di Salvatore Schirone

"Le due Bari": il doppio carattere della città in un raro racconto di Pier Paolo Pasolini
BARI - Sono le 10 di una fredda sera di inizio inverno del 1951. Un uomo fa scalo nella stazione ferroviaria di Bari. L’ultimo taxi per l’Albergo delle Nazioni è già andato, i bus passano di rado e le strade ancora brulicanti di passanti, illuminate dalle insegne di negozi ancora aperti, invitano lo straniero ad avventurarsi a piedi, per una via qualsiasi, nelle viscere della città sconosciuta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Inizia così “Le due Bari” di Pier Paolo Pasolini. Sì perché il grande scrittore è stato nel capoluogo pugliese 65 anni fa e pochi sanno che a Bari ha dedicato un racconto breve di quattro pagine. Il giovane artista (allora 29enne), non ancora famoso e ignaro del suo destino, riuscì a immortalare poeticamente i tratti più autentici di una città dal doppio carattere, quello frenetico, confuso e misterioso del buio della sera e quello fresco, profumato e generoso che si dipana nella luce del mattino, quando il sipario della notte si alza sul lungomare e la città brilla “in tutta la sua felicità adriatica”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bari si lascia scoprire lentamente, come una bella donna che mostra le sue bellezze gradualmente. E Pasolini, evocando  esplicitamente Kafka, descrive il suo incontro con la città come una specie di metamorfosi al contrario, in cui ci si addormenta insetto e si rinasce umano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nel racconto pure non mancano gustosi elementi folkloristici come il tipico grasso accalappiatore di turisti, l’improvvisato albergatore che cerca di affittare il suo tugurio rumoroso nei pressi della stazione e il curioso modo di storpiare in “Càvur” il nome di uno dei due principali corsi alberati della città. Quadretti che riportano il lettore incantato con i piedi per terra restituendo realismo al racconto di una città capace di far sognare ma anche riflettere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Le due Bari”, nell’intento dell’autore, doveva fare parte di un più ampio reportage sul Sud, da Caserta al Salento, visto con gli occhi di un “viaggiatore incantato”, come lui stesso si definiva. Ma il progetto non fu portato a termine e rimasero solo tre rari schizzi, uno dedicato a Caserta, uno ai trulli di Alberobello e questo dedicato appunto a Bari, che fu pubblicato su “Il Popolo di Roma” l’8 agosto 1951.  

Pasolini portò però Bari sempre nel cuore. Lo testimonia anche una intensa e vivace poesia del 1964 dedicata a Bari vecchia, “Un biancore di calce viva”, in cui la descrive come “un alto villaggio sul mare malato di troppa pace” i cui sottani sembrano “pertugi di tende e di merletto lastricati d’acqua odorosi di pesce e piscio”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In galleria fotografica il testo integrale di “Le due Bari” pubblicato dalla Mondadori in "Romanzi e Racconti 1946-1961"

In evidenza la foto “Pier Paolo Pasolini a New York" di Dick Avedon inserita in un contesto barese (fotomontaggio di Tiziana Fato)


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  • fabio - Non vorrei dissacrare l'articolo, sul quale comunque non c'è nulla da eccepire. Avrei solo un interrogativo sulla fotografia. Su Facebook c'è una signora che dice di averla scattata lei. Ma al di là di questo a me sembra un fotomontaggio. Lo si capisce dai bidoni dell'immondizia alle spalle di Pasolini, che sono quelli attuali. Poi c'è la torre della Provincia illuminata. E anche le macchine parcheggiate in largo Diaz sembrano mezzi moderni. Qualcuno saprebbe rispondermi? Grazie
  • BARINEDITA - Sì certo Fabio, nella didascalia della foto abbiamo scritto che si tratta di un fotomontaggio trovato in rete. Abbiamo anche scoperto l'autrice e si tratta di Tiziana Fato che ha inserito la foto originale di Dick Avedon su uno sfondo barese. Saluti
  • Maurizio - E' un evidente fotomontaggio. Evitabile.
  • Gaetano Barreca - Che bell'articolo! Complimenti al giornalista Salvatore Schirone e a Barinedita che è sempre attenta a diffondere l'enorme patrimonio culturale della bella città di Bari. Ho letto con immenso interesse l'articolo e soprattutto il testo di Pasolini. Una sorpresa ritrovarlo a Bari, ma un enorme sorpresa il suo meraviglioso scritto "Le Due Bari". Una vera chicca letteraria che molti di noi non sapevano l'esistenza. Siete davvero un ottimo team oltre che di giornalisti anche di ricercatori, continuate così! Grazie di cuore per il vostro impegno.
  • BARINEDITA - Grazie mille Gaetano!
  • lino - Amo Pasolini! Grazie del pezzo, leggere un commento sulla tua città da un intellettuale-poeta di tale spessore è cmq bello e interessante. Ne ha lasciato uno anche su Alberobello che visitò in cerca di location per il Vangelo secondo Matteo. Avrei evitato la foto!
  • Giuseppe C. - La citazione finale credo sia la sintesi non solo sul borgo antico. Mi sarei meravigliato se Pasolini avesse mancato di cogliere la natura vera e non solo quella apparente di Bari e dei suoi e delle sue residenti.


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