di Raniero Pirlo - foto Adriano Di Florio

Bari, Palazzo Giordano: l'edificio la cui storia si lega con la nascita del cinema Galleria
BARI – Al suo interno nasconde ancora gli antichi botteghini e il lungo tunnel che permetteva di accedere in una delle più grandi sale della provincia. Questa è la storia di Palazzo Giordano, uno splendido edificio ottocentesco situato in via Crisanzio che per decenni ha rappresentato l’ingresso principale del Galleria, storico cinema barese fondato nel 1948. (Vedi foto galleria)

Un politeama, quest’ultimo, che a differenza di tanti altri vecchi luoghi dello spettacolo della città non è per nulla scomparso. Nel 2005 si al contrario rifatto il look, trasformandosi in multisala e rivoluzionando completamente la sua struttura. Oggi così al cinema si entra unicamente da corso Italia (un tempo accesso secondario). Il Giordano è invece tornato a essere una “normale” residenza, seppur continuando a mantenere vivi i ricordi di quando accompagnava gli spettatori verso il grande schermo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’edificio eclettico, costruito nel 1883, si trova in via Crisanzio 18, di fronte all’Ateneo. Di colore bianco con le persiane verdi, è posto su tre livelli. Il basamento è caratterizzato da un bugnato a fasce orizzontali, mentre ai piano superiori svettano gli ampi balconi con le notevoli balaustre e un ricco impianto decorativo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cattura l’occhio la bifora centrale, ornata da motivi scultorei floreali e da due pregevoli statue, una cariatide e un telamone, in cui si riconosce la maestria dell’architetto e scultore Luigi Colonna. L’imponente portone in legno si distingue per le iniziali del primo proprietario dello stabile, Giuseppe Giordano, situate in corrispondenza della chiave di volta dell’arco. 

Varcato l’ingresso si viene trasportati in un atrio con il pavimento in marmo a scacchiera. Al centro si trova un corridoio sormontato da una volta arcuata a cassettoni: si tratta proprio di quella “galleria” che dando accesso alla sala da 1900 posti regalò il nome al cinema fondato dalla famiglia Santalucia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’attuale gestore del politeama, Francesco Santalucia, ci mostra delle foto risalenti agli anni 50. In una è immortalato un documento del 1951 in cui si attesta la fine dei lavori e si ricorda come «il giorno 8 febbraio fu inaugurato questo cinema chiamato “Gran Galleria” per la imponenza e la grandiosità della sua mole».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In un’altra si vede l’androne d’ingresso, al tempo caratterizzato da un’insegna a neon con su scritto semplicemente “cinema”. All’epoca una volta entrati e superati i due botteghini (ancora esistenti) si arrivava in una hall affiancata da numerose colonne (oggi adibita a magazzino). E da qui ci si immergeva nella sala, una delle più ampie di tutta provincia, che venne realizzata sfruttando parte dell’enorme giardino interno del Giordano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma continuiamo a visitare il palazzo, salendo degli scalini situati sulla sinistra. Ed ecco che in un attimo ci si ritrova all’interno di una tromba architettonica incorniciata da una monumentale rampa di scale con ringhiera in ferro battuto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qua le pareti, di color giallo ocra, sono arricchite da finestrelle di varie forme e da nicchie che un tempo ospitavano delle statue. E sulle porte degli appartamenti emerge ancora il pregio di decorazioni in legno finemente inciso. Il tutto è poi illuminato da un enorme lucernario superiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In origine questa visione si poteva avere già dall’atrio – sottolinea Emilio Balestrazzi, proprietario di uno degli appartamenti e pronipote del fondatore dell’immobile, Giuseppe Giordano -. Il cinema cambiò infatti profondamente l’aspetto dell’edificio, soprattutto perché il tunnel di accesso alla sala andò a occludere il pozzo luce che rendeva radioso il piano terra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ponendo lo sguardo verso il basso ecco apparire la famosa galleria, di cui è riconoscibile la parte superiore. È completamente in cemento e contrasta visibilmente con la raffinatezza dell’ambiente circostante. «Questa struttura ora non ha più utilità – evidenzia Ballestrazzi -. Forse sarebbe il caso di eliminarla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Saliamo ora al secondo livello dove il signore ci consente di entrare nella sua abitazione. Ha subito importanti ristrutturazioni e a parte qualche dettaglio, come uno specchio ornato con figure femminili in bronzo, non ricorda più il suo originario aspetto ottocentesco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In realtà gli appartamenti più prestigiosi erano quelli del primo piano – sottolinea Emilio –: alcuni di questi sono ancora decorati da affreschi originali del pittore Antonio Lanave». Stanze oggi occupate da un bed and breakfast che purtroppo non ci ha permesso di visitarle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ritornando giù, raggiungiamo una porta sulla sinistra che ci fa accedere a ciò che rimane del giardino interno. E qui è possibile osservare il retro del palazzo, che si presenta con una facciata di colore rosato arricchita da ampi loggiati. Un trionfo di bianche balaustre tra cui fanno capolino eleganti e imponenti figure alate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed è proprio questo il “quadro” che i baresi possono ammirare ogni qual volta assistono a un film nell’Arena 4 Palme, la sede estiva del Galleria che prende il nome proprio dai quattro alberi qua piantati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Uscendo dal palazzo ed entrando nel cinema dall’attuale ingresso di corso Italia, si può avere accesso infatti al predetto spazio dove trovano posto un centinaio di seggiolini verdi. E, alzando lo sguardo, ecco mostrarsi dietro allo schermo bianco il Giordano: edificio diventato, suo malgrado, suggestivo sfondo per film di seconda visione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Dora Casamassima - Palazzo molto bello. Uno dei tesori della nostra città. Bravi i giovani autore e fotografo. L'ho letto molto volentieri. Nel Gran cinema Galleria ci sono andata da ragazzina con mio padre. Un grande errore che secondo me è stato commesso...... è quello di aver chiuso e cancellato le sale cinematografiche della città.


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