di Gianmarco Di Carlo

Docili, "soffici", dalla lana pregiata: sono gli alpaca. E in Basilicata c'è chi li alleva
ACERENZA – Docili, buffi e avvolti da un pelo folto e morbidissimo: sono gli alpaca, particolari animali che vivono a migliaia di metri d’altezza sulle Ande sudamericane. Da qualche anno a questa parte c’è però chi ha deciso di far crescere questi camelidi lontano dalla loro terra di origine, così da sfruttarne la loro pregiata lana, definita “fibra degli dei”. In Italia sono nati così sette allevamenti, di cui uno anche al Sud.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultimo, dal nome Basilicata Alpaca”, si trova ad Acerenza, in provincia di Potenza e oltre a produrre l’ambito materiale tessile offre (a pagamento) momenti di svago e laboratori legati ai 15 mammiferi ivi ospitati. (Vedi video)

Siamo così andati a far visita alla fattoria, raggiungibile percorrendo da Acerenza la provinciale 6. Dopo un paio di chilometri un cartello indica di svoltare a sinistra verso una strada sterrata: quella che conduce davanti all’ingresso dell’allevamento. (Vedi foto galleria)

Qui ci viene incontro il proprietario 31enne Canio Caruso. «L’idea di aprire questo luogo – ci racconta – è nata 10 anni fa, quando dopo una breve carriera come militare decisi di investire tempo e denaro in ciò che mi aveva sempre appassionato: gli animali. Puntavo però a qualcosa di speciale, che non si era mai visto dalle nostre parti, che potesse suscitare curiosità. Così andai su internet e cercai letteralmente “creature simili a peluche”. Il risultato furono loro: gli alpaca. Me ne innamorai subito e ne comprai tre direttamente dal Perù: Roy, Manu e Annuna, due femmine un maschio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’impresa si presentò non priva di difficoltà. «Gli alpaca sono molto costosi  - spiega Canio -: circa 6mila euro ciascuno. Questo perché sono rari: ogni esemplare partorisce infatti un solo cucciolo alla volta e la gravidanza dura 11 mesi circa. In più quasi nessun veterinario da queste parti sapeva consigliarmi come curarli e crescerli, così ho dovuto fare tutto da solo, studiando e imparando “sul campo”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Due anni fa questo insolito ma semplice allevamento è diventato un’attrazione turistica ricca di attività ludico-didattiche per grandi e piccini. Le star di Basilicata Alpaca sono infatti gli animali, in particolare Cotoletta, Lollipop, Kimberly, Manu, Jasmine e Cotton fioc, che più di altri hanno evidenziato un carattere socievole e mansueto nei confronti dei visitatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando ci dirigiamo verso la stalla sono proprio loro ad avvicinarsi per primi al cancello. Ed è impossibile non “sciogliersi” davanti agli enormi occhi scuri che sembrano guardarci con un’espressione curiosa e felice allo stesso tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’imprenditore ci avverte che le bestiole apprezzano carezze solo sulla testa e sul collo. Assolutamente sconsigliato, invece, toccarle sulla schiena e sulla pancia, perché potrebbero confonderci con una mosca, reagendo così con calci e sputi. Niente paura, però, in quest’ultimo caso, perché la saliva degli alpaca (a differenza di quella dei “cugini” lama) non contiene maleodoranti succhi gastrici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci viene ora affidato uno degli esemplari più  anziani e docili del gregge, Manu. Entra subito in confidenza con noi: carezze, baci, abbracci, passeggiate e foto non sembrano infastidirla quanto piuttosto divertirla. E mentre siamo con lei, altri alpaca ci circondano teneramente in cerca di attenzioni. Una di loro, Kimberly, “indossa” dei buffi occhiali da sole e si presta all’obbiettivo della macchina fotografica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Caruso ci spiega i vantaggi del loro allevamento: al di là della lunga vita (21 anni circa) e della capacità di acclimatarsi, c’è quello della particolarità della lana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Possiede oltre 22 varietà di colori che vanno dal beige al bianco panna fino al marrone chiaro e nero – ci dice –, la cosiddetta “fibra degli dei” è anallergica e ha in sé proprietà battericida e acaricida, il che significa che non viene contaminata da pulci, zecche, acari e insetti. Dopo la tosatura, in primavera, è semplicemente lavata con acqua senza subire processi chimici per la pulizia e la coloratura. Inoltre non infeltrisce, cioè non si rovina producendo quei fastidiosi “pallini” che troviamo ad esempio sui maglioni prodotti con lana di cashmere. C’è poco da stupirsi quindi se il suo prezzo arriva anche a 200 euro al chilo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma c’è di più. Una volta individuato un determinato perimetro come territorio personale, gli alpaca diventano guardiani sorprendentemente abili grazie anche agli occhi grandi e al collo lungo, con cui avvistano un pericolo molto prima di quanto farebbe un cane. Qualsiasi altro animale entri nel loro territorio diventa una minaccia da circondare e sputare insieme a tutti gli altri del gregge. E se lo sputo è innocuo, lo stesso non vale per gli artigli presenti sulle zampe anteriori: le bestiole saltano fino a due metri, riuscendo a infilzare di peso il nemico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Con l’aiuto di Cotoletta abbiamo una dimostrazione di questa grande agilità. Quando un visitatore prende un fico e lo porta in alto alzando il braccio, l’animale prende lo slancio e scatta sino a raggiungere l’agognato frutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli alpaca sono inoltre teneri e fedeli. «In Perù vengono anche utilizzati come compagni di viaggio e animali da soma per gli spostamenti in lungo e largo per le altissime Ande – evidenzia Canio –. Se notano l’uomo in difficoltà non vanno avanti senza di lui: lo aspettano e addirittura cercano di aiutarlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un affetto, questo, che ha dato all’allevatore la forza di superare i problemi iniziali. «Quando li ho incontrati per la prima volta – sottolinea – la loro dolcezza e sincerità mi hanno letteralmente conquistato, spingendomi a credere in questo piccolo sogno diventato in pochi anni una bellissima realtà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (montaggio di Gianni De Bartolo) la nostra visita al Basilicata Alpaca:



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