa, collaboratrice nell'unico istituto scolastico dell'abitato che accoglie 110 alunni di scuola materna, elementare e media. «Licei non ce ne sono, chi vuole frequentarli deve per forza muoversi verso altre città - sottolinea la donna -. E di sera non c'è molta scelta al di fuori dei soliti locali: non abbiamo un cinema e il massimo che i ragazzi possono fare è intrattenersi sul belvedere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per un bambino questo è il posto migliore dove crescere - racconta invece il 27enne Vincenzo, programmatore informatico poggiorsinese che vive a Bari - ma dall'adolescenza in poi spesso si prende l’auto per recarsi in città più "vive" come Gravina, Altamura e Matera». Paesi più grossi che comunque distano parecchi chilometri: ad esempio Gravina (di cui Poggiorsini è stata frazione fino al 1960) è raggiungibile in non meno di 25-30 minuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La cittadina si ravviva solo durante la fase natalizia - evidenzia il 34enne Ivan, consulente assicurativo - o ad agosto, in occasione della festa patronale: praticamente i due periodi in cui gli emigrati poggiorsinesi tornano a casa per trascorrere le ferie con i parenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E al tedio si accompagna la malsopportazione dei pettegolezzi di paese. «Con una popolazione così scarsa tutti si conoscono - chiosa Vincenzo -. Da un lato è bello sentirsi parte di una famiglia "allargata" in cui tutti si salutano e si fanno gli auguri, dall'altra capita che qualcuno si senta sempre in dovere di giudicarti e di sparlare alle tue spalle». «Spesso non mi sono sentita a mio agio in "patria" - aggiunge la 27enne Mariagata - proprio per l'abitudine di "chiacchierare" troppo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pesa infine la mancanza di opportunità di lavoro "specializzato". «Qui la vita costa veramente poco - incalza Mariagata - e un solo stipendio basta per poter crescere un'intera famiglia. Ma se hai una laurea e desideri trovare un'occupazione che rispecchi il tuo corso di studi, l'unica soluzione è andare via».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ivan però è uno di quelli che sa apprezzare il classico rovescio della medaglia. «È vero che da ragazzi succeda di voler scappare da questo luogo "ovattato" - conclude il giovane - ma poi si impara ad apprezzare il fatto che almeno da noi il cemento dei palazzi non sia riuscito a contrastare il verde, il giallo e il marrone della natura circostante. Poggiorsini è un luogo dove il tempo sembra "sospeso", un antistress contro la frenesia della vita moderna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Maria - Direi che stiamo un tantino meglio di quanto racconta questo articolo!!! C'È chi non canta nel coro della chiesa, ma si occupa di sport con scuola calcio e squadra dilettanti. C'È chi ha deciso di aprire la sua micro impresa nel paese nativo. Ci sono tante aziende agricole che hanno fatto del biologico la loro bandiera e aziende casearie con prodotti esclusivi e genuini. C’È chi ogni domenica organizzata escursioni sulla Murgia, che non è un limite, ma una risorsa per chi ha capito cos’è il 2020 e il marketing territoriale. C’È chi lotta per preservare il paesaggio e la periferia poggiorsinese. Poi a pochi chilometri c’è la diga dove si svolgono attività di pesca richiamo per gente da tutta italia… Bhe c’è tanto per chi crede nel futuro e ha energia e voglia di costruirlo con le risorse locali...eh già perché credo che ormai è chiaro che è questo il futuro della Puglia. E noi siamo in Puglia! Il coro in chiesa, il corso di ballo e il tedio di un posto fisso non sono né il passato, né il presente ma soprattutto il futuro per chi, arricchitosi di esperienze, è tornato a Casa, e per chi non se ne è mai andato perché ama e amerà questo posto, denominato dagli intenditori LA PERLA DELLA MURGIA!


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