Bari, sulla trafficata piazza Luigi di Savoia si nasconde un piccolo gioiello: è Palazzina Tinelli
Letto: 14591 volte
lunedì 28 agosto 2023
Letto: 14591 volte
di Giancarlo Liuzzi - foto Paola Grimaldi
Per visitarla “scendiamo” dal sottovia Luigi di Savoia, ultracentenario passaggio in pietra che corre sotto la ferrovia, per arrivare nell’omonima piazza, grande area che funge da collegamento tra il murattiano e i quartieri extramurali. Parliamo di un isolato “monumentale” che vede la presenza della grande Caserma Picca realizzata nel 1880 e della chiesa di Sant’Antonio, eretta assieme a un monastero nel 1627.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E proprio accanto al tempio religioso, in piazzetta Sant’Antonio, si nasconde il prospetto angolare color ocra di Palazzina Tinelli, stretto sull’altro lato da un alto fabbricato residenziale di otto piani. Quest’ultimo fu costruito negli anni 60 a seguito della demolizione di due eleganti edifici di inizio 900, la cui presenza è accertata in alcune fotografia dell’epoca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La Tinelli è invece fortunatamente sopravvissuta agli abbattimenti dei suoi “vicini” e mostra ancora oggi il suo schema architettonico caratterizzato da elementi neoclassici decorativi. Innalzata nel 1938 per volere dell’avvocato Valentino Tinelli, giudice conciliatore di Bari e direttore amministrativo della biblioteca Gaetano Ricchetti, si sviluppa su tre livelli, uno interrato e due sovrastanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il primo, sul piano stradale, è contraddistinto da un bugnato a fasce interrotto da due ampie finestre con persiane marroni e dal portone di ingresso sulla sinistra. Il piano superiore invece, riproponendo lo schema tripartito di quello inferiore, presenta delle lesene che scandiscono i tre spazi occupati dai finestroni. Questi sono impreziositi da architravi con triglifi stilizzati che “sostengono” il timpano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al centro quattro mensoloni sorreggono un ampio balcone in pietra, abbellito da un elegante balaustra e una coppia di vasi floreali. Chiude la facciata un cornicione marcapiano che corre lungo tutto il perimetro dello stabile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La facciata destra ha la stessa composizione architettonica, la cui simmetria è però “spezzata” da un piccolo corpo di fabbrica leggermente rientrante rispetto al resto. Qui è presente anche un ingresso secondario chiuso in una cornice decorata, sovrastata da un’apertura ovale con inferriata a volute, e più in alto una stretta finestra ad arco. Adiacente si trova un cancello che dà accesso al giardinetto interno ricco di alberi e piante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è il momento di entrare nella palazzina. Ad accompagnarci è Francesco Scuccimarri, dell’agenzia immobiliare Toscano, che ha in carico la vendita di parte dell’edificio ancora di proprietà degli eredi Tinelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci avviciniamo così all’ingresso principale, racchiuso in un telaio in pietra bianca, con una trabeazione di stampo neoclassico con triglifi e cornice a dentelli spezzata da un massiccio elemento centrale. Sullo scuro portone in legno capeggiano le iniziali del costruttore scolpite in un decoro ligneo, sovrastato da una griglia geometrica.
Accediamo quindi all’atrio illuminato da due lampioncini dorati e occupato da un’elegante scala in marmo delimitata da colonnine che sorreggono due vasi. I gradini conducono al vano scala nel quale si aprono delle finestre ad arco con lunette ornate.
Sulla destra una porta in legno ci conduce all’interno dell’appartamento che si sviluppa per un totale di 450 metri quadri. Appena entrati il nostro sguardo viene subito attratto dallo splendido pavimento: qui infatti sono ancora visibili i vivaci colori delle originali cementine raffiguranti intricati motivi floreali e geometrici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Piastrelle che troviamo anche in un’altra stanza, seppur in parte coperte da un parquet in laminato presente un po’ in tutti gli ambienti. L’intero piano terra dal 2014 al 2020 fu infatti adibito ad asilo, i cui lavori di adeguamento comportarono il rivestimento dell’originaria pavimentazione. Ci sono però delle camere che hanno mantenuto intatto il loro antico fascino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In una, alzando lo sguardo, restiamo incantati dal soffitto interamente affrescato con raffigurazioni dai colori caldi: rosso, dorato e rosa antico su uno sfondo bianco. Una serie di cornici concentriche, impreziosite da decori floreali, cartigli e mascheroni apotropaici dalle cui bocche fuoriescono festoni, chiudono la scena centrale limitata da una modanatura dorata. Qui è dipinta una sorridente figura femminile con una vaporosa gonna blu, ispirata ai modelli greci come Tersicore (protettrice della danza), intenta a reggere una lira col braccio sinistro e un verde ramoscello nella mano destra. Completano l’abbigliamento della fanciulla una coroncina e degli orecchini dorati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella stanza adiacente un’altra raffigurazione dai toni celeste, rosa e ocra adorna l’ampia volta. Una cornice corre lungo tutto il perimetro alternando fasce rettangolari a decori circolari dorati. Al centro invece, nell’unico grande pannello polilobato contornato da una serie ininterrotta di stelle, sono rappresentati due graziosi uccelli raffrontati con ramoscelli nel becco.
Prima di lasciare l’edificio andiamo a visitare il suo raro e prezioso giardino, che in realtà dopo anni di incuria è diventato quasi una piccola foresta. Qui tra edera, fiori e piante infestanti risulta quasi impossibile camminare. Ci facciamo comunque strada tra il verde fogliame, tra cui sbucano anche un albero di nespole e un arancio, fino a quando alzando lo sguardo oltre le fronde ci appare alla vista un’antica ed elegante vetrata. Squadrata da un’intelaiatura in ferro reca al centro una sezione rettangolare impreziosita da elementi geometrici e in basso una fine ringhiera: ultima chicca nascosta della Palazzina Tinelli.
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Mariano Argentieri - Un altro interessante articolo messo ben a segno.
- Silvana Cavallo - Si può visitare?