di Mina Barcone

L'ex "Ruota": una masseria del 600 abbandonata all'ingresso di Bari
BARI – E’ lì da più di trecento anni. Costruita e utilizzata per secoli come masseria e poi dagli anni 70 del Novecento adibita a sala ricevimenti di successo e in seguito anche a discopub. Ma ora quell’edificio che migliaia di baresi ogni giorno scorgono dalla propria auto, è lasciato a marcire sul ciglio della strada. (Vedi foto galleria)

Parliamo di masseria Borracci, struttura risalente al XVII secolo, che si trova proprio alla fine della statale 100, all’ingresso di Bari, prima della rotonda che porta su via Amendola. Impossibile non notarla (sulla sinistra venendo da Taranto o sulla destra uscendo dal capoluogo pugliese),  circondata com’è da una grande e alta cancellata in metallo, solitaria tra l’erba alta e migliaia di gialle margherite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari comunque in pochi la conoscono come “masseria”, per tutti quell’edificio del 600 è l’ex sala ricevimenti “La ruota”, attiva fino a una ventina di anni fa e chiamata così proprio per la presenza, all’epoca, di una grande ruota in legno di color bordeaux appartenente a un antico carro o calesse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma una volta dismesso l’esercizio commerciale (che per qualche tempo cambiò anche destinazione d'uso per diventare il discopub "Casa magnana") la ruota sparì, assieme alla parte più nuova della struttura, demolita per far posto alla rotonda di via Amendola. E così l’antico edificio cominciò a invecchiare rapidamente, abbandonato nell’area incolta di Mungivacca e preso d’assalto da graffitari e vandali, come dimostrano le bottiglie vuote e la sporcizia che si trovano all’interno della recinzione, ora chiusa da un grosso lucchetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La Borracci, tipica masseria fortificata, si innalza su due piani ed è composta da strutture realizzate in epoche diverse: la parte più antica è la torre, in realtà non facilmente distinguibile dal resto dell'edificio. Sembra tra l’altro che al di sotto dell’ex Ruota possano trovarsi degli ipogei. La struttura è completamente dismessa: le tre finestre sono tutte murate e le entrate (situate sui due piani) sono ormai infissi e porte. I poveri balconcini poi sembrano poter crollare da un momento all’altro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Scrutando a di là della cancellata, si nota un cancello verde ormai arrugginito ma semiaperto, che introduce a quello che era il cortile della struttura. In quell’area, accanto all’edificio principale è presente una struttura più piccola e nuova con il tetto spiovente, adibita probabilmente in passato a magazzino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre siamo davanti all’edificio si avvicina a noi un signore, residente del quartiere Mungivacca. «Ve la volete comprare? », ci chiede, e al nostro “no” risponde: «Si diceva che la masseria sarebbe stata riqualificata, visto che non poteva essere abbattuta perché sottoposta a vincolo della Soprintendenza. Si parlava addirittura di una biblioteca di quartiere. Tutte chiacchiere, “l'ex Ruota” è stata abbandonata qui, alla mercè di vandali e margherite».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


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