di Federica Calabrese - foto Nicola Lasalandra

Bari, grandi statue ed elaborati fregi: è Palazzo Atti, simbolo liberty di corso Cavour
BARI – È tra i simboli liberty del capoluogo pugliese e con le sue statue a grandezza umana e gli elaborati mascheroni e fregi vegetali si staglia dal 1916 in Corso Cavour, accanto all’Hotel Oriente e a pochi passi dal Teatro Petruzzelli. È questa la descrizione di Palazzo Atti, elegante edificio situato sulla strada più “monumentale” del Quartiere Umbertino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Commissionato dall’imprenditore Arturo Atti, membro tra l’altro del consiglio superiore della Banca d’Italia, venne  progettato dal costruttore/scultore Luigi Colonna e dall’ingegner Ettore Patruno. Oggi ospita un condominio privato ed è attualmente oggetto di un imponente restauro che gli sta restituendo il glorioso aspetto originario, rovinato non solo dallo scorrere del tempo ma anche da una ristrutturazione non adeguata avvenuta nel 1985.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il 28 maggio scorso il Fai ha organizzato un tour all’interno del palazzo, normalmente non visitabile. Ne abbiamo  approfittato per andare alla sua scoperta (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
  
Siamo dunque al civico 24 di Corso Cavour, ad angolo con via Cognetti.  È qui che si staglia il prospetto color crema dell’edificio, un tempo residenza del commendator Atti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il fabbricato si articola su cinque livelli. Quello inferiore, che custodisce il pesante portale ligneo, è costituito da due colonne su piedistallo, le quali sono sormontate da capitelli dalle decorazioni floreali con volute squadrate che sorreggono il balcone principale del secondo piano. Il suddetto ballatoio, con il suo andamento semicircolare, unisce ai capi due statue a grandezza umana realizzate da Luigi Colonna: rappresentano Adamo ed Eva che, avvolti in morbidi panneggi, scrutano la città con sguardo attento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alle spalle delle due sculture, su un fregio con melograni e fiori di campo, troneggiano le iniziali di Arturo Atti. L’intero piano è interrotto dalle finestre sormontate da timpani spezzati con un volto femminile che emerge da foglie di palme.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Gli ultimi due livelli sono scanditi da un ordine gigante di paraste, sormontate da capitelli decorati, volute squadrate e volti di figure maschili al centro. La fascia sommitale di coronamento è infine costituita da un ampio ornamento arricchito da motivi floreali e geometrici, scandito verticalmente da triglifi con mensole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nell’angolo del palazzo, quasi ad unire i due isolati, è posta una snella colonna a tre quarti. È caratterizzata in basso da uno stemma riportante la data di edificazione, nel mezzo da un collare floreale e in cima da una grande aquila ad ali spiegate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultima, simbolo di Todi, fu voluta per ricordare la città d’origine della stirpe degli Atti. L’idea era quella di celebrare l’importante famiglia, la quale possedeva dal 1890 una grossa ditta di rappresentanza commerciale i cui depositi erano ubicati sull’extramurale Capruzzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta ora che entrare. Superato il portale ci ritroviamo in un contenuto androne intonacato di bianco: qui una grande lampada in metallo nero domina l’ambiente costellato qua e là da stucchi a rosette.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre attraversando la stanza riusciamo ad ammirare la scala che porta agli alloggi privati. Questa è protetta da una raffinata balaustra in ferro battuto: è realizzata con una pregevole decorazione fitomorfa che “abbraccia” un ascensore della prima metà del 900 con cabina e porte in legno originali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Giungiamo così all’appartamento del primo piano dove una stretta porta in legno con pomelli in ottone ne nasconde di solito gli interni. Noi entriamo e visitiamo una grande camera un tempo forse adibita a sala da ballo che presenta una copertura a volta impreziosita da cornici in stucco. Puttini danzanti con strumenti musicali e corone vegetali occupano il fregio principale del soffitto, “movimentando” un ambiente ancora spoglio per via dei lavori.  

Da qui ci spostiamo in un secondo vano dal pavimento composto da piastrelle policrome, tipiche del primo Novecento, con differenti disegni floreali e geometrici dai toni bianchi e neri. E, passando da una porta finestra, ci ritroviamo su uno scenografico balcone protetto ai lati dalle due splendide statue di Adamo ed Eva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qua la vista è splendida. A destra scrutiamo il rosso profilo del Teatro Petruzzelli, mentre a sinistra lo sguardo di Adamo ci accompagna verso la punta estrema di corso Cavour, una strada che tra obbrobri architettonici e moderni palazzi, continua a conservare alcuni tra i più grandiosi edifici di Bari.  

(Vedi galleria fotografica)


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Federica Calabrese
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