di Anna Maggio

Bari, infilza i cuori di maiale e li mette sottovetro: «Colpa della Chiesa»
BARI – Cuori veri di maiale trafitti da viti e forcine, messi sotto vetro e chiusi ermeticamente come fossero confetture. E’ ciò che è possibile “contemplare” nello studio personale della 38enne barese Valentina Fino, un’artista che del cuore ha fatto il suo marchio di fabbrica. Il più importante organo umano è infatti da lei rappresentato in varie forme: rimodellato in cartapesta o dipinto su tela, sanguinante o incerottato. (Vedi foto galleria)

«Non sono credente – dice l’artista -  ma l’iconografia “splatter” del cuore sanguinante tipico della tradizione cristiana attraversa il mio immaginario da sempre: è quasi un’ossessione e l’immediatezza di quel messaggio mi piace».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I “cuori di maiale” nel 2008 furono esposti anche nella sede di un’associazione culturale di Bari. «Sono immersi in una miscela di alcol e acqua totalmente inodore – ci rassicura Valentina - e infilzati uno da viti, l’altro da forcine. Ho utilizzato l’organo del suino perché è quello più simile anatomicamente a quello umano, sia come forma che come dimensione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo averci detto che i cuori sono stati comprati normalmente in macelleria (chissà perché pensavano che la donna avesse provveduto da se), la Fino ci spiega la filosofia che c’è alla base delle opere. «Quell’organo in barattolo è il “mio” – afferma - e  quindi tutte le torture di cui è vittima, sono le cose che mi hanno fatto male nella vita e che mi hanno creato dolore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma perché questa “fissazione” con il cuore? «La "colpa" è della Chiesa - afferma Valentina -. Ho avuto un’educazione cattolica: a scuola sono andata dalle suore dove ho avuto modo di avvicinarmi a un aspetto della religione che mi ha sempre inquietata molto, cioè la sua vena macabra. Mia nonna poi era fissata con il martirio dei santi e me ne raccontava di tutti i colori. Per non parlare della violenza che si trova nei passi della Bibbia. Una volta cresciuta ho elaborato tutto, sono diventata atea in maniera feroce e ho preso in prestito le raffigurazioni del cattolicesimo e le ho utilizzate per i miei scopi. Ecco come sono arrivati i cuori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Gli organi dei maiali sono serviti all’artista anche per fare calchi in gesso, creando rappresentazioni in cartapesta. E quindi abbiamo ad esempio “Telegiornale” e “Buon appetito”,  in cui i cuori sono proprio “serviti” nella carta del pane come metafora delle ordinarie scene di violenza propinate in tv durante l’ora di pranzo o cena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un sentimento particolare lega poi la Fino alla sua produzione intitolata “Mamma e papà”. «L’ho creata in concomitanza della separazione dei miei genitori nel 2006 – confessa –. Ho voluto rappresentare la falsità del matrimonio in cui la promessa di rimanere insieme per sempre in realtà raramente viene mantenuta. Il filo serve a cucire i due cuori: il contratto matrimoniale li unisce ma in realtà insieme sono sofferenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a tutta questa sofferenza c’è un limite. Lo si evidenzia in “Pronto soccorso”, dove il cuore è salvato e medicato con cerotti e soprattutto con la scultura “Love” del 2016. «E’ un cuore integro e sano: una celebrazione dell’amore – spiega Valentina -  Si trova in una scatola di legno ed è stato regalato come pegno. Indica che il peggio è passato: è arrivata mia figlia, un nuovo compagno e le ferite pian piano sono state rimarginate. E’ la celebrazione di una nuova vita». E i maiali non possono che esserne contenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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