di Angela Carrassi

La "n.1" è in corso Vittorio Emanuele: tra lotto e sigarette, la storia delle tabaccherie baresi
BARI -  Sono 155, presenti in ogni zona della città e spesso chiamati erroneamente “tabacchini”. Parliamo delle tabaccherie baresi, rivendite di prodotti non proprio “salutari” come sigari, sigarette e “gratta e vinci”, ma che da sempre rappresentano veri e propri punti di riferimento rionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Da sempre” perché i tabaccai nascono nel 1862 con la creazione del Monopolio di Stato e la conseguente lavorazione del tabacco in grandi manifatture, come quella attiva fino agli anni 70 nel quartiere Libertà. Si parla quindi di esercizi commerciali in alcuni casi molto antichi, contraddistinti da un numero che attesta la loro origine: c’è infatti la rivendita n.1, la n.2, la n.3 e così via. (Vedi foto galleria)

La prima tabaccheria di Bari è quella “Del Corso” e si trova appunto in corso Vittorio Emanuele, praticamente alla fine dell’importante arteria, quasi accanto a Palazzo Fizzarotti. L’insegna blu e bianca è recente, ma all’interno è conservata quella più antica, un tempo presente all’esterno. A gestire la rivendita sono i 40enni Cosimo, Massimo e Valeria che l’hanno rilevata cinque anni fa. 

La “n.2” è invece presente in via Pasubio, poco prima che la strada diventi via Scipione l’Africano: siamo quindi al confine tra i rioni Carrassi e Picone. «Il negozio però si trova qui “solo” dagli anni 60 – ci spiega il  proprietario Vincenzo – in origine era infatti ubicato nel Murattiano, poi si è spostato nel cuore di Carrassi e infine da più di cinquant’anni è presente nell’attuale sede».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le tabaccherie infatti possono anche cambiare luogo di vendita, ma mantengono sempre la loro “identità” e il loro numero distintivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«A quel tabaccaio sono molto legato – sottolinea il 45enne barese Marco, che abita in zona  -. Da piccolino ogni sabato venivo qui con mio padre per il “rito” della schedina del Totocalcio. Papà ne giocava sempre una che avevamo compilato per gioco io e mio fratello, scrivendo casualmente gli “1” i “2” e le “X”. Una schedina che però, devo ammettere, non è mai risultata vincente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le tabaccherie hanno infatti legato la loro popolarità al loro essere anche ricevitorie: qui è stato sempre possibile “scommettere” attraverso giochi d’azzardo e concorsi a premi, tra i quali non possono non citarsi gli storici Lotto, Enalotto, Totip e Totocalcio.

Eccoci ora davanti alla rivendita “n.3”, una delle più famose di Bari, perché situata in un chioschetto nella centrale piazza Aldo Moro, all’ingresso di via Sparano. L’attuale proprietario, Vito, si occupa di questo esercizio da circa venti anni. «Il nostro lavoro è molto cambiato rispetto al passato – sottolinea il signore -. La tecnologia lo ha peggiorato, rendendo complicate operazioni che prima erano molto più semplici da svolgere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci spostiamo ora a Bari Vecchia, vicino la Basilica, dove in via delle Crociate si trova (come recita l’insegna marrone) “L’antica tabaccheria San Nicola”: la "n.4". Purtroppo il proprietario afferma di non voler rilasciare dichiarazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ritorniamo quindi in centro per andare a trovare in via Roberto da Bari, quasi ad angolo con via Principe Amedeo, la “Tabaccheria Ponzio”: “n.5” della città. A gestirla da otto anni è Cosimo. «L’esercizio fu rilevato da mia nonna nel 1965 – ci dice il giovane -. In seguito però divenne proprietà di persone esterne al nostro nucleo familiare: sono stato io nel 2011 a riportarla “a casa”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sempre nel murattiano si trova la rivendita “n.6”. Situata in via Andrea da Bari, quasi all’incrocio con via Abate Gimma, posseduta da quindici anni dal signor Roberto. Mentre per scovare la “n.7” dobbiamo spostarci dall’altra parte della città, in via Umberto Giordano 28. Siamo nella “zona di San Francesco” e il bar-tabaccheria “Santoro” si trova proprio di fronte al muro perimetrale dello storico lido.

L’esercizio prende il nome dalla famiglia che se ne occupa dal 1971, anno in cui Gaetano, detto “Nanuccio” rilevò il negozio che si trovava all’epoca sulla stessa via, ma al civico 32. «Essendo l’unico tabaccaio presente in zona – affermano Gennaro e Mimmo, figli del defunto Gaetano – nel corso degli anni abbiamo instaurato un rapporto amichevole con tutti i nostri clienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo infine nel Quartiere Umbertino, in via De Giosa 103, per visitare la tabaccheria “n.8”, l’ultima di cui si occuperà il nostro articolo. A gestirla dagli anni 90 è Michele Di Monte. Qui vendere sigarette è una tradizione di famiglia, visto che il signore ha ereditato l’esercizio dai genitori, che a loro volta lo avevano rilevato negli anni 50 da altri parenti: coloro a cui si doveva l’apertura agli inizi del 900.

«In origine la sede era ubicata al civico 86 – ci dice Michele – ma quindici anni fa è avvenuto lo spostamento nel locale attuale. Quando mi trasferì dovetti rimuovere l’insegna risalente al 1943, ma non fu facile perché questa sembrava fosse incastrata. E quando finalmente riuscii a toglierla mi resi conto che la targa era sovrapposta a un’altra ancora più antica che riportava addirittura lo stemma dei Savoia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entrambe le insegne sono conservate nella tabaccheria, a testimoniare la pluricentenaria storia di queste rivendite nate con l’Unità d’Italia.   

(Vedi galleria fotografica)


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  • Vito Pascale - Forse non sapete che in Via Imbriani c'è una tabaccheria che vive dagli anni 50 solo che è cambiata la gestione e si è trasferita di qualche porta... Solo per conoscenza... Grazie.
  • arkydesign - certo che la n.1 ha un'insegna a dir poco di cattivo gusto! Considerando anche il contesto (Palazzo Fizzarotti). Mi chiedo: in Comune non vige una commissione che visioni questa particolare tipologia e che eventualmente dinieghi siffatti obrobri?
  • Monica Cirillo - Leggiamo con piacere l'articolo della giornalista Angela Carrassi e come Archivio Storico della Federazione Italiana Tabaccai vorremmo fare una piccola precisazione… è vero che la Legge del 13 luglio 1862 n. 710, che a pochi mesi dall’unificazione del Regno ha disposto la privativa del tabacco insieme con quella del sale, è importante per la storia dei tabaccai, avendo attribuito allo Stato “il privilegio assoluto riguardo alla fabbricazione, all’importazione e alla vendita dei prodotti, salvo che per la Sicilia e per l’isola di Caprera, dove restavano liberi”. Ma i tabaccai sono nati molto prima di quella data! E a raccontarcelo è il chirografo (ovvero un atto scritto a mano) di Papa Alessandro VII Chigi, conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano, che attesta che il monopolio sul tabacco è stato "istituito" il 21 agosto 1655 nello Stato Pontificio e, quindi non è azzardato affermare che in quella data sia nata la figura del tabaccaio come rivenditore autorizzato dallo Stato. Chi volesse approfondirne la storia può farlo sul volume "Venditori di Fumo" edito da Rubbettino e a cura della Federazione Italiana Tabaccai.


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