di Mina Barcone

Bari: la storia della caserma ''Picca'', che dopo 135 anni di vita rischia la chiusura
BARI – E’ una delle più antiche caserme d’Italia, attiva com’è dal 1880 e rappresenta il biglietto da visita del centro di Bari per chi arriva dall’extramurale Capruzzi. Parliamo della “Domenico Picca”, un edificio impregnato di storia situato in piazza Luigi di Savoia e conosciuto da un po’ tutti i baresi nati prima del 1985, visto che era qui che si svolgevano le visite mediche per l’idoneità alla leva militare. Anche se sulla caserma, dopo 135 anni di vita, aleggia ora lo spettro della chiusura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'edificazione della Picca risale al periodo in cui Bari era in pieno sviluppo edilizio, negli anni successivi all’Unità d’Italia. In quel periodo alla città furono assegnati due importanti reggimenti: uno di fanteria e l'altro di cavalleria, così nel 1873 iniziarono i lavori per costruire una caserma che li potesse accogliere. E nel 1879 sorse la “Sant’Antonio”, costruzione di un solo piano d’altezza che fu denominata così perché adiacente all’aranceto dell’omonima chiesa ancora presente in piazza Duca degli Abruzzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La caserma fu attivata nel 1880 e dopo aver cambiato nome in caserma “Puglie”, nel 1918 fu infine intitolata a Domenico Picca, un ufficiale di Molfetta che perse la vita eroicamente sul Carso nel corso del primo conflitto mondiale. Nel corso degli anni l’edificio fu ampliato: furono costruiti altri due piani e diversi lavori di ampliamento e ristrutturazione ne modificarono la struttura originaria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora la struttura ci appare come un complesso di pianta rettangolare, articolato su tre piani e con all’interno quattro cortili, di cui uno molto ampio in corrispondenza del prospetto principale. Proprio l’entrata presenta l’elemento decorativo di maggior interesse, ovvero un portale monumentale costituito da quattro alte e robuste colonne doriche. A sinistra del portone è presente una lapide in marmo che riporta il “Bollettino della vittoria” con il quale il generale Armando Diaz, il 4 novembre del 1918, annunciò la disfatta nemica nella Prima guerra mondiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’edificio, dichiarato di notevole interesse storico artistico dalla Soprintendenza, in quanto esempio alto esempio di architettura militare ottocentesca, è stato sottoposto al vincolo di tutela nel 1983.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Al suo interno è presente un’importante biblioteca militare, istituita nel 1890 e che oggi conta un patrimonio librario di circa 20mila volumi. Vi sono inoltre dormitori, un’infermeria, una mensa con cucina, la sala tv, il bar. Mentre non sono più presenti il barbiere, il calzolaio e la sala lavanderia. Così come da venti anni a questa parte è stato chiuso il mitico cineteatro “La casa del soldato”, attivo già dagli anni 30 e pensato come luogo di svago per i militari (anche se in realtà era aperto a tutti i cittadini). La sala ospitava anche le prove dell’Orchestra Provinciale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sede ancora oggi del Comando Militare Esercito Puglia, la Picca come dicevamo ha rappresentato per migliaia di giovani l’accesso (o l’esenzione) alla leva. E’ qui che si svolgevano le visite mediche ed è qui che si veniva a chiedere il rinvio al militare. Non c’è ragazzo barese (nato prima del 1985, ultima “classe” chiamata alle armi) che non abbia varcato almeno una volta l’ingresso posteriore della caserma, quello che affaccia su piazza Balenzano. Questo era infatti per il pubblico l’accesso al grande edificio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi però le funzioni della Picca appaiono notevolmente ridotte. Gli aspiranti volontari militari (i cosiddetti “Vfp1”) che venivano a svolgere qui i test psicoattitudinali, ora effettuano questa pratica a Napoli. E anche il Centro documentale (dove è custodita tutta la documentazione del personale che ha prestato servizio a vario titolo per l'Esercito), è stato ridotto a Ufficio dal marzo del 2014. E quindi c'è chi comincia a parlare della possibilità di una chiusura definitiva. Del futuro certo della Picca non è dato sapere, anche se la speranza, in qualunque caso, è che questo pezzo di Storia di Bari non venga lasciato morire come è avvenuto per la caserma Rossani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)
 
Fonti storiche: “Architettura militare nell'Italia post unitaria” (2001-Editrice Suma) di Carlo Maria Tangorra.  


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Mina Barcone
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  • Vittorio - il 1974 facevo parte dela banda della caserma Picca , vorrei pubblicare alcune foto , e chi sa contattare i commilitoni


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