di Marina Alfieri - foto Paola Grimaldi

Bari. Archivio culturale e palco sperimentale: è L'Eccezione, la casa-teatro di Rino Bizzarro
BARI – Un archivio che ripercorre la storia del teatro pugliese e un palcoscenico sul quale si dà vita a incontri e spettacoli che coinvolgono attivamente il pubblico, il tutto all’interno in un piccolo appartamento del popolare quartiere Libertà di Bari. È questo l’identikit di “L’Eccezione”, un particolare centro culturale sperimentale nato nel 2002 e ideato dal 78enne Rino Bizzarro: autore, regista e poeta barese già fondatore della storica compagnia Puglia Teatro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui, in sole quattro stanze, Rino custodisce fotografie, locandine, documenti e filmati d’epoca, oltre a proporre gratuitamente letture di poesie, rappresentazioni teatrali e riflessioni su temi sociali. Siamo quindi andati a visitare la casa-teatro di Bizzarro, sita al primo piano di un palazzo di via Indipendenza 75, nei pressi del Redentore e dell’ex Manifattura Tabacchi. (Vedi foto galleria)

Una volta entrati veniamo accolti dall’artista in un’anticamera in cui fanno bella mostra di sé vari cappelli, una tiara da vescovo, un tamburello, vecchi fari da teatro, un’acquasantiera di cartapesta e persino un teatrino per i burattini. «Sono tutti oggetti di scena e accessori dei costumi», afferma Rino mentre ci conduce in visita all’appartamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci ritroviamo così in una stanza dove sono sistemate una quarantina di sedie poste davanti a una pedana che funge da palco. Il proscenio è arricchito da una tenda rossa, da un tavolino con tre sedie e da un leggio. Siamo quindi all’interno del “politeama”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’Eccezione non è però un teatro in senso tradizionale e si chiama così non a caso - tiene a precisare Bizzarro -. Facciamo del “teatro dal vivo” in cui il pubblico viene coinvolto attivamente da artisti e relatori: è un modo per contribuire al cambiamento del mondo dello spettacolo italiano che ha necessità di idee innovative».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Rino ci mostra un’altra saletta allestita con sedie e con un monitor. «Questo ambiente è collegato all’altro con un impianto televisivo a circuito chiuso – spiega -: così quando il pubblico è numeroso e si riempie la prima sala si può seguire il tutto anche da quest’altra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma come detto l’Eccezione è anche un “museo” che ripercorre la storia del teatro pugliese degli ultimi sessant’anni. Una targa posta all’entrata recita infatti che qui è presente un archivio dichiarato di interesse storico dal ministero per i Beni Culturali. Parliamo di manifesti, locandine, programmi di sala, foto di prova e di scena, copioni e appunti di lavoro, articoli di giornale e saggi critici, materiale video e audio.

Parte del materiale si trova catalogato in una stanza, altri oggetti sono invece esposti in vari angoli dell’appartamento. «Molto di ciò che vedete testimoniano e ricostruiscono la mia carriera - afferma Bizzarro -. Si va dai primi passi mossi nel C.U.T. (Centro Universitario Teatrale) Bari assieme ad attori quali Michele Mirabella, Maurizio Micheli e Nicola Saponaro, per finire alla compagnia Puglia Teatro creata da me nel 1974. Con loro siamo giunti alla quarantanovesima stagione artistica: mi vengono i brividi solo a pensarlo. Spesso utilizziamo proprio l’Eccezione per dar vita a piccoli spettacoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In particolare ci soffermiamo su una foto di Rino al trucco, scattata da Michele Mirabella, sopra la quale notiamo il manifesto di “Don Pancrazio Cucuzziello”. Si tratta di una maschera teatrale biscegliese della fine del 600 che Bizzarro ha fatto tornare in auge a partire dal 1975. Per vent’anni lui ha interpretato il ruolo di questo avaro signore, grande possidente terriero, corteggiatore di donne giovani che parlava una lingua mista tra napoletano e pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La storia di questa maschera attrae molto gli universitari e gli studiosi che vengono da noi per consultare l’archivio - conclude Rino -. Qualche mese fa è stato nostro ospite un ricercatore dell’università americana di Berkeley a cui abbiamo mostrato una serie di pubblicazioni sulla lingua barese. Perché noi ci rivolgiamo a tutti: abbiamo i piedi nel quartiere Libertà, ma la testa nel mondo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Marina Alfieri
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Paola Grimaldi
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  • francesco quarto - conosco di fama RIno Bizzarro da tantissimi anni e l'ho sempre ammirato. con alcuni amici partecipammo a una interessantissima "chiacchierata" sui temi dell'urbanistica cittadina! unica pecca è la ristrettezza degli spazi e degli ambienti della sede della sua benemerita associazione (certo non per colpa sua). un continuo attestato di stima per un vero, importante protagonista della scena culturale barese, ricco anche di profonda umiltà, mai conto dagli esibizionismi tipici di tnti esponenti del modo dello spettacolo. e ricordo anche la sua riscoperta della maschera di Don Pancrazio Cucuzziello di Bisceglie, regalando alla nostra terra anche una figura che mancava o era comunque dimenticata. Bravo Rino


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